Crollo popolazione nei prossini 25 anni: ma Novara, Trecate e Galliate resistono

Report Istat sul futuro annuncia shock da inverno demografico e sbilancio anziani-giovani: capoluogo e Ovest Ticino in controtendenza. Grandi città più attrattive, tengono su popolazione attiva e under14. E quest’anno aumentano gli abitanti con Trecate al sorpasso di Borgomanero

Il Piemonte in 25 anni crollerà sotto i 4 milioni di abitanti (con oltre un terzo di persone sopra i 65 anni), ma il Novarese appare in controtendenza. Già nei primi sei mesi dell’anno è certificato un deciso aumento di popolazione, che le stime confermano anche per il prossimo quinquennio. Tra le città Trecate (vicinissima al “sorpasso” su Borgomanero), Novara, Galliate e Oleggio sono stimate con più abitanti di oggi anche fra 25 anni.  

E’ comunque previsto in aumento lo squilibrio tra giovani e anziani e la riduzione della popolazione attiva, anche se meno pesantemente che nel resto della regione. Tra capoluogo e maggiori centri dell’Ovest Ticino l’aumento di popolazione dovuto al saldo migratorio porterà una maggiore presenza di attivi e di giovanissimi (record a Trecate, poi Novara; dietro ci sono Arona, Cameri e Borgomanero), mentre dove gli abitanti sono previsti in calo sarà maggiore la presenza di ultrasessantacinquenni (record a Cameri, poi Borgomanero e Arona).

Il quadro si delinea grazie ai dati dell’Istat (che hanno avuto forte risonanza per l’impatto regionale) adesso più dettagliato grazie a un report che l’Istituto di statistica ha pubblicato nel pieno dell’estate (titolo “Previsioni della popolazione residente e delle famiglie”) contenente le previsioni demografiche per il prossimo quarto di secolo con l’ufficializzazione dei dati relativi ai maggiori comuni.

LA SINGOLARITA’ DEL NOVARESE

La provincia di Novara, pur con differenze all’interno del proprio territorio, mostra un quadro d’eccezione rispetto al trend del resto del Piemonte. Anzitutto è l’unica con un significativo aumento di abitanti nei dati reali di quest’anno (+780 nei primi sei mesi, +0,21%, minimo segno positivo anche per Alessandria e Vercelli) ed è quella con il minor decremento dall’anno prima della pandemia (-0,35% a fronte del -1,68 regionale). Novarese che l’Istat vede attrattivo anche per gli anni futuri, sia pure dietro Cuneo: nel 2030 previsti 366mila abitanti (+0,5%, Cuneo +0,8%, tutte le altre province sono negative) e nel 2050 previsti 353mila abitanti (calo del -3,2%, con solo Cuneo più contenuto: -1,9% a fronte del -12% di Biella, -9% del Vco e attorno al -8% Alessandria, Asti, Torino e Vercelli).

Per raggiungere questi numeri il Novarese dovrà contare soprattutto sul saldo migratorio, il più positivo (dopo Cuneo) tra le province piemontesi: l’arrivo di abitanti da fuori provincia si mantiene nei prossimi cinque anni (quasi 15mila arrivi nel 2025, 14.400 nel 2030) per poi flettere sul lungo periodo (12.456 previsti nel 2030) con una più contenuta diminuzione di quanti lasceranno il territorio: 12.348 quest’anno, 12.219 nel 2030 e 11.084 nel 2050. Tra gli immigrati gli arrivi dall’estero sono ipotizzati in calo: 3.420 quest’anno, 2.904 nel 2030 e 2.212 nel 2050.

Male, invece, il Novarese sulle attese del saldo naturale con il peggior risultato sul lungo periodo per un buon incremento di nati (soprattutto nei prossimi anni, per poi stabilizzarsi) ma per il record di decessi. In sostanza i nati, 2.239 previsti quest’anno nella nostra provincia, sono valutati in 2.420 nel 2030 e in 2.426 nel 2050, mentre i morti, 4.242 in tutto il 2025 sono valutati in 4.533 nel 2030 e in 5.220 (più del doppio dei nati) nel 2050 con un numero che è il 23,1% del dato attuale a fronte di una media regionale del +13,1%.

