Traffico illecito di rifiuti. E’ questa l’accusa per cui ieri, in tribunale a Novara, si è aperto il processo all’imprenditore Paolo Pugliese, 50 anni, abitante a Trecate, già patron della società calcistica Pro Novara 2021, alla moglie ed altri undici imputati fra conoscenti, collaboratori, dipendenti ed ex dipendenti residenti fra Trecate e Cerano. Solo uno degli accusati, un trasportatore coinvolto marginalmente, aveva scelto un rito alternativo in udienza preliminare patteggiando 5 mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniaria.
I giudici, in apertura di dibattimento, hanno respinto una serie di eccezioni processuali presentate dalle difese, fra cui una pretesa inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche proprio nei confronti di Pugliese, mentre hanno accolto quella di esclusione della parte civile Comune di Trecate. Questo sulla base della riforma Cartabia che richiede, per gli enti locali, una costituzione al giudizio in cui il preteso danno morale o patrimoniale viene dettagliato in maniera particolareggiata e dettagliata, e non più indicato in maniera generica. Alla prossima udienza, a fine mese, verrà affidata anche una perizia per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche.
Secondo gli inquirenti, la coppia Pugliese, già arrestata per questi fatti nell’ottobre del 2023, gestiva una serie di capannoni a Trecate – quattro quelli sequestrati al momento dell’esecuzione dell’ordinanza della magistratura di Torino – dove, secondo quanto emerso durante l’operazione «Dark Metal», avrebbero operato illecitamente, senza autorizzazioni ad hoc, nel commercio di rifiuti metallici e di batterie esauste al piombo, da cui si sarebbero ricavati metalli valorizzati e appetibili sul mercato.
Il tutto creando un’associazione di cui avrebbero fatto parte tutta una serie di conoscenti. Pugliese è ritenuto il «capo» dell’organizzazione dedita al traffico illecito, colui che la gestiva e la dirigeva sul campo, determinando l’indirizzo strategico, dando gli incarichi, fissando i prezzi, e concludendo gli affari. La moglie avrebbe operato invece come braccio destro, con funzioni amministrative e contabili per il marito, ma anche con un ruolo non secondario e un controllo sul business non marginale.
L’imprenditore e la moglie hanno sempre respinto gli addebiti, sottolineando in particolare come la loro principale società fosse nata dopo la maggioranza dei fatti contestati. I rifiuti illecitamente gestiti, nel periodo monitorato dalle forze dell’ordine (febbraio 2019- aprile 2022), sono stati stimati in circa 6.000 tonnellate.