La notizia del giorno è quella della liberazione di Cecilia Sala dal carcere iraniano di Evin. La giornalista italiana che era stata arrestata il 19 dicembre dal regime di Teheran per «aver violato le leggi della Repubblica islamica» è stata rilasciata oggi ed è in volo verso l’aeroporto di Ciampino.
La soddisfazione per la liberazione di Sala è arrivata da tutti i fronti, dalla società civile fino all’aula del Senato dove dopo l’annuncio della liberazione di Sala si è levato un forte applauso per il lavoro del Governo e del corpo diplomatico in una situazione delicata. Situazione che, probabilmente non a caso, si è risolta dopo la visita di Meloni alla residenza di Donald Trump e riguarda anche le dimissioni di Elisabetta Belloni da direttrice del Dipartimento delle Informazioni per la sicurezza.
A commentare la vicenda è anche il Consigliere regionale novarese Domenico Rossi (Pd) che ha definito la liberazione di Sala come «un segnale di speranza per i tanti prigionieri detenuti ingiustamente in tutto il mondo». Il riferimento è anche al dramma del medico ricercatore Ahmadreza Djalali rinchiuso da quasi otto anni nel braccio della morte della prigione di Evin (dove era detenuta Sala), con la falsa accusa di spionaggio a favore di Israele.
Rossi, già promotore di diverse iniziative sul tema in Consiglio regionale, ha aggiunto «Ahmad è un brillante scienziato, non una spia. Mi auguro che il canale aperto per la liberazione di Cecilia porti ad un rinnovato impegno delle autorità italiane ed europee per riportare Ahmad tra le braccia dei suoi cari».