Se il dato generale sui residenti è positivo per Novara, lo sono di meno quelli che evidenziano un futuro maggiore squilibrio tra giovani e anziani, in particolare per la riduzione della popolazione attiva. Oggi il Novarese è la provincia piemontese con la fascia d’età 15-64 anni più ampia (63,0%, media regionale 61,9%) ed è la seconda (dopo Cuneo) per la presenza di giovanissimi under14 anni (11,7%, in Piemonte 11,2%). Ne consegue che gli over65 sono poco più di un quarto (25,2%) con la provincia più vecchia che è Biella (30,3%), seguita da Alessandria e Vco, con una media piemontese del 26,9%. E se fra cinque anni il quadro rimane pressoché identico pur accentuandosi l’invecchiamento della popolazione (ma Novara mantiene il record di attivi, 61,7%, con gli over65 al 27,6%, sotto la media regionale) il quadro cambia in 25 anni: nel 2050 la popolazione attiva scenderà al 54,6%, praticamente al livello medio regionale, con Cuneo, Asti, Vercelli e Alessandria più avanti. Migliore la presenza di under 14 (Novara 11,4% solo dietro Cuneo) e di anziani (34%), anch’esso miglior risultato dopo Cuneo, e il Vco (36,3% di over65) il più “vecchio”.

BENE NOVARA E OVEST TICINO, GIU’ IN ALTA PROVINCIA

I numeri provinciali appaiono diversificati se si considerano i comuni più grandi. Anzitutto i dati reali sul numero di abitanti dei primi sei mesi di quest’anno dicono che Novara è cresciuta di 479 persone, cioè lo 0,47%: al 30 giugno il capoluogo contava 103.052 abitanti (dato Istat appena ufficializzato, ancora provvisorio). Percentualmente meglio ha fatto solo Cerano (+1,31%), poi ecco gli altri comuni maggiori dell’Ovest Ticino: Cameri +0,45%, Galliate +0,41%, Romentino +0,39%, Trecate +0,37%, mentre in discesa ci sono GozzanoCastelletto Ticino e Borgomanero.

Da segnalare che Trecate sta per diventare la seconda città della provincia per popolazione superando Borgomanero. I numeri reali provvisori dell’Istat di fine giugno dicono ancora 21.168 a 21.200 (la differenza è 32!) mentre i dati previsionali del report (elaborati sui valori di inizio 2024) prevedono il “sorpasso” più lontano: nel 2027.

Passando alle stime di previsione il divario tra queste zone si mantiene: così nel 2030 Novara è valutata con 104.468 abitanti (+1,8% su quest’anno), poi Trecate 21.671 (+2,7%), Borgomanero 21.159 (-0,2%), Galliate16.018 (+1,7%), Oleggio 14.464 (+1,7%), Arona 13.777 (+0,7%) e Cameri 10.682 (-1,2%) per stare sopra i 10mila abitanti.

Fra 25 anni, quando anche il Novarese come provincia segnerà 3 punti di flessione rispetto ad oggi ecco in territorio positivo in particolare Trecate (+5,6% con oltre 22mila abitanti) e Galliate (+2,3% sempre sopra 16mila), quindi Oleggio (+1,4%) e Novara (+1,2% stimata a 103.758 abitanti). In discesa Borgomanero(-5,5%, pochissimo sopra 20mila), Arona (-4,0%) e soprattutto Cameri (-7,5%) e Bellinzago stimato con quasi mille abitanti in meno di oggi (-10,1%).

L’attrattività dell’area capoluogo-Ovest Ticino deriva prevedibilmente per la vicinanza a Milano (prezzi delle abitazioni più bassi e trasporti efficienti) oltre che per la spinta degli insediamenti produttivi e logistici, recentemente realizzati o attesi nei prossimi anni, in aggiunta al consolidamento dell’università.

Lo confermano anche i dati che esprimo lo squilibrio tra le fasce d’età. Trecate è già oggi nettamente vincente sia per la popolazione attiva (64,9%, quasi 2 punti in più della media provinciale) sia per la presenza di giovanissimi (14,4%, ben sopra l’11,7% provinciale). Un primato che mantiene nelle previsioni al 2030 e in quelle al 2050, pur con dati più contenuti: fra 25 anni avrà il 56,3% di attivi e il 12,9% di under14. Dopo Trecate, oggi e nel 2030 c’è Galliate (62,2% di persone fra 15 e 64 anni e 11,8% di under14 fra cinque anni) ma nel 2050 sarà Novara a sfiorare il primato degli attivi (56,2%), seguita da Oleggio (54,5%). Le stime a 25 anni dicono che Galliate manterrà in secondo posto di giovanissimi (12,2%) davanti a Novara (11,8%).

