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Centri estivi “senza” bambini: solo 40 gli iscritti

Nel 2019 gli iscritti ai centri estivi comunali erano 350, quest’anno non arrivano nemmeno a 40. In due settimane le richieste pervenute sono pochissime e le domande potranno essere inoltrate on line fino al 2 giugno; i posti disponibili sono 250 per sette settimane, dal 15 giugno al 31 luglio.

Dati oggettivi che evidenziano una preoccupazione reale delle famiglie, o forse anche una mancanza di interesse per un servizio inevitabilmente ridotto in seguito alle normative sul distanziamento sociale.

 

 

«Come requisito per l’iscrizione – spiega l’assessore all’Istruzione Valentina Graziosi – abbiamo previsto che lavorino entrambi i genitori; nel caso in cui ci fossero ancora posti disponibili, apriremo le porte anche alle famiglie in cui un solo genitore lavora e ai non residenti».

I centri estivi si svolgeranno in quattro scuole diverse: Bottacchi, Don Ponzetto, Galvani e Sulas dalle 8.30 alle 16.30 per i bambini delle elementari e dalle 8.30 alle 12.30 per quelli della materna. Per garantire le distanze di sicurezza, il rapporto sarà di 1 animatore ogni 7 iscritti per la fascia di età delle primarie e 1 ogni 5 per le scuole d’infanzia. Per i bambini disabili il rapporto sarà di 1 a 1.

Le tariffe restano invariate: «Un minimo di 25 euro a settimana per le famiglie con Isee inferiore a 7500 euro – prosegue Graziosi – fino a un massimo di 90 euro per quelle che superano i 25 mila euro. Nel 2019 il Comune aveva messo a bilancio 180 mila euro; quest’anno ne prevediamo quasi il doppio anche grazie ai contributi messi a disposizione dallo Stato. Di questi 50 mila euro serviranno per la sanificazione dei locali e l’acquisto di dispositivi di protezione individuale.

Rischia di saltare, invece, l’appuntamento con i centri estivi parrocchiali, a causa delle linee guida anti covid dettate dalla Regione: «Nel corso di alcuni incontri con l’amministrazione comunale – aggiunge Graziosi – sono emerse una serie di perplessità tra cui quelle legate agli animatori. Molte parrocchie, infatti, si avvalevano della collaborazione di volontari minorenni, cosa che quest’anno non sarebbe possibile se non in affiancamento a un educatore».

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Luca Mattioli

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