Oleggio, «Ti taglio la testa con la scimitarra»: ex compagno condannato per maltrattamenti e lesioni

R. C., 65 anni, ora in carcere, è stato condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione. E’ stato processato con rito abbreviato

«Ti ammazzo, ti squarto, ti taglio la testa, ho la scimitarra». E ancora: «Guarda che finisce male, non venire a casa», e ancora: «Sei fortunata che sono calmo, basta che domani sparisci». Erano questi alcuni dei messaggi che l’uomo inviava alla compagna, anche per chiederle denaro.

Al centro dei diverbi fra le mura di casa, che spesso oltrepassavano i limiti della civile convivenza, proprio problemi di natura economica. Un anno di inferno quello che la donna, una cinquantenne residente a Oleggio, ha denunciato ai carabinieri. Aveva subito ogni genere di sopruso: insulti, minacce, botte. Lui non aveva smesso nemmeno dopo aver ricevuto il divieto di avvicinamento alla donna: la scorsa estate era ritornato a casa di lei ed erano riprese le vessazioni, tant’è che ad agosto erano intervenuti i carabinieri e l’uomo era stato arrestato. Per tutti quei comportamenti R. C., 65 anni, abitante a Oleggio, ora in carcere, è stato condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione. E’ stato processato con rito abbreviato per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, e violazione del provvedimento da «codice rosso» che il giudice gli aveva applicato a febbraio. Il pm aveva chiesto 6 anni, mentre la difesa aveva invocato il minimo della pena.

In base a quanto denunciato dalla vittima, quasi quotidianamente il compagno le inviava messaggi per chiederle denaro o di consumare rapporti sessuale. In qualche occasione lei aveva dovuto abbandonare la casa e rifugiarsi dalla figlia. Se a lui mancavano soldi, sfogava la sua rabbia con minacce di morte. Una volta le ha lanciato dietro dei patti, un’altra le ha tirato un pugno al petto provocandole la frattura di alcune costole. In ospedale l’avevano poi dimessa con 40 giorni di prognosi. Qualche giorno prima del suo arresto, lo scorso 12 agosto, la donna si era rifugiata da un’amica e lui era piombato in cortile mettendosi a urlare: «Ti ammazzo». Se l’era presa anche coi vicini affacciatisi per chiedergli di smetterla e allontanarsi: «Vi prendo a martellate», aveva gridato loro.

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