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Corteo del 1 Maggio: diritto al lavoro, no alla guerra. «Novara torni a essere polo manifatturiero»

Cgil, Cisl e Uil nelle vie del centro storico per la tradizionale sfilata, la prima post pandemia. In piazza anche il movimento di Lotta Comunista

Dopo due anni di stop a causa della pandemia, si torna a sfilare in piazza per il diritto al lavoro, stipendi e contratti equi, ma anche per dire no alla guerra. Questa mattina, domenica 1 maggio, a Novara il tradizionale corteo organizzato da Cgil, Cisl e Uil è partito alle 9 da piazza Cavour: una sfilata per le vie del centro storico di circa 350 persone approdata in piazza Gramsci per il discorso dei rappresentanti sindacali.

«Rinnoviamo all’amministrazione comunale la nostra proposta di cabina regia per ribadire il ruolo centrale del territorio novarese nel settore della formazione allo scopo di creare profili professionali specializzati – ha detto la segretaria generale di Cisl Piemonte Orientale, Elena Ugazio -. Novara deve tornare a essere un polo manifatturiero; a questo scopo bisogna fare squadra ognuno rappresentando la propria parte per un futuro più equo e sicuro per lavoratori e pensionati. La pandemia si ha sconvolti e abbiamo dovuto immaginare un nuovo modo di lavorare. Oggi torniamo in piazza: difendiamo il diritto a manifestare, ma condanniamo fermamente quello che è successo in autunno proprio qui e che ha offeso la nostra Memoria. Da questa piazza diciamo grazie a chi si è sacrificato dicendo no a ogni tipo di violenza, comprese le stragi silenziosi delle morti sul lavoro».

«Nel 2022 speravamo in un miglioramento, invece il 24 febbraio è successo l’inimmaginabile; per questo motivo diciamo no alla guerra, sì alla pace – ha proseguito Ugazio -. Tutti dobbiamo metterci al lavoro attraverso il dialogo e la diplomazia senza dimenticarci che c’è un popolo invaso e un altro che ha deciso di uscire dalle regole. Novara a si è attivata fin da subito per dare una mano alla nostra comunità ucraina che è una preziosa presenza sul nostro territorio. Solo con un’Europa civile e più forte potremo uscire da questa crisi globale mettendo al centro le persone. Non possiamo sprecare le risorse ma dobbiamo usarle per ricostruire il Pese e fare le riforme tante attese».

«Lo scenario attuale è reso ancora più drammatico non solo dalla guerra in Ucraina, ma dalle 56 guerra sparse nel mondo. Oltre all’enorme crisi recessiva e dalle morti sul lavoro – ha affermato il segretario generale di Cgil Novara e Vco -. Il sistema Italia ha bisogno di una curda da cavallo: basterebbe che il governo prendesse in considerazione le proposte fatte in questi mesi dai sindacati. Basta con i contratti precari e atipici, non è più tollerabile. Chi paga il prezzo più alto sono le donne che hanno una progressione di carriera diversa rispetto a quelli dei colleghi uomini».

E poi la sanità: «La pandemia ha sottolineato l’inadeguatezza: durante gli incontri abbiamo raccolto una situazione preoccupante con carenza di personale e di risorse. È indispensabile investire di più» ha aggiunto Fasulo.

L’intervento conclusivo è stato affidato al segretario generale di Uil, Michelangelo Librandi: «Abbiamo bisogno di un buon lavoro stabile, i contratti a termine non possono essere la normalità, ma devono rappresentare solo condizioni eccezionali, Diciamo no a contratti che fanno concorrenza sulla pelle dei lavoratori».

Durante la mattina la corteo dei sindacati si è unito quello dei movimento di Lotta Comunista che ha sfilato fino a piazza Tornielli Brusati dove poi si è svolto il comizio.

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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