Gli istituti alberghieri sono in crisi?

Si legge ormai da alcuni anni che gli istituti alberghieri sarebbero in crisi di vocazioni. Io che lavoro nello stesso da trent’anni posso solo portare la mia testimonianza. Senza pretesa di essere esemplare. Nel mio Istituto, per anni, ci sono stati 150, 170 allievi. La pratica era preponderante sulla teoria; i docenti venivano selezionati per la loro professionalità e la didattica era quasi sempre imitativa. Semplice ed efficace. Ma certo non aiutava a sviluppare un pensiero critico e conoscere il mondo fuori. Quello, semmai, era compito tuo ed infatti molti sono poi diventati parte attiva della Società, in ogni luogo del mondo dove sono andati a vivere.

Poi, con il Progetto 92, si è passati da una didattica imitativa ad una maieutica: la pratica ha lasciato spazio alla teoria e i docenti si sono messi ad operare per moduli. I docenti pratici sono stati reclutati per titoli e non per curricolo lavorativo. Le scuole hanno cominciato a gonfiarsi: era un corso di studi adatto a chi non sapeva cosa fare della propria vita lavorativa e con un impegno minore. Più facile di un liceo e ti garantiva anche una professione e poi potevi andare all’Università. Esiti diversi e vite diverse, pochi nel settore.

Poi una serie di mezze riforme che hanno trasformato la scuola alberghiera in un mix d teoria e di pratica con tanti inserti: educazione civica, uda, progetti, pcto… gli studenti sono iperstimolati e il loro agire ha un mix di esiti possibili: università, lavoro, altri lavori… Questa scuola è migliore di quella di allora. Manca personale nell’Ho.re.Ca.? Può essere, ma non è colpa della scuola. E poi se si vuole personale esperto soprattutto di pratica di sala, ricevimento e cucina ci sono i corsi di formazione professionale (ma anche loro quanto pare fanno fatica a formare personale, visto che molti cambiano strada poi). 

E il boom degli anni scorsi? Una bolla televisiva che ha illuso molti e che la realtà ha poi sgonfiato. Una realtà fatta di orari, tempi lunghi, routine…Ora gli studenti sono diminuiti, ma certo non si è tornati alla scuola di una volta.

E il futuro? Per me la scuola e le imprese devono lavorare e progettare insieme, ma non solo sul pcto (lo stage come lo chiama qualcuno ancora). La comunicazione, la valorizzazione del territorio, l’inclusione, l’apertura alla società civile… La scuola alberghiera oggi è molto più performante e le imprese hanno tutto da guadagnare nel collaborare: possono avere idee, innovazione e, infine, anche personale che si avvicina alle aziende.

No non è una questione di numeri: le scuole alberghiere non sono in crisi, semmai sono in continua evoluzione. Più che di crisi si dovrebbe parlare di cambiamento. Ed anche i mass media dovrebbero prenderne atto: la vita non è solo competizione ma soprattutto evoluzione.

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Riccardo Milan

Riccardo Milan è professore, giornalista e blogger. Lavora alla scuola alberghiera di Stresa ed è pubblicista dal 1999. Da meno, è blogger con Allappante.it. Si è occupato per anni di cultura materiale, studente, scrittore e docente: vino, birra, gastronomia, cucina per lo più tipica, storia delle tradizioni. Sommelier ed idrosommelier per diletto. Vive sul Lago d’Orta.

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Gli istituti alberghieri sono in crisi?

Si legge ormai da alcuni anni che gli istituti alberghieri sarebbero in crisi di vocazioni. Io che lavoro nello stesso da trent’anni posso solo portare la mia testimonianza. Senza pretesa di essere esemplare. Nel mio Istituto, per anni, ci sono stati 150, 170 allievi. La pratica era preponderante sulla teoria; i docenti venivano selezionati per la loro professionalità e la didattica era quasi sempre imitativa. Semplice ed efficace. Ma certo non aiutava a sviluppare un pensiero critico e conoscere il mondo fuori. Quello, semmai, era compito tuo ed infatti molti sono poi diventati parte attiva della Società, in ogni luogo del mondo dove sono andati a vivere.

Poi, con il Progetto 92, si è passati da una didattica imitativa ad una maieutica: la pratica ha lasciato spazio alla teoria e i docenti si sono messi ad operare per moduli. I docenti pratici sono stati reclutati per titoli e non per curricolo lavorativo. Le scuole hanno cominciato a gonfiarsi: era un corso di studi adatto a chi non sapeva cosa fare della propria vita lavorativa e con un impegno minore. Più facile di un liceo e ti garantiva anche una professione e poi potevi andare all’Università. Esiti diversi e vite diverse, pochi nel settore.

Poi una serie di mezze riforme che hanno trasformato la scuola alberghiera in un mix d teoria e di pratica con tanti inserti: educazione civica, uda, progetti, pcto… gli studenti sono iperstimolati e il loro agire ha un mix di esiti possibili: università, lavoro, altri lavori… Questa scuola è migliore di quella di allora. Manca personale nell’Ho.re.Ca.? Può essere, ma non è colpa della scuola. E poi se si vuole personale esperto soprattutto di pratica di sala, ricevimento e cucina ci sono i corsi di formazione professionale (ma anche loro quanto pare fanno fatica a formare personale, visto che molti cambiano strada poi). 

E il boom degli anni scorsi? Una bolla televisiva che ha illuso molti e che la realtà ha poi sgonfiato. Una realtà fatta di orari, tempi lunghi, routine…Ora gli studenti sono diminuiti, ma certo non si è tornati alla scuola di una volta.

E il futuro? Per me la scuola e le imprese devono lavorare e progettare insieme, ma non solo sul pcto (lo stage come lo chiama qualcuno ancora). La comunicazione, la valorizzazione del territorio, l’inclusione, l’apertura alla società civile… La scuola alberghiera oggi è molto più performante e le imprese hanno tutto da guadagnare nel collaborare: possono avere idee, innovazione e, infine, anche personale che si avvicina alle aziende.

No non è una questione di numeri: le scuole alberghiere non sono in crisi, semmai sono in continua evoluzione. Più che di crisi si dovrebbe parlare di cambiamento. Ed anche i mass media dovrebbero prenderne atto: la vita non è solo competizione ma soprattutto evoluzione.

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Riccardo Milan è professore, giornalista e blogger. Lavora alla scuola alberghiera di Stresa ed è pubblicista dal 1999. Da meno, è blogger con Allappante.it. Si è occupato per anni di cultura materiale, studente, scrittore e docente: vino, birra, gastronomia, cucina per lo più tipica, storia delle tradizioni. Sommelier ed idrosommelier per diletto. Vive sul Lago d’Orta.