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L’artista Michele Viana espone un’opera al Dipartimento di scienze del farmaco dell’Upo

L'artista e neurologo novarese sarà presente al Broletto dal 17 dicembre con un'esposizione personale

Le università sono luoghi di incontro e di ideazione, e quindi i suoi spazi devono essere accoglienti e ispiranti. In quest’ottica il Dipartimento di scienze del farmaco dell’Università del Piemonte Orientale ha deciso di commissionare una tela che accolga coloro che frequentano l’università e che li spinga a sentirsi protagonisti. Il quadro è stato allestito nell’atrio dell’edificio in Largo Donegani e ha una larghezza di 4 metri.

L’idea nasce dall’amicizia di lunga data tra Armando Genazzani, direttore del Dipartimento, e Michele Viana, neurologo e laureato dell’Università, che ha scoperto una spiccata vocazione artistica e che esporrà le sue opere al Broletto dal 17 dicembre all’8 gennaio. Il progetto sancisce un’amicizia, ma anche una visione comune di università come luogo di aggregazione e contaminazione.

«L’ingresso del Dipartimento, un luogo storico per i novaresi che ospitava nel secolo scorso il cotonificio Wilde- ricorda il professore Genazzani – era stato concepito come una reception che accogliesse i fruitori dei servizi. Era funzionale, sicuramente, ma non trasmetteva energia e l’idea che l’università non è esclusivamente un luogo dal quale si ricevono servizi, ma è anche il luogo deputato agli scambi di idee e alla ricerca. Un luogo nel quale tutti, docenti, personale amministrativo e studenti, sono chiamati ad essere protagonisti nel creare conoscenza».

«Con Armando abbiamo parlato a lungo di cosa volevamo trasmettere – precisa l’artista e neurologo Michele Viana – L’universo di emozioni che attraversa tutti gli esseri umani e in particolare i giovani durante il periodo degli studi universitari. Viene inoltre focalizzata l’attenzione sulla condivisione ed il vivere insieme, arricchendosi delle esperienze e delle emozioni altrui. Con quest’opera ho cercato di far parlare l’arte, la quale dice al suo osservatore, guardandolo negli occhi: ”non sei solo in questo universo di emozioni che ti passa attraverso, e io lo so capire e anche trasformare”. E così una volta su tela noi tutti lo possiamo osservare, possiamo rifletterci, possiamo ispirarci, possiamo evocare nostri vissuti ed emozioni interne, ma soprattutto condividere tutto questo con altre persone.».

«Questo è solo il primo passo – continua e conclude Genazzani – Intendiamo creare una comunità universitaria inclusiva e protagonista. Per questo nei prossimi mesi indiremo un contest per permettere anche agli studenti di sviluppare idee artistiche che possano rendere i locali più vivi».

L’opera di Michele Viana è visitabile al pubblico negli orari di apertura del DSF.

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Paolo Pavone

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