Nei principali comuni dell’alta provincia ecco attualmente, come nel 2030, i primi posti per presenza di anziani sopra i 65 anni di Arona (32,1% fra cinque anni) e Borgomanero (27,4%), mentre Novara “ringiovanisce” e lascia l’attuale terzo gradino, invece Cameri balza al 27,6%. Quadro diverso, ma non di molto, nelle previsioni al 2050: record a Cameri (36,2% di over 65), poi Bellinzago (36%) e Borgomanero (34,9%). Sul fronte delle città con meno anziani si conferma il costante primato di Trecate (oggi 20,6%, nel 2050 sarà 30,8%) ma anche il dato di Novara che, fra 25 anni, è prevista come seconda città: 32% di over65, 2 punti in meno della media provinciale.

Una conferma che le città con previsione di crescita di popolazione nel lungo periodo, proprio in virtù del saldo migratorio derivante dall’attrattività del territorio, dovrebbe portare un maggiore afflusso di persone in età lavorativa e, di conseguenza, anche una maggior popolazione femminile in età feconda, così da giustificare l’incremento di nascite.

QUADRO COMPLESSO A LIVELLO ITALIANO

Il Novarese e i suoi territori si distinguono dal panorama medio nazionale disegnato dall’Istat, che anzitutto nel report spiega di fornire queste previsioni con «lo scopo di tracciare il probabile futuro della popolazione» in termini dimensionali e strutturali così da consentire un’adeguata programmazione nei campi sanitario, previdenziale, urbanistico, energetico-ambientale, scolastico e per i trasporti. Un documento destinato a chi ha il compito di elaborare le politiche pubbliche pur con dati «incerti» e che «vanno trattati con cautela», ma che comunque possono indurre a riflessioni sui cambiamenti da attendersi nei prossimi anni.

Il report evidenzia le problematiche generali: in Italia ci saranno meno abitanti (oggi circa 59 milioni, 54,7 entro il 2050) e saranno più anziani e più longevi (gli over 65 oggi il 24,3% della popolazione saliranno al 34,6%) ma sempre più destinati a vivere da soli (oggi 4,6 milioni di persone, 6 milioni e mezzo nel 2050). Di conseguenza la popolazione in età attiva (15-64 anni) diminuirà di 7,7 milioni di persone: oggi il 63,5% del totale, fra 25 anni il 54,3%; di meno anche i più giovani: dal 12,2 all’11,2% i minori di 14 anni. Il numero medio di componenti per famiglia, oggi di 2,23, scenderà a 2,03 e una famiglia su cinque sarà composta da una coppia con figli (oggi tre su 10) mentre il 41,1% delle famiglie sarà formata da persone sole (oggi 36,8%).

La diminuzione di popolazione avverrà per il proseguire del cosiddetto “inverno demografico”, cioè il calo di nati a fronte dell’aumento di morti che tuttavia inizierà a diminuire (ma «fino al 2080 sarà improbabile riportare in equilibrio l’odierna distanza tra nascite e decessi» avverte l’Istat) poi anche per i flussi migratori, che già oggi non bilanciano il saldo naturale e sono indicati verso una futura fase di stabilizzazione in ribasso, pur con l’avvertenza che si tratta di numeri contraddistinti da forte incertezza.

Il Piemonte complessivamente non si distacca da questo quadro certificando un trend già iniziato dall’anno che ha preceduto la pandemia. Oggi i piemontesi sono 4,25 milioni (e il recentissimo dato provvisorio di giugno ne traccia un lievissimo aumento, praticamente tutto trainato dalla crescita del Novarese) ma nel 2019, prima della pandemia, eravamo 4,33 milioni. E per il futuro? 4,23 milioni è la previsione per il 2030 (-0,7%) e crollo sotto i 4 milioni (più precisamente 3,96) nel 2050 (-6,9%), per un saldo naturale (-34mila) che sprofonda di oltre il 20% e un saldo migratorio pur positivo (+15mila) ma non in grado di compensare nemmeno la metà della differenza tra morti e nati. Da segnalare infine che gli immigrati dall’estero (36mila nel 2024) sono valutati in 23mila nel 2050. Quanto allo squilibrio crescente fra anziani e giovani e alla diminuzione della popolazione attiva i dati medi piemontesi appaiono del tutto in linea con quelli nazionali.

