Accusato della sparatoria dello scorso 28 agosto in via Pietro Micca di Novara (vicino al sottopasso di via Gnifetti era morto un ventunenne marocchino dopo una lite per questioni di droga), viene condannato in direttissima per l’arresto avvenuto qualche giorno prima dell’omicidio, quando era scappato all’alt della polizia. Mohamed Atman, 36 anni, domiciliato a Novara e attualmente in carcere per il delitto, ha rimediato 1 anno e 8 mesi di reclusione e 1.200 euro di multa per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
La sera del 25 agosto l’uomo era stato intercettato dalle Volanti in via del Sabbione, a nord di Novara, durante un normale controllo. La sua auto procedeva a velocità sostenuta e quindi gli agenti avevano deciso di fermarlo per un controllo. Ma non appena i poliziotti sono scesi per chiedere i documenti, lui ha ingranato la marcia partendo a tutta velocità. Ne è nato un movimentato e pericoloso inseguimento fra via Fara e corso Risorgimento, anche lungo le traverse, con repentini cambi di traiettoria, invasioni della corsia opposta, e strade imboccate contromano.
La fuga è terminata in via Redi, dove Atman si è schiantato su auto in sosta cercando inutilmente di proseguire a piedi, e tirando calci e pugni ai poliziotti. Dopo la convalida gli era stato imposto l’obbligo di firma, ma nel frattempo si reso protagonista del più grave fatto di sangue, l’omicidio di via Micca: secondo quanto ricostruito dalla polizia, è lui ad aver sparato il colpo di pistola che ha ucciso un connazionale. Atman è stato fermato per l’omicidio proprio quando si era recato in questura per la firma, relativamente all’arresto per resistenza.