Sei condanne per un totale di 29 anni di carcere. Si è concluso così, in tribunale a Novara, il processo per il caporalato nell’ambiente del volantinaggio che vedeva come vittime giovani pakistani al lavoro tantissime ore al giorno per uno stipendio di 2, massimo 3 euro all’ora, con qualsiasi con condizione atmosferica. Si tratta di un’indagine condotta alcuni danni fa dalla polizia di Stato, cui aveva collaborato anche la Guardia di Finanza per gli aspetti economici della vicenda, ovvero società che avevano commesso illeciti quali false fatture ed evasione.
La pena più elevata, 7 anni e mezzo e 12.600 euro di multa (anche più di quanto aveva chiesto il pm, ovvero 5 anni e 5 mesi) è andata ad A.C., imprenditore di Granozzo considerato il «colletto bianco» del gruppo. Poi sono stati inflitti 6 anni e 8 mesi e 11.500 euro di multa al pakistano H.T., capo del volantinaggio; 6 anni e 10.500 euro al connazionale A.N.; 3 anni e 2 mesi e 1.500 euro ad A.I.; e 2 anni e mezzo e 1.600 euro per A.A., considerato uno dei datori di lavoro; infine 3 anni di reclusione sono stati inflitti all’italiana V.B., imputata nel filone fiscale della vicenda, nella sua qualifica di amministratori di fatto della società del colletto bianco A.C. Due persone sono state invece assolte per insufficienza di prove.
Il tribunale ha anche stabilito la confisca per equivalente di ingenti somme di denaro, fra cui 731 mila euro circa per A.N. e 179 mila euro per A.C. Secondo la procura, che aveva chiesto 39 anni di carcere, al termine del processo non era rimasto alcun dubbio che le vittime fossero sottoposte a una condizione di sfruttamento, con metodi di sorveglianza o situazioni alloggiative degradanti, e di carenza di sicurezza e igiene anche nei luoghi di lavoro. Le difese avevano chiesto invece l’assoluzione, parlando di capi d’accusa basati più su suggestioni e concetti astratti che sulle reali dinamiche fra i lavoratori.
L’indagine era nata nel 2021 da normali controlli svolti dalla questura in zone di degrado a Novara: in una di queste verifiche, nel rione di Sant’Agabio, era stata notata la presenza di giovani pakistani in contesti abitatiti di sovraffollamento. Tutti dicevano di lavorare nella distribuzione di volantini. Da qui l’avvio di ulteriori approfondimenti. Al processo molti ex lavoratori hanno confermato quanto verificato dalla polizia, raccontando di uscire la mattina alle 4 per rientrare la sera alle 20, con spostamenti in furgoni fra Piemonte, Lombardia e Liguria per distribuire i volantini dei supermercati, per un compenso di circa 35 euro al giorno, quindi fra i 2 e i 3 euro l’ora visto il tempo di uscita. A questo si aggiungeva il fatto che dovevano pagare al capo circa 150 euro per un posto letto e 100 euro al mese per la spesa.