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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Crollo popolazione nei prossini 25 anni: ma Novara, Trecate e Galliate resistono

Report Istat sul futuro annuncia shock da inverno demografico e sbilancio anziani-giovani: capoluogo e Ovest Ticino in controtendenza. Grandi città più attrattive, tengono su popolazione attiva e under14. E quest’anno aumentano gli abitanti con Trecate al sorpasso di Borgomanero

Il Piemonte in 25 anni crollerà sotto i 4 milioni di abitanti (con oltre un terzo di persone sopra i 65 anni), ma il Novarese appare in controtendenza. Già nei primi sei mesi dell’anno è certificato un deciso aumento di popolazione, che le stime confermano anche per il prossimo quinquennio. Tra le città Trecate (vicinissima al “sorpasso” su Borgomanero), Novara, Galliate e Oleggio sono stimate con più abitanti di oggi anche fra 25 anni.  

E’ comunque previsto in aumento lo squilibrio tra giovani e anziani e la riduzione della popolazione attiva, anche se meno pesantemente che nel resto della regione. Tra capoluogo e maggiori centri dell’Ovest Ticino l’aumento di popolazione dovuto al saldo migratorio porterà una maggiore presenza di attivi e di giovanissimi (record a Trecate, poi Novara; dietro ci sono Arona, Cameri e Borgomanero), mentre dove gli abitanti sono previsti in calo sarà maggiore la presenza di ultrasessantacinquenni (record a Cameri, poi Borgomanero e Arona).

Il quadro si delinea grazie ai dati dell’Istat (che hanno avuto forte risonanza per l’impatto regionale) adesso più dettagliato grazie a un report che l’Istituto di statistica ha pubblicato nel pieno dell’estate (titolo “Previsioni della popolazione residente e delle famiglie”) contenente le previsioni demografiche per il prossimo quarto di secolo con l’ufficializzazione dei dati relativi ai maggiori comuni.

LA SINGOLARITA’ DEL NOVARESE

La provincia di Novara, pur con differenze all’interno del proprio territorio, mostra un quadro d’eccezione rispetto al trend del resto del Piemonte. Anzitutto è l’unica con un significativo aumento di abitanti nei dati reali di quest’anno (+780 nei primi sei mesi, +0,21%, minimo segno positivo anche per Alessandria e Vercelli) ed è quella con il minor decremento dall’anno prima della pandemia (-0,35% a fronte del -1,68 regionale). Novarese che l’Istat vede attrattivo anche per gli anni futuri, sia pure dietro Cuneo: nel 2030 previsti 366mila abitanti (+0,5%, Cuneo +0,8%, tutte le altre province sono negative) e nel 2050 previsti 353mila abitanti (calo del -3,2%, con solo Cuneo più contenuto: -1,9% a fronte del -12% di Biella, -9% del Vco e attorno al -8% Alessandria, Asti, Torino e Vercelli).

Per raggiungere questi numeri il Novarese dovrà contare soprattutto sul saldo migratorio, il più positivo (dopo Cuneo) tra le province piemontesi: l’arrivo di abitanti da fuori provincia si mantiene nei prossimi cinque anni (quasi 15mila arrivi nel 2025, 14.400 nel 2030) per poi flettere sul lungo periodo (12.456 previsti nel 2030) con una più contenuta diminuzione di quanti lasceranno il territorio: 12.348 quest’anno, 12.219 nel 2030 e 11.084 nel 2050. Tra gli immigrati gli arrivi dall’estero sono ipotizzati in calo: 3.420 quest’anno, 2.904 nel 2030 e 2.212 nel 2050.

Male, invece, il Novarese sulle attese del saldo naturale con il peggior risultato sul lungo periodo per un buon incremento di nati (soprattutto nei prossimi anni, per poi stabilizzarsi) ma per il record di decessi. In sostanza i nati, 2.239 previsti quest’anno nella nostra provincia, sono valutati in 2.420 nel 2030 e in 2.426 nel 2050, mentre i morti, 4.242 in tutto il 2025 sono valutati in 4.533 nel 2030 e in 5.220 (più del doppio dei nati) nel 2050 con un numero che è il 23,1% del dato attuale a fronte di una media regionale del +13,1%.

Se il dato generale sui residenti è positivo per Novara, lo sono di meno quelli che evidenziano un futuro maggiore squilibrio tra giovani e anziani, in particolare per la riduzione della popolazione attiva. Oggi il Novarese è la provincia piemontese con la fascia d’età 15-64 anni più ampia (63,0%, media regionale 61,9%) ed è la seconda (dopo Cuneo) per la presenza di giovanissimi under14 anni (11,7%, in Piemonte 11,2%). Ne consegue che gli over65 sono poco più di un quarto (25,2%) con la provincia più vecchia che è Biella (30,3%), seguita da Alessandria e Vco, con una media piemontese del 26,9%. E se fra cinque anni il quadro rimane pressoché identico pur accentuandosi l’invecchiamento della popolazione (ma Novara mantiene il record di attivi, 61,7%, con gli over65 al 27,6%, sotto la media regionale) il quadro cambia in 25 anni: nel 2050 la popolazione attiva scenderà al 54,6%, praticamente al livello medio regionale, con Cuneo, Asti, Vercelli e Alessandria più avanti. Migliore la presenza di under 14 (Novara 11,4% solo dietro Cuneo) e di anziani (34%), anch’esso miglior risultato dopo Cuneo, e il Vco (36,3% di over65) il più “vecchio”.

BENE NOVARA E OVEST TICINO, GIU’ IN ALTA PROVINCIA

I numeri provinciali appaiono diversificati se si considerano i comuni più grandi. Anzitutto i dati reali sul numero di abitanti dei primi sei mesi di quest’anno dicono che Novara è cresciuta di 479 persone, cioè lo 0,47%: al 30 giugno il capoluogo contava 103.052 abitanti (dato Istat appena ufficializzato, ancora provvisorio). Percentualmente meglio ha fatto solo Cerano (+1,31%), poi ecco gli altri comuni maggiori dell’Ovest Ticino: Cameri +0,45%, Galliate +0,41%, Romentino +0,39%, Trecate +0,37%, mentre in discesa ci sono GozzanoCastelletto Ticino e Borgomanero.

Da segnalare che Trecate sta per diventare la seconda città della provincia per popolazione superando Borgomanero. I numeri reali provvisori dell’Istat di fine giugno dicono ancora 21.168 a 21.200 (la differenza è 32!) mentre i dati previsionali del report (elaborati sui valori di inizio 2024) prevedono il “sorpasso” più lontano: nel 2027.

Passando alle stime di previsione il divario tra queste zone si mantiene: così nel 2030 Novara è valutata con 104.468 abitanti (+1,8% su quest’anno), poi Trecate 21.671 (+2,7%), Borgomanero 21.159 (-0,2%), Galliate16.018 (+1,7%), Oleggio 14.464 (+1,7%), Arona 13.777 (+0,7%) e Cameri 10.682 (-1,2%) per stare sopra i 10mila abitanti.

Fra 25 anni, quando anche il Novarese come provincia segnerà 3 punti di flessione rispetto ad oggi ecco in territorio positivo in particolare Trecate (+5,6% con oltre 22mila abitanti) e Galliate (+2,3% sempre sopra 16mila), quindi Oleggio (+1,4%) e Novara (+1,2% stimata a 103.758 abitanti). In discesa Borgomanero(-5,5%, pochissimo sopra 20mila), Arona (-4,0%) e soprattutto Cameri (-7,5%) e Bellinzago stimato con quasi mille abitanti in meno di oggi (-10,1%).

L’attrattività dell’area capoluogo-Ovest Ticino deriva prevedibilmente per la vicinanza a Milano (prezzi delle abitazioni più bassi e trasporti efficienti) oltre che per la spinta degli insediamenti produttivi e logistici, recentemente realizzati o attesi nei prossimi anni, in aggiunta al consolidamento dell’università.

Lo confermano anche i dati che esprimo lo squilibrio tra le fasce d’età. Trecate è già oggi nettamente vincente sia per la popolazione attiva (64,9%, quasi 2 punti in più della media provinciale) sia per la presenza di giovanissimi (14,4%, ben sopra l’11,7% provinciale). Un primato che mantiene nelle previsioni al 2030 e in quelle al 2050, pur con dati più contenuti: fra 25 anni avrà il 56,3% di attivi e il 12,9% di under14. Dopo Trecate, oggi e nel 2030 c’è Galliate (62,2% di persone fra 15 e 64 anni e 11,8% di under14 fra cinque anni) ma nel 2050 sarà Novara a sfiorare il primato degli attivi (56,2%), seguita da Oleggio (54,5%). Le stime a 25 anni dicono che Galliate manterrà in secondo posto di giovanissimi (12,2%) davanti a Novara (11,8%).

Nei principali comuni dell’alta provincia ecco attualmente, come nel 2030, i primi posti per presenza di anziani sopra i 65 anni di Arona (32,1% fra cinque anni) e Borgomanero (27,4%), mentre Novara “ringiovanisce” e lascia l’attuale terzo gradino, invece Cameri balza al 27,6%. Quadro diverso, ma non di molto, nelle previsioni al 2050: record a Cameri (36,2% di over 65), poi Bellinzago (36%) e Borgomanero (34,9%). Sul fronte delle città con meno anziani si conferma il costante primato di Trecate (oggi 20,6%, nel 2050 sarà 30,8%) ma anche il dato di Novara che, fra 25 anni, è prevista come seconda città: 32% di over65, 2 punti in meno della media provinciale.

Una conferma che le città con previsione di crescita di popolazione nel lungo periodo, proprio in virtù del saldo migratorio derivante dall’attrattività del territorio, dovrebbe portare un maggiore afflusso di persone in età lavorativa e, di conseguenza, anche una maggior popolazione femminile in età feconda, così da giustificare l’incremento di nascite.

QUADRO COMPLESSO A LIVELLO ITALIANO

Il Novarese e i suoi territori si distinguono dal panorama medio nazionale disegnato dall’Istat, che anzitutto nel report spiega di fornire queste previsioni con «lo scopo di tracciare il probabile futuro della popolazione» in termini dimensionali e strutturali così da consentire un’adeguata programmazione nei campi sanitario, previdenziale, urbanistico, energetico-ambientale, scolastico e per i trasporti. Un documento destinato a chi ha il compito di elaborare le politiche pubbliche pur con dati «incerti» e che «vanno trattati con cautela», ma che comunque possono indurre a riflessioni sui cambiamenti da attendersi nei prossimi anni.

Il report evidenzia le problematiche generali: in Italia ci saranno meno abitanti (oggi circa 59 milioni, 54,7 entro il 2050) e saranno più anziani e più longevi (gli over 65 oggi il 24,3% della popolazione saliranno al 34,6%) ma sempre più destinati a vivere da soli (oggi 4,6 milioni di persone, 6 milioni e mezzo nel 2050). Di conseguenza la popolazione in età attiva (15-64 anni) diminuirà di 7,7 milioni di persone: oggi il 63,5% del totale, fra 25 anni il 54,3%; di meno anche i più giovani: dal 12,2 all’11,2% i minori di 14 anni. Il numero medio di componenti per famiglia, oggi di 2,23, scenderà a 2,03 e una famiglia su cinque sarà composta da una coppia con figli (oggi tre su 10) mentre il 41,1% delle famiglie sarà formata da persone sole (oggi 36,8%).

La diminuzione di popolazione avverrà per il proseguire del cosiddetto “inverno demografico”, cioè il calo di nati a fronte dell’aumento di morti che tuttavia inizierà a diminuire (ma «fino al 2080 sarà improbabile riportare in equilibrio l’odierna distanza tra nascite e decessi» avverte l’Istat) poi anche per i flussi migratori, che già oggi non bilanciano il saldo naturale e sono indicati verso una futura fase di stabilizzazione in ribasso, pur con l’avvertenza che si tratta di numeri contraddistinti da forte incertezza.

Il Piemonte complessivamente non si distacca da questo quadro certificando un trend già iniziato dall’anno che ha preceduto la pandemia. Oggi i piemontesi sono 4,25 milioni (e il recentissimo dato provvisorio di giugno ne traccia un lievissimo aumento, praticamente tutto trainato dalla crescita del Novarese) ma nel 2019, prima della pandemia, eravamo 4,33 milioni. E per il futuro? 4,23 milioni è la previsione per il 2030 (-0,7%) e crollo sotto i 4 milioni (più precisamente 3,96) nel 2050 (-6,9%), per un saldo naturale (-34mila) che sprofonda di oltre il 20% e un saldo migratorio pur positivo (+15mila) ma non in grado di compensare nemmeno la metà della differenza tra morti e nati. Da segnalare infine che gli immigrati dall’estero (36mila nel 2024) sono valutati in 23mila nel 2050. Quanto allo squilibrio crescente fra anziani e giovani e alla diminuzione della popolazione attiva i dati medi piemontesi appaiono del tutto in linea con quelli nazionali.

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Immagine di Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.