«La Dad era ormai l’unica strada percorribile per evitare problemi maggiori – commenta Crivelli – non perché la scuola sia meno importante di altri settori, ma tutti i dati dicono che l’impennata si è verificata dopo l’inizio dell’anno scolastico; il problema è che i ragazzi non si ammalano dentro le scuole, ma perché vengono a crearsi forme di socialità che diversamente non ci sarebbero».
Il consigliere è critico nei confronti della ministra all’Istruzione Lucia Azzolina che si batte da settimane perchè le scuole rimangano aperte e che, in più occasioni, ha dichiarato che le scuole sono luoghi sicuri in tema di normative anti Covid. «La ministra dice una delle tante bugie: si è lavorato tanto, ma non si è capito che sulle superiori la scelta migliore era di predisporre fin da subito la didattica alternata privilegiando in presenza solo attività di laboratorio e materie curricolari di ogni singolo istituto. Chi l’ha fatto ha compiuto una scelta oculata e ha aiutato a contenere un po’ la situazione».
La normativa regionale sarà valida fino al 24 novembre, ma cosa potremo aspettarci dopo quella data? «Purtroppo nessuno di noi ha la sfera di cristallo – prosegue Crivelli – si tratta di un provvedimento che non ha precedenti e che quindi non permette di sapere quali risultati porterà. Tutto dipenderà dal quadro generale epidemiologico, solo allora si potrà sapere come la scuola verrà inserita in altri provvedimenti governativi».
Nel frattempo, però, il consigliere garantisce l’attività in presenza per gli studenti con disabilità: «Da questo punto di vista la norma non cambia. Credo che finora le lezioni in presenza siano andate bene. L’assistenza educativa messa in campo con la cooperativa, che segue circa 200 ragazzi con una cinquantina di educatori, è attiva; inoltre abbiamo programmato un incontro anche con i sindacati per ascoltare le richieste degli operatori tra cui la distrbuzione dei dpi».
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