Silicon box approda in consiglio comunale. Canelli: «Approfondimenti istruttori ma percorso ben avviato»

La risposta del sindaco all'interrogazione della minoranza su presunti ritardi nelle autorizazzioni

È arrivata questa mattina in consiglio comunale la vicenda dei presunti ritardi nella realizzazione dello stabilimento di Silicon Box ad Agognate. Un investimento da 3,2 miliardi di euro per la realizzazione uno dei più avanzati impianti europei dedicati all’assemblaggio e al packaging dei microchip approvato dalla Commissione Europea sulla base del Chips Act, la proposta legislativa lanciata nel 2022 e diventata regolamento nel settembre 2023, che ha come obiettivo garantire l’approvvigionamento di chip agli Stati membri dell’UE e sviluppare una leadership europea nel design e nella produzione di semiconduttori.

Firmatari dell’interrogazione, i consiglieri del Partito Democratico che hanno chiesto delucidazioni in merito a eventuali rallentamenti e sulle azioni che l’amministrazione ha intrapreso per scongiurare ritardi nella realizzazione dell’opera. A rispondere è stato il sindaco Alessandro Canelli, commissario straordinario per conto del Governo: «Invitalia non ha sollevato alcuna questione sull’entità dell’investimento anche perché c’è un piano economico finanziario e un dossier dettagliato dove è stato illustrato e la Commissione Europea ha autorizzato il pacchetto». Così come «non è in dubbio la partecipazione al rischio da parte di Silicon Box, perché è previsto che su 3,2 miliardi di investimento totale 1,3 miliardi saranno aiuti di Stato, mentre il resto sarà investito dal privato» ha spiegato il sindaco.

Il quadro internazionale non dovrebbe incidere sull’investimento dell’azienda di Singapore nel novarese, perché il settore dei semiconduttori ha diversi segmenti e Silicon Box si occupa di packaging avanzato, l’ultimo stadio prima della vendita al cliente finale che viene fatto a seconda delle esigenze di utilizzo finale. Sono pochissime le aziende che si occupano di questa lavorazione, una delle quali è proprio Silicon Box, e quindi non sono previste flessioni a causa dei dazi e delle tensioni internazionali.

Nella sua risposta Canelli ha smentito anche le tensioni tra il ministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, e Invitalia, la società che affianca le amministrazioni nello sviluppo e nell’attuazione di programmi complessi, finanziati da risorse europee e nazionali: «Mi risulta che il ministero e Invitalia collaborino da mesi per poter avviare un investimento che rappresenta un unicum nel nostro paese, soprattutto con un’azienda che non è multinazionale affermata, ma sta iniziando la propria produzione anche a Singapore sulla base di una tecnologia innovativa che hanno inventato i suoi fondatori».

Silicon Box, infatti, è un’azienda neonata: a Singapore la fabbrica è entrata in funzione quest’anno, ma i suoi fondatori hanno decine di brevetti depositati e sono ricercatori affermati nel settore del packaging avanzato del silicio. Anche per questo «ci sono approfondimenti istruttori che Invitalia sta portando avanti per capire come adattare la particolarità dell’operazione alla disciplina attuale prevista dalla normativa nel nostro paese» ha spiegato Canelli.

In altre parole, finché non sarà chiaro come sbloccare la fase di erogazione dell’aiuto di stato di 1,3 miliardi, l’iter non potrà cominciare anche se, ha rassicurato Canelli «siamo pronti ad avviare il progetto e siamo in costante contatto con i soggetti coinvolti in questa fase» smentendo le voci secondo le quali ci sarebbero degli intoppi nelle coperture finanziarie e riportando tutto ad accertamenti istruttori per un investimento unico nel nostro paese.

Secondo quanto riportato in aula, una volta completati gli approfondimenti istruttori sulla parte finanziaria, ci vorranno 6 o 7 mesi per completare la fase di permitting in capo allo stesso Canelli in qualità di commissario governativo. La previsione è, quindi, che nell’autunno 2026 si dovrebbe avere il quadro definitivo per la parte finanziaria e per quella autorizzativa in maniera tale da partire con la fase esecutiva.

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Immagine di Luca Galuppini

Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.