A Trecate la piscina comunale estiva torna a essere uno dei terreni più scivolosi del dibattito politico, e ogni nuovo intervento sembra riaprire capitoli di una storia mai davvero chiusa. L’ultima polemica nasce da un comunicato diffuso dall’ex assessora Rosa Criscuolo – da qualche settimana firmataria delle note di Fdi al – in cui esprime «profondo disappunto per la decisione del commissario prefettizio di destinare 816 mila euro per i lavori della piscina scoperta e 163 mila euro per la progettazione». Un’uscita che, oltre a puntare il dito contro la gestione commissariale, sembra riportare in primo piano le contraddizioni accumulate negli ultimi anni proprio sulla gestione degli impianti sportivi da parte dell’ex amministrazione Binatti di cui Criscuolo faceva parte.
L’ex assessora sostiene, infatti, che le risorse ora impiegate per la piscina esterna nella programmazione dell’ex amministrazione «erano state invece destinate per interventi prioritari per la sicurezza e la qualità urbana come asfaltature, manutenzione dei marciapiedi, videosorveglianza e manutenzione straordinaria del verde». Per questo quella del commissario Diego Dalla Verde è definita da Fdi come una scelta miope che interrompe un percorso più sostenibile, quello del partenariato pubblico-privato che la giunta aveva iniziato a valutare e che prevedeva un investimento di circa sei milioni di euro per la ristrutturazione del complesso invernale, con gestione ventennale e costi di manutenzione ordinaria a carico del privato.
Una posizione che, però, si scontra con la storia recente della città. Il progetto della piscina coperta, infatti, non solo è stato uno dei punti più controversi dell’amministrazione Binatti, ma è stato anche uno degli elementi che hanno contribuito alla crisi politica culminata nelle dimissioni di ben nove consiglieri, tre dei quali appartenenti alla stessa maggioranza. Una spaccatura interna che ha segnato la fine anticipata della legislatura, aprendo la strada al commissariamento. È difficile, dunque, non notare la contraddizione tra la critica attuale di FdI per un investimento da un milione di euro e il fatto che la stessa maggioranza fosse invece pronta a impegnare il Comune in un’operazione molto più costosa.
La gestione della piscina, del resto, era stata oggetto di ripetute contestazioni da parte delle opposizioni già durante il mandato Binatti. Più volte erano stati richiesti documenti, verbali e chiarimenti sugli incontri con i proponenti privati del progetto PPP. Per questo, dopo aver denunciato la chiusura della piscina coperta per oltre mille giorni, le opposizioni avevano accolto la decisione del commissario di sospendere quell’iter come un atto di responsabilità.
Oggi, di fronte all’attacco di Fdi, non si è fatta attendere la risposta del candidato sindaco della coalizione centro sinistra, Raffaele Sacco, che in una nota ha dichiarato: «Leggo con stupore il comunicato di Fratelli d’Italia perché arriva da chi ha governato per nove anni, avendo tutto il tempo per programmare e investire sul lungo periodo. La piscina comunale è in queste condizioni proprio a causa delle scelte, o meglio delle mancate scelte, dell’amministrazione Binatti».
Nel suo comunicato, Fratelli d’Italia ha accusato il centrosinistra di essere rimasto «in silenzio» davanti a una decisione commissariale ritenuta penalizzante. Un tentativo, secondo Sacco, di «scaricare responsabilità da parte di chi oggi ha pochi argomenti». Il candidato progressista rivendica un approccio di profondità, annunciando che la coalizione sta lavorando alle fasi finali di un progetto concreto da includere nel programma elettorale: una proposta che dovrebbe intervenire sia sulla parte esterna sia sulla coperta dell’impianto, con un’impostazione diversa rispetto al passato.
Le piscine, dunque, continuano a essere tra i temi più sensibili della campagna elettorale trecatese: terreno di scontro politico, specchio delle difficoltà amministrative degli ultimi anni e banco di prova per i candidati che si preparano correre per la guida della città. Con un dato che nessuno può ignorare: l’impianto, chiuso da troppo tempo, attende ancora una soluzione definitiva. E la sfida, al di là dei comunicati e delle accuse, sarà proprio riuscire a trovarla.




