Una serata carