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Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio: arrestati i fratelli Palamara ad Arona e Meina

Nell'inchiesta, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, compare anche il nome dell'ex sindaco di Borgomanero, Giuseppe Cerutti. Sequestrati beni pere oltre 1,3 milioni di euro

Bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Sono queste le accuse con cui la Guardia di finanza di Milano, su disposizione del gip del capoluogo lombardo, ha arrestato oggi i fratelli Giuseppe e Pasquale Palamara, rispettivamente di 57 e 48 anni, residenti uno a Meina l’altro ad Arona, imprenditori nel settore edile e movimentazione terra e dediti, secondo gli inquirenti «alla commissione di plurimi reati tributari e fallimentari attraverso società operanti nel settore del movimento terra e lavori stradali a Milano e nella provincia di Novara».

Secondo le indagini, condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, i due uomini avrebbero «cagionato dolosamente il fallimento e la distrazione dei patrimoni aziendali di diverse società a loro riconducibili, impedendo così l’azione di recupero dei creditori e dell’Erario». Gli accertamenti patrimoniali e l’analisi dei conti correnti intestati alle società e ai fratelli avrebbero «evidenziato svariate movimentazioni finanziarie anomale, alcune delle quali verso la Svizzera, finalizzate a svuotare sistematicamente le imprese decotte a vantaggio delle new company e a drenare parte dei fondi per utilizzi privati dei due amministratori di fatto»

Le fiamme gialle hanno anche sequestrato immobili, auto di lusso e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 1,3 milioni di euro nei confronti dei principali indagati. I due fratelli sono indagati a vario titolo insieme ad altre sette persone.

Nell’inchiesta compare anche il nome dell’ex sindaco di Borgomanero, Giuseppe Cerutti, classe 1938, che in passato era anche stato anche consigliere regionale. Fino al 2017 Cerutti è stato presidente di Sitaf Spa (Società Italiana per il Traforo Autostradale del Fréjus) e fino allo scorso mese di settembre anche legale rappresentante di una delle società coinvolte nell’inchiesta, la Cave di Romagnano Sesia, il cui procuratore è stato Pasquale Palamara.

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