Nella sua denuncia la donna parla di lanci di ombrelli, strattonamenti, e un pericoloso inseguimento il 19 dicembre di due anni fa, quando l’ex marito le si era piazzato davanti in auto e avevano fatto un incidente. Non mancano le minacce: «Se arriviamo al divorzio avrò cura di non lasciarti tranquilla: ammazzerò quello con cui sarai, farò in modo che sembri un incidente», solo una delle frasi che l’uomo ripeteva spesso alla moglie.
Un insieme di vessazioni, quelle denunciate da una quarantaduenne ai carabinieri nel dicembre 2023, che in tribunale hanno portato alla condanna di C.P., 38 anni, residente a Borgo Ticino e domiciliato a Borgomanero, a 7 anni e 1 mese di reclusione per maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza sessuale. Il pm aveva chiesto 8 anni e mezzo, mentre il difensore aveva puntato all’assoluzione parlando di scarsa attendibilità della vittima e mancanza degli elementi costitutivi dei reati. La vittima, parte civile al processo, ha ottenuto una provvisionale di risarcimento da 11 mila euro.
Proprio lei, nel corso della sua deposizione, ha parlato di insulti di ogni genere anche in presenza dei figli («Sei una stupida, sei un’incapace, non vali niente come madre»), percosse, comportamenti ossessivi motivati dalla gelosia, come il monitoraggio degli spostamenti della moglie, pretese di telefonate in videochiamata per vedere dove e con chi fosse, pedinamenti fuori casa, quando lei andava al lavoro, al supermercato, in palestra, perfino dal medico. A un certo punto non ha più potuto sopportare ed è andata in caserma, sostenendo anche che in numerose occasioni era stata costretta a subire rapporti sessuali.















