Per loro rubare all’autogrill, e qualche volta anche in abitazione, era una sorta di «affare di famiglia». Non solo generi di prima necessità, come alimenti o sigarette. A volte ci si toglieva qualche sfizio o qualche peccato di gola: il bottino era infatti costituito quasi interamente da buste di caramelle «Golia» o confezioni di ovetti «Kinder». Per una serie di furti avvenuti fra la fine del 2019 e l’inizio del 2010, due novaresi, padre e figlio di 50 e 28 anni residenti nel capoluogo, sono stati condannati rispettivamente a 6 anni e 8 mesi di reclusione il primo, e 5 anni e 7 mesi il secondo. Il giudice li ha assolti da tre degli otto colpi contestati, per i quali non c’era la prova. Un terzo famigliare, minorenne, è già stato giudicato a Torino.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori all’epoca dei fatti, per entrare in azione i tre ladri approfittavano dell’orario notturno, quando il personale di servizio all’autogrill era ridotto e non poteva controllare tutto lo spazio commerciale.
Erano stati identificati grazie a un lavoro della polizia stradale sulle immagini di videosorveglianza. Si vedevano tre persone all’opera, mentre giravano con fare sospetto fra gli scaffali. Non appena potevano, quando cioè il poco personale era distratto, non approfittavano per intascare merce e tabacchi, e uscire senza pagare. Confrontando le immagini coi vari episodi registratisi nell’area servizio fra il 2019 e il 2020, gli inquirenti avevano attribuito una serie di colpi alla stessa famiglia. Dall’esame dei tabulati erano poi emersi indizi per ricollegare padre e figlio anche ad altri episodi di furto avvenuti in alcuni box della città, nello stesso periodo temporale: i soliti ignoti avevano rubato attrezzi da lavoro e biciclette.







