Legambiente: «Ecco i comuni del novarese con elevati rischi idraulici e frane»

Legambiente – in occasione della Giornata mondiale del suolo – richiama l’attenzione di amministratori e cittadini alla prevenzione del dissesto idrogeologico, evidenziando i dati ufficiali 2021, relativi ai Comuni dell’alto novarese

In occasione della Giornata Mondiale del suolo, il circolo territoriale di Legambiente intende sensibilizzare ulteriormente gli Amministratori e le comunità locali sulle criticità e sui rischi per la sicurezza delle persone e degli edifici che derivano dal dissesto idrogeologico, aggravato dai fenomeni meteorologici estremi conseguenti agli effetti del riscaldamento globale.

Partendo dal Rapporto 2021 sulla pericolosità e i fattori di  rischio che derivano dal dissesto idrogeologico nel nostro paese, realizzato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, l’associazione ambientalista ha estrapolato alcuni dati significativi di riepilogo che riguardano alcuni comuni del nostro territorio.  Dati che rappresentano uno strumento  utile a supporto delle decisioni nell’ambito delle politiche di contrasto al dissesto idrogeologico, applicando politiche e strategie di mitigazione e di pianificazione territoriale.

A fronte di un dato complessivo nazionale che evidenzia come il 18,4% del territorio nazionale viene classificato a pericolosità frane elevata e/o molto elevata e anche con pericolosità idraulica media, il mosaico dei rischi del nostro territorio evidenzia che le situazioni di criticità e di rischi i idraulici e di frane sono presenti anche in diversi comuni. In particolare si rilevano rischi nelle località a valle e fronte lago nel basso Verbano, che oltre ai ben noti rischi di esondazione del lago Maggiore sono soggetti anche a possibili esondazioni dei torrenti che scendono con percorsi ripidi dalle colline dell’entroterra e di conseguenza anche con situazioni di rischi di frane. Rischi idrici elevati sono evidenziati anche nelle località lungo l’asse del percorso del torrente Agogna e sulle colline del Cusio.

Nel sottolineare che questi rischi sono ben presenti a livello di amministratori e uffici tecnici dei Comuni e negli organismi e agenzie regionali preposti alla protezione civile e che sono attivi dei piani specifici di gestione delle emergenze che vengono periodicamente aggiornati, l’associazione ambientalista auspica comunque una maggiore attività di informazione e di coinvolgimento dei cittadini, affinché cresca la consapevolezza in una logica di prevenzione e di mitigazione condivisa. 

Roberto Signorelli vicepresidente del circolo locale di Legambiente ha così commentato i dati:  «Dobbiamo essere consapevoli che gli eventi climatici estremi che hanno coinvolto in passato il nostro territorio, hanno elevate probabilità di verificarsi anche in futuro. Questi dati, ben noti a tecnici e amministratori, che abbiamo estrapolato in modo sintetico dai documenti ufficiali del Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente, vogliono essere un contributo di informazioni ai cittadini. Riteniamo che le politiche attive di prevenzione e gestione dei rischi devono avere  maggiore priorità e che le problematiche connesse non riguardano solo gli addetti ai lavori e alla sicurezza, ma riguardano tutti ed è necessario coinvolgere le comunità locali e i cittadini rendendoli maggiormente partecipi e consapevoli».

Massimiliano Caligara presidente del Circolo Legambiente Gli Amici del Lago ha dichiarato: «Dal 2010 allo scorso mese di settembre in Italia si sono verificati 1.454 gli eventi estremi, causando con 282 vittime, alle quali si sono aggiunte le vittime della recente tragedia di Ischia. Purtroppo non siamo assolutamente preparati a gestire la crisi climatica, i cui effetti vengono amplificati dal consumo esagerato di suolo che avviene nel nostro paese. Sigillare i terreni con asfalto e cemento li rende impermeabili, limitando l’alimentazione naturale delle falde durante i periodi di siccità e a fronte di precipitazioni intense, aumentano le criticità idrauliche e il dissesto idrogeologico». 

