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Tra Cerano e Trecate il primo modello nazionale per la gestione della risorsa idrica

Realizzato dal Gruppo di Lavoro Assoreca insieme a Est Sesia. Servirà per far fronte alla siccità e alla alla crisi climatica

Nasce in Piemonte un nuovo modello per la gestione efficiente della risorsa idrica, capace di contribuire al soddisfacimento del fabbisogno idrico di tutti gli attori in territori complessi, e di accrescere l’offerta di acqua per far fronte alle sfide della crisi climatica in atto, attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche per aumentare la resilienza delle comunità.

Sono questi gli obiettivi del primo progetto pilota in Italia per la creazione di un Comparto territoriale ad alta sostenibilità idrica, realizzato dalle aziende aderenti ad Assoreca insieme a Est Sesia con il patrocinio della Regione Piemonte e insieme ad altri importanti partner, tra cui dieci tra le maggiori società di ingegneria del Paese.

Il territorio scelto è quello fra Cerano e Trecate che concentra ogni tipo di esigenza rispetto al settore idrico: industriale, civile, agricolo, zootecnico. Il progetto propone quattro diverse tipologie di intervento che mirano a ricaricare la falda, ottimizzare il ciclo idrico del polo industriale, realizzare invasi sfruttando le opportunità offerte dal territorio e recuperare le acque di depurazione.

Per operare in questi ambiti, il primo passo è quello di monitorare la risorsa idrica disponibile nel territorio. La falda ha un ruolo essenziale per il mantenimento delle risorgive ed è di fondamentale supporto per l’effettuazione delle pratiche colturali: il lento processo di infiltrazione nel sottosuolo di monte contribuisce al soddisfacimento dei fabbisogni delle zone poste più a valle. La soluzione proposta è quindi quella di realizzare una serie di pozzi di ravvenamento per innescare un processo di “ricarica artificiale della falda” nei periodi di maggior disponibilità idrica, che contribuirà ad alleviare la massiva idroesigenza di periodi più siccitosi.

Il ciclo idrico cha attualmente si svolge all’interno del polo industriale di San Martino deve essere considerato non un problema, ma una risorsa. Le acque superficiali e sotterranee prelevate per gli usi industriali, infatti, se giudicate compatibili, possono essere recuperate, reimmesse nella rete irrigua e riutilizzate in agricoltura.

Inoltre, il recupero di acqua deve passare attraverso la realizzazione di invasi, sfruttando la specificità del territorio, come ad esempio le già presenti cave dismesse. Sono state individuate due potenziali aree, una a monte del territorio di Trecate e una a valle del territorio di Cerano, dove realizzare invasi impiegando tecnologie capaci di garantire la sostenibilità ambientale e assicurare il recupero di oltre 3 milioni di metri cubi di acqua.

Infine, la presenza di un depuratore nel territorio di Cerano offre un’altra opportunità: il recupero di acque reflue depurate da impiegare in agricoltura. Il progetto prevede la realizzazione di una vasca di accumulo dove stoccare oltre 800mila metri cubi di acqua, pronta da utilizzare in ogni momento.

Scopo del progetto è superare la concorrenza tra settore agricolo, industriale e civile e passare da un “modello competitivo” a un “modello sinergico” della gestione della risorsa idrica. Dopo l’inserimento degli ultimi dati di dettaglio, il passo finale sarà la quantificazione dei costi e l’individuazione degli strumenti di finanziamento per la sua realizzazione. Il completamento è previsto per i primi mesi del 2024.

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Redazione

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