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Cirio: «Test coronavirus per tutti i sanitari. Venerdì i primi riscontri sulle misure»

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Cirio: «Test coronavirus per tutti i sanitari. Venerdì i primi riscontri sulle misure». Durante la conferenza stampa di oggi il governatore del Piemonte Alberto Cirio ha comunicato che «il tampone sarà eseguito su tutti gli operatori sanitari: tutelando loro, tuteliamo tutti in modo che possano operare nella massima sicurezza. Con gli ospedali abbiamo condiviso di linee guida per azioni comuni: loro ci chiedono attrezzature e tutela del personale e noi siamo operativi su entrambi i fronti. Venerdì dovremmo avere primo il primi riscontri delle misure contenitive dal comitato scientifico».

L’assessore alla Sanità Luigi Icardi, oltre a presentare il nuovo ospedale covid di Verduno, ha detto che «il materiale sanitario sarà distribuito a farmacisti, medici base, forze dell’ordine, privilegiando gli ospedali. Domani saranno consegnate le prime mascherine lavabili prodotte da Miroglio, dunque la situazione dovrebbe migliorare».

 

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Alla conferenza stampa ha partecipato anche il nuovo commissario straordinario Vincenzo Coccolo dichiarando che «il sistema Piemonte sta rispondendo al meglio, è una realtà che ha le capacità per muoversi bene. Il mio compito è quello di utilizzare le risorse per  portarle a sistema e fare in modo che tutto funzioni».

Riguardo alla questioni tamponi, Mauro Salizzoni, Vice Presidente Consiglio regionale del Piemonte, e Domenico Rossi, Vice Presidente della Commissione Sanità replicano: «Crediamo che anche in Piemonte si debba procedere ad eseguire un numero maggiore di tamponi, sull’esempio di altre Regioni. C’è chi come il Veneto vuole farlo a tappeto, ma chi, come Toscana ed Emilia Romagna, ad esempio, registra comunque un numero di tamponi più alto del nostro in rapporto al numero dei contagiati. Condividiamo la scelta del Presidente Cirio di sottoporre a tampone il personale sanitario ma riteniamo che i test vadano estesi in generale, a partire dalle persone sintomatiche a casa e i loro familiari. Conosciamo le difficoltà di risorse e mezzi, ma si potrebbe partire dalle zone della nostra Regione che paiono essere più colpite. Se è vero quanto affermato da alcuni studiosi che in Italia abbiamo alcune decine di migliaia di persone contagiate che non sanno di esserlo, allora occorre adottare misure più drastiche per rompere la catena della trasmissione. Chi oggi è asintomatico o registra solo lievi sintomi influenzali potrebbe essere indotto a continuare a uscire di casa e non adottare le cautele necessarie, trasformandosi in un pericolo per tutti gli altri».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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