Nasce “Casa Nonna Teresa”, un progetto di accoglienza per neomaggiorenni stranieri

Una casa, otto posti, e una rete solidale per accompagnare i giovani verso l’autonomia. Una collaborazione tra privati, Ohana e comune di Novara

Una casa, un progetto, una comunità che si stringe per offrire una seconda possibilità a ragazzi neomaggiorenni soli, arrivati in Italia da paesi lontani. È questa l’anima di “Casa Nonna Teresa”, il nuovo spazio di accoglienza nel cuore di Novara che sarà inaugurato venerdì 7 giugno alle ore 16.00.

Il progetto nasce da un gesto di grande generosità di Gemma e Marco, due cittadini novaresi – lei medico, lui impiegato – che hanno deciso di mettere a disposizione un immobile di famiglia per dare un tetto e un futuro a giovani stranieri soli, arrivati in Italia da minori e ora maggiorenni. «Senza l’impegno dei privati e dell’associazione Ohana, questa casa non esisterebbe», ha sottolineato in conferenza stampa Teresa Armienti, assessora alle Politiche Sociali del comune di Novara. «I minori stranieri, una volta compiuti i 18 anni possono scegliere il proseguo amministrativo perché ormai stabilizzati sul territorio» non più semplici ‘ospiti’ ma «ragazzi che hanno scelto Novara per il loro futuro».

La casa – composta da due appartamenti separati ristrutturati con le risorse messe in campo direttamente dai proprietari e con il sostegno di una rete solidale che ha contribuito con donazioni, materiali, tempo e professionalità – può ospitare otto giovani ed è già abitata da tre ragazzi. A dare anima al progetto è Ohana, l’associazione che da anni lavora su progetti di solidarietà, nati inizialmente all’estero, ma oggi fortemente radicati nel contesto locale. La presidente Anna Ida Russo ha raccontato così l’inizio dell’avventura: «Non conoscevamo Marco e Gemma, ma ci siamo trovati subito: avevano il desiderio di fare qualcosa di concreto, e volevano farlo con un’associazione piccola, per essere presenti nella quotidianità dei ragazzi».

La casa non è solo un tetto, ma uno spazio educativo e formativo. I giovani che la abitano studiano, imparano l’italiano e in alcuni casi frequentano corsi professionali con l’obiettivo dell’inserimento sociale e lavorativo. Accanto a loro, educatori e volontari seguono il percorso, mentre le istituzioni – a partire dal Servizio Sociale – hanno supportato le fasi iniziali del progetto, aiutando a capire quali servizi attivare e quali giovani includere nella casa.

La scelta di ospitare ragazzi neomaggiorenni nasce da un’esigenza concreta: solo la scorsa settimana – ha ricordato l’assessora Armienti – otto minori stranieri non accompagnati sono stati fotosegnalati a Novara. Le loro storie sono spesso drammatiche: c’è chi ha attraversato la Libia rischiando la vita, chi è arrivato in Italia dopo essere sopravvissuto alle atrocità dei campi di prigionia, chi ha perso i genitori e cerca una nuova vita in Italia.

«Casa Nonna Teresa – ha concluso Anna Ida Russo – è un esempio straordinario di come pubblico, privato e terzo settore possano collaborare per rispondere a bisogni reali. Non possiamo che dire grazie a Marco, Gemma e a tutta la rete che ha reso possibile questo gesto di solidarietà». L’appuntamento per l’inaugurazione è il 7 giugno alle ore 16:00. Un momento aperto alla cittadinanza per scoprire e sostenere un progetto che unisce accoglienza, autonomia e speranza.

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Nasce “Casa Nonna Teresa”, un progetto di accoglienza per neomaggiorenni stranieri

Una casa, otto posti, e una rete solidale per accompagnare i giovani verso l’autonomia. Una collaborazione tra privati, Ohana e comune di Novara

Una casa, un progetto, una comunità che si stringe per offrire una seconda possibilità a ragazzi neomaggiorenni soli, arrivati in Italia da paesi lontani. È questa l’anima di “Casa Nonna Teresa”, il nuovo spazio di accoglienza nel cuore di Novara che sarà inaugurato venerdì 7 giugno alle ore 16.00.

Il progetto nasce da un gesto di grande generosità di Gemma e Marco, due cittadini novaresi – lei medico, lui impiegato – che hanno deciso di mettere a disposizione un immobile di famiglia per dare un tetto e un futuro a giovani stranieri soli, arrivati in Italia da minori e ora maggiorenni. «Senza l’impegno dei privati e dell’associazione Ohana, questa casa non esisterebbe», ha sottolineato in conferenza stampa Teresa Armienti, assessora alle Politiche Sociali del comune di Novara. «I minori stranieri, una volta compiuti i 18 anni possono scegliere il proseguo amministrativo perché ormai stabilizzati sul territorio» non più semplici ‘ospiti’ ma «ragazzi che hanno scelto Novara per il loro futuro».

La casa – composta da due appartamenti separati ristrutturati con le risorse messe in campo direttamente dai proprietari e con il sostegno di una rete solidale che ha contribuito con donazioni, materiali, tempo e professionalità – può ospitare otto giovani ed è già abitata da tre ragazzi. A dare anima al progetto è Ohana, l’associazione che da anni lavora su progetti di solidarietà, nati inizialmente all’estero, ma oggi fortemente radicati nel contesto locale. La presidente Anna Ida Russo ha raccontato così l’inizio dell’avventura: «Non conoscevamo Marco e Gemma, ma ci siamo trovati subito: avevano il desiderio di fare qualcosa di concreto, e volevano farlo con un’associazione piccola, per essere presenti nella quotidianità dei ragazzi».

La casa non è solo un tetto, ma uno spazio educativo e formativo. I giovani che la abitano studiano, imparano l’italiano e in alcuni casi frequentano corsi professionali con l’obiettivo dell’inserimento sociale e lavorativo. Accanto a loro, educatori e volontari seguono il percorso, mentre le istituzioni – a partire dal Servizio Sociale – hanno supportato le fasi iniziali del progetto, aiutando a capire quali servizi attivare e quali giovani includere nella casa.

La scelta di ospitare ragazzi neomaggiorenni nasce da un’esigenza concreta: solo la scorsa settimana – ha ricordato l’assessora Armienti – otto minori stranieri non accompagnati sono stati fotosegnalati a Novara. Le loro storie sono spesso drammatiche: c’è chi ha attraversato la Libia rischiando la vita, chi è arrivato in Italia dopo essere sopravvissuto alle atrocità dei campi di prigionia, chi ha perso i genitori e cerca una nuova vita in Italia.

«Casa Nonna Teresa – ha concluso Anna Ida Russo – è un esempio straordinario di come pubblico, privato e terzo settore possano collaborare per rispondere a bisogni reali. Non possiamo che dire grazie a Marco, Gemma e a tutta la rete che ha reso possibile questo gesto di solidarietà». L’appuntamento per l’inaugurazione è il 7 giugno alle ore 16:00. Un momento aperto alla cittadinanza per scoprire e sostenere un progetto che unisce accoglienza, autonomia e speranza.

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24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.