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Legambiente: «Ecco i comuni del novarese con elevati rischi idraulici e frane»

Legambiente – in occasione della Giornata mondiale del suolo – richiama l’attenzione di amministratori e cittadini alla prevenzione del dissesto idrogeologico, evidenziando i dati ufficiali 2021, relativi ai Comuni dell’alto novarese

In occasione della Giornata Mondiale del suolo, il circolo territoriale di Legambiente intende sensibilizzare ulteriormente gli Amministratori e le comunità locali sulle criticità e sui rischi per la sicurezza delle persone e degli edifici che derivano dal dissesto idrogeologico, aggravato dai fenomeni meteorologici estremi conseguenti agli effetti del riscaldamento globale.

Partendo dal Rapporto 2021 sulla pericolosità e i fattori di  rischio che derivano dal dissesto idrogeologico nel nostro paese, realizzato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, l’associazione ambientalista ha estrapolato alcuni dati significativi di riepilogo che riguardano alcuni comuni del nostro territorio.  Dati che rappresentano uno strumento  utile a supporto delle decisioni nell’ambito delle politiche di contrasto al dissesto idrogeologico, applicando politiche e strategie di mitigazione e di pianificazione territoriale.

A fronte di un dato complessivo nazionale che evidenzia come il 18,4% del territorio nazionale viene classificato a pericolosità frane elevata e/o molto elevata e anche con pericolosità idraulica media, il mosaico dei rischi del nostro territorio evidenzia che le situazioni di criticità e di rischi i idraulici e di frane sono presenti anche in diversi comuni. In particolare si rilevano rischi nelle località a valle e fronte lago nel basso Verbano, che oltre ai ben noti rischi di esondazione del lago Maggiore sono soggetti anche a possibili esondazioni dei torrenti che scendono con percorsi ripidi dalle colline dell’entroterra e di conseguenza anche con situazioni di rischi di frane. Rischi idrici elevati sono evidenziati anche nelle località lungo l’asse del percorso del torrente Agogna e sulle colline del Cusio.

Nel sottolineare che questi rischi sono ben presenti a livello di amministratori e uffici tecnici dei Comuni e negli organismi e agenzie regionali preposti alla protezione civile e che sono attivi dei piani specifici di gestione delle emergenze che vengono periodicamente aggiornati, l’associazione ambientalista auspica comunque una maggiore attività di informazione e di coinvolgimento dei cittadini, affinché cresca la consapevolezza in una logica di prevenzione e di mitigazione condivisa. 

Roberto Signorelli vicepresidente del circolo locale di Legambiente ha così commentato i dati:  «Dobbiamo essere consapevoli che gli eventi climatici estremi che hanno coinvolto in passato il nostro territorio, hanno elevate probabilità di verificarsi anche in futuro. Questi dati, ben noti a tecnici e amministratori, che abbiamo estrapolato in modo sintetico dai documenti ufficiali del Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente, vogliono essere un contributo di informazioni ai cittadini. Riteniamo che le politiche attive di prevenzione e gestione dei rischi devono avere  maggiore priorità e che le problematiche connesse non riguardano solo gli addetti ai lavori e alla sicurezza, ma riguardano tutti ed è necessario coinvolgere le comunità locali e i cittadini rendendoli maggiormente partecipi e consapevoli».

Massimiliano Caligara presidente del Circolo Legambiente Gli Amici del Lago ha dichiarato: «Dal 2010 allo scorso mese di settembre in Italia si sono verificati 1.454 gli eventi estremi, causando con 282 vittime, alle quali si sono aggiunte le vittime della recente tragedia di Ischia. Purtroppo non siamo assolutamente preparati a gestire la crisi climatica, i cui effetti vengono amplificati dal consumo esagerato di suolo che avviene nel nostro paese. Sigillare i terreni con asfalto e cemento li rende impermeabili, limitando l’alimentazione naturale delle falde durante i periodi di siccità e a fronte di precipitazioni intense, aumentano le criticità idrauliche e il dissesto idrogeologico». 

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