Cronaca

In 2500 al corteo in memoria di Adil: «Ha dato il sangue per i lavoratori»

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Secondo gli organizzatori sono stati circa 2500 i manifestanti che oggi, sabato 26 giugno, hanno preso parte al corteo dei Si Cobas in memoria di Adil Belakhdim, il sindacalista travolto e ucciso venerdì scorso da un camion frigo durante una protesta di frone ai magazzini Lidl di Biandrate.

Da largo Pastore il sepertone umano, in testa gli agenti di polizia in tenuta anti sommossa, è partito intorno alle 15.45 e dopo numerose soste durante il tragitto, è arrivat in piazza Martiri alle 17.30. Numerosi gli interventi ai microfoni del furgone che ha seguito il corteo, tra cui quello che di Anna Bellamine, di Pavia, che ha ripetuto più volte: «Siamo tutti poveri di fronte al padrone, vogliamo un vita dignitosa. Non è possibile che l’assassino di Adil abbia avuto solo gli arresti domiciliari».

Giunti in piazza Martiri, i manifestanti hanno osservato un minuto di silenzio, priam che il referente Cobas di Napoli prendesse la parola: «Oggi siamo costretti a ricordare il nostro compagno Adil che ha dato il suo sangue per i lavoratori. L’accordo firmato in prefettura è esattamente l’accordo secondo cui vive e si è configurata il senso della battaglia di Adil nei confronti dei lavoratori e nel combattere le ingiustizie nei luoghi di lavoro. Noi abbiamo il dovere di proseguire in quel solco, con le lotte che da dodici anni caratterizzano il nostro dna. Quello che è successo venerdì a Biandrate, solo per caso non è successo una settiamna prima a Tavazzano, due settimane prima a San Giuliano Milanese ai magazzini Fedex, pochi giorni prima dello sciopero nazionale a Prato dove i lavoratori sono stati presi a mattonate dai padroni. Dobbiamo reagire con l’autodifesa che significa rafforzare al nostra organizzazione, essere unitari e compatti in una lotta che riguarda tutti noi».

Anche Pape Ndiaye, il referente del Si Cobas di Milano, è interventuo dicendo: «È accadito alla Lidl, accadrà ancora, ma i lavoratori non si faranno cogliere impreparati. Il governo Draghi non può guardare da un’altra parte: da questa lotta nasceranno altre lotte».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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