Avevano tentano un furto in abitazione ma si erano trovati di fronte i proprietari in casa, e uno dei ladri era stato arrestato. Per il «colpo» avvenuto lo scorso 26 novembre in via Ticino a Romentino, in tribunale J.C.C.D., trentenne di origine argentina senza fissa dimora, è stato condannato a 3 anni di reclusione e 1.500 euro di multa per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Processato con giudizio immediato, è stato invece prosciolto dall’imputazione di lesioni personali nei confronti del padrone di casa, aggredito con un cacciavite nel tentativo di guadagnare la fuga: la vittima non ha presentato formale denuncia.
Il giorno dei fatti lui e un complice (scappato, non è ancora stato rintracciato) avevano suonato il campanello e, non ottenendo risposta, avevano forzato la porta d’ingresso utilizzando degli attrezzi da scasso. Sfortunatamente per i malviventi, una ragazza che stava dormendo in casa era stata svegliata dal suono del campanello e dai rumori provenienti dalla porta. Capendo immediatamente che si trattava di un tentativo di furto, aveva allertato il padre e, successivamente, i carabinieri.
Il proprietario dell’abitazione era entrato in casa attraverso un ingresso secondario. Qui si era trovato di fronte uno dei ladri, che l’aveva colpito al volto con un cacciavite, cercando poi di scappare. Ma nel frattempo erano arrivati i carabinieri della stazione di Vespolate. La fuga del ladro era stata interrotta da una breve colluttazione con uno dei militari, durante la quale l’intruso aveva opposto resistenza colpendo il carabiniere con una gomitata e un pugno al volto, procurandogli delle lesioni. Durante le operazioni di identificazione, i carabinieri avevano scoperto che il sudamericano era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Pescara, in relazione a una serie di furti commessi nella provincia abruzzese.