Il futuro della gestione idrica del territorio passa inevitabilmente dalla capacità di reagire alle crisi climatiche degli ultimi anni. È questo il messaggio arrivato oggi durante la commissione dedicata alle società partecipate, dove Acqua Novara Vco ha illustrato una fotografia aggiornata della situazione, presentando numeri, investimenti e le strategie che accompagneranno il territorio fino al 2050. Ad intervenire è stato l’amministratore delegato Daniele Barbone che ha immediatamente richiamato il peso delle emergenze idriche del 2022 e 2023. «Quelle vicende hanno cambiato il modo in cui pianifichiamo – ha spiegato Barbone –. La nomina del commissario straordinario del Governo e la collaborazione con il Politecnico di Milano, che ci supporta nel monitoraggio climatico, ci hanno portato ad aggiornare completamente i nostri modelli previsionali. Oggi è indispensabile guardare al lungo periodo per prevenire situazioni che potrebbero creare criticità anche per la città di Novara».
La società ha ribadito la centralità dell’Agenda 2036, la cornice programmatoria che si basa sul contrasto al cambiamento climatico, sull’evoluzione normativa e sulla sostenibilità finanziaria. Dentro questa visione si colloca un piano imponente: 565 milioni di euro di investimenti in 12 anni, in gran parte destinati agli acquedotti e alla tutela dell’approvvigionamento idrico, con un secondo blocco dedicato alla depurazione, chiamata ad adeguarsi alle nuove direttive europee. Barbone ha ricordato anche come il piano sia considerato un modello a livello nazionale, tanto da aver permesso alla società di ottenere 150 milioni di euro di finanziamento dalla Banca Europea degli Investimenti, un risultato frutto di una lunga trattativa guidata dal direttore Elia Gimmi Fumagalli.
Uno dei passaggi più significativi dell’audizione ha riguardato le perdite idriche nel capoluogo, un tema particolarmente sentito. Se nel 2022 la dispersione si attestava al 32% e nel 2023 era leggermente risalita al 33%, il trend del 2024 mostra un cambio di passo importante, con un calo al 29%. Per il 2025 l’azienda prevede una nuova riduzione, fino al 27%. «Stiamo procedendo nella direzione giusta – ha detto Barbone – ma sappiamo che per accelerare ulteriormente serve confrontarsi con chi ha ottenuto risultati ancora più solidi. Per questo abbiamo avviato una collaborazione con Nuove Acque Arezzo, che in pochi anni è passata dal 40% al 20% di perdite: l’obiettivo è trasferire competenze e replicare quel modello anche sul nostro territorio».
Parallelamente, la società ha illustrato gli interventi previsti a Novara, dal potenziamento dei pozzi alla grande operazione per ridurre le perdite finanziata anche con risorse del Pnrr, fino ai 20 milioni di euro destinati all’ammodernamento dell’impianto di depurazione cittadino, che dovrà incrementare sensibilmente la propria capacità di trattamento.
Nel quadro generale si inserisce anche la trasformazione del rapporto dei cittadini con l’acqua: nel 2025 i consumi complessivi della provincia sono scesi a 29,5 milioni di metri cubi, un dato in diminuzione che l’azienda collega alle campagne di sensibilizzazione e al cambiamento nelle abitudini dopo le crisi idriche. Sul fronte economico, Acqua Novara Vco ha subito una riduzione dei costi operativi, scesi sotto i 40 milioni di euro grazie anche alla diminuzione dei consumi elettrici e alle gare congiunte per la fornitura energetica con altri gestori di Piemonte e Lombardia.
Barbone ha chiuso il suo intervento richiamando la dimensione strutturale della sfida. «Il cambiamento climatico non è più un’emergenza episodica, ma un dato permanente con cui convivere. La nostra responsabilità è adattare adesso le infrastrutture, non quando la crisi sarà già esplosa. Gli investimenti programmati vanno in questa direzione».







