Con l’approvazione della legge regionale 16 del 9 aprile 2024 in Piemonte è possibile seppellire o tumulare le ceneri degli animali d’affezione accanto ai loro proprietari nei cimiteri urbani, oltre a prevedere la realizzazione di spazi pubblici dedicati interamente agli animali.
A Novara, So.Crem, ente del Terzo settore che da decenni tutela il diritto alla cremazione e alla libera scelta sulle pratiche funerarie, ha avviato un percorso per tradurre concretamente questa nuova possibilità. Lo statuto dell’associazione prevede infatti la promozione della cremazione anche per gli animali d’affezione, e in questo quadro è nato il progetto “So.Crem Pet”, che punta a creare una rete etica e trasparente di servizi in collaborazione con istituzioni pubbliche, veterinari e realtà private.
L’obiettivo è duplice: garantire ai soci la possibilità di scegliere la tumulazione delle ceneri dei propri animali insieme a sé e contribuire alla nascita di cimiteri pubblici dedicati. So.Crem intende svolgere un ruolo di coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti – Pubbliche amministrazioni, Ordine dei medici veterinari, gestori di impianti di cremazione, associazioni animaliste e operatori logistici – per assicurare che le nuove disposizioni vengano applicate nel rispetto della normativa e delle volontà individuali.
Il presidente di So.Crem Novara, che ha poteri notarili, può formalizzare le volontà dei soci attraverso un modulo di iscrizione con valore di testamento olografo. In questo modo, chi desidera tumulare le ceneri dei propri animali insieme alle proprie sarà tutelato legalmente.
Un passaggio chiave è rappresentato dal patrocinio dell’Ordine dei medici veterinari della provincia di Novara, che parteciperà alla definizione di protocolli di intesa con gli enti pubblici e con i gestori degli impianti di cremazione. L’Ordine avrà anche un ruolo nel controllo etico delle collaborazioni: ogni soggetto, pubblico o privato, che aderirà al progetto verrà valutato prima dal consiglio dell’Ordine e poi dal direttivo di So.Crem.
Nel 2026 il modello sarà esteso alle altre province piemontesi e, progressivamente, alle regioni che hanno già legiferato in materia – Lombardia, Liguria, Abruzzo e Calabria – con l’obiettivo di arrivare entro l’anno a una rete nazionale di servizi certificati.















