Non accenna a placarsi il caso del rendiconto elettorale dell’assessora regionale alla Cultura Marina Chiarelli. Dopo settimane di silenzio, Fratelli d’Italia – il partito di cui fa parte – prende tempo. Al centro della vicenda, come è ormai noto, un contributo da 3.000 euro ricevuto da Chiarelli durante la campagna per le ultime elezioni regionali: a erogarlo era stata la cooperativa Silvabella di Mortara, che, poche settimane dopo si era vista affidare la gestione della piscina scoperta di via Solferino dal Comune di Novara, dove all’epoca Chiarelli ricopriva il ruolo di vicesindaca. Inoltre le cooperative non possono finanziare le campagne elettorali di singoli politici o partiti.
Il Partito Democratico novarese aveva segnalato il fatto alla Procura, richiamando la normativa che vieta contributi elettorali ai candidati da parte di cooperative sociali.
Sulla questione è intervenuto anche il Collegio di garanzia della Corte d’Appello di Torino, che ha bocciato il rendiconto affermando che «la violazione della norma non consente l’approvazione». La documentazione era stata firmata da un’altra esponente di Fratelli d’Italia, l’assessora comunale Elisabetta Franzoni, in qualità di mandataria. L’intero dossier è stato trasmesso sia alla Procura della Repubblica di Novara, per eventuali aspetti penali, sia al Consiglio regionale, chiamato a valutare possibili cause di ineleggibilità o incompatibilità.
La giunta per le elezioni, convocata ieri mattina per discutere il caso, ha rinviato tutto alla prossima settimana su richiesta di Fratelli d’Italia, ufficialmente per esaminare meglio gli atti. Un segnale che, sommato a recenti tensioni interne, potrebbe far pensare a un suo progressivo isolamento politico, ma anche al contrario: un modo per tutelarla, almeno politicamente.
Comunque sia, il distacco sembrerebbe avvenuto con il senatore Gaetano Nastri: basterebbe ricordare l’episodio della presentazione dei bandi regionali per lo sport, durante la quale il vicesindaco di Novara, Ivan De Grandis, ha pubblicamente contestato l’assessora. Indizi di una crescente frattura, accentuata dalle dinamiche interne al partito tra l’area moderata, vicina a Guido Crosetto (e a cui appartiene anche Nastri), e la corrente più radicale che fa riferimento al sottosegretario Andrea Delmastro e alla vice presidente della Regione, Elena Chiorino.
Sul piano strettamente giuridico, Chiarelli ha presentato ricorso al Tar contro la decisione della Corte d’Appello. Al momento non risulta indagata e non emergono contestazioni penali a suo carico. Politicamente, però, al momento la sua posizione è tutt’altro che solida: a livello locale appare sempre più ai margini, decidendo se cercare nuovi appoggi ai piani alti del partito o restare in attesa delle decisioni di Fratelli d’Italia.
In caso di dimissioni o decadenza dalla giunta regionale, infatti, Chiarelli potrebbe tornare a sedere in consiglio regionale, subentrando a Gianluca Godio, attualmente in carica proprio in virtù della sua nomina ad assessora. Un passaggio che aggiungerebbe un ulteriore elemento a una vicenda complessa, che sembra destinata a trovare una soluzione più nei palazzi della politica che in quelli della giustizia. Dove, con ogni probabilità, potrebbe concludersi con un nulla di fatto.