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Coronavirus, al via in Piemonte l’utilizzo dei test rapidi

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Al via in Piemonte l’utilizzo dei test rapidi per individuare le persone positive al Coronavirus: a renderlo noto è stato il presidente della Regione, Alberto Cirio, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche gli assessori alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, e alle Politiche sociali, Chiara Caucino, oltre al il commissario dell’area Giuridico-Amministrativa dell’Unità di Crisi, Antonio Rinaudo.

La dotazione complessiva è di 2,4 milioni di test, frutto di una gara indetta in estate insieme alla Regione Veneto: un milione è stato già acquistato (600 mila dal Dirmei e 400 mila dalle aziende sanitarie), il resto è stato già ordinato.

La consegna della prima fornitura da un milione si concluderà la prossima settimana e 164 mila test sono già stati consegnati in queste ore sul territorio (50 mila alla Città della Salute di Torino, 19 mila all’Asl Città di Torino, 2 mila alla TO5, 900 alla TO3, mille al San Luigi di Orbassano), 59 mila a Cuneo, 15 mila ad Asti, 13.500 ad Alessandria, 2 mila a Biella, milleseicento a Novara, 300 a Vercelli, mentre i primi quantitativi per il Vco sono in consegna nei prossimi giorni.

 

«Saranno impiegati – ha illustrato il presidente Cirio – per testare casi sospetti di Covid, negli ospedali e nei pronto soccorso, per screening nelle scuole e nella Rsa e residenze per anziani, oltre che sul personale sanitario, sulle forze dell’ordine, negli uffici giudiziari e nelle Prefetture. Se qualcuno risulterà positivo entrerà in isolamento e sarà sottoposto al tampone molecolare per la conferma della positività, con tempi più veloci perché il sistema dei laboratori, grazie ai test rapidi, dovrà analizzare meno tamponi. Chi otterrà esito negativo potrà invece riprendere la sua normale attività e il risultato sarà inserito sulla piattaforma Covid. Posso dire con orgoglio che siamo tra le prime Regioni in Italia ad aver predisposto un programma così strutturato».

Il test rapido potrà essere richiesto anche da ogni cittadino che voglia sottoporsi a questo accertamento: dalla prossima settimana potrà essere prenotato in farmacia (a un costo fra i 30 e i 45 euro), che poi invierà un infermiere al domicilio, o presso i laboratori pubblici e privati riconosciuti dalla Regione.

Particolare attenzione sarà dedicata alle Rsa e residenze per anziani: «È stato concluso un lavoro di cui sono orgoglioso – ha dichiarato ancvora Cirio – che ha ottenuto l’assenso delle  rappresentanze datoriali e costituisce l’ossatura di questo piano, insieme alla scuola, per la parte pubblica: da domani alla fine di gennaio ogni 15 giorni i 60 mila ospiti e dipendenti di ogni struttura saranno sottoposti al test rapido, grazie al supporto operativo dei distretti sanitari e della Protezione civile».

«Queste strutture – ha sottolineato l’assessore Caucino – devono sentirsi protette e tutelate, e il piano conferma l’attenzione che abbiamo nei loro confronti».

L’assessore Icardi ha invece affermato che «si sta chiudendo anche un accordo per dare ad ogni medico la possibilità di effettuare, a spese del sistema sanitario regionale, il test rapido in studio, in ambulatori distrettuali, nelle Case della Salute o negli ambulatori aggregati».

Al tempo stesso da piazza Castello è arrivata una netta smentita circa una notizia riportata da un’agenzia che sarebbe imminente nella nostra regione l’introduzione del “coprifuoco”: la Regione Piemonte, si è voluto precisare in un comunicato, “non ha in programma nessuna ordinanza in tal senso. Le misure attualmente in vigore sono state assunte ieri sera (martedì 20, ndr) con le ultime ordinanze che prevedono misure rigorose ma chirurgiche, per colpire laddove l’assembramento è reale, cioè il trasporto scolastico e le aree dei grandi centri commerciali. No quindi al blocco generalizzato, ma mirato e integrato poi dai sindaci laddove necessario. Eventuali altre restrizioni – conclude la nota della Giunta Cirio – verranno prese in considerazione in base all’evoluzione del quadro epidemiologico”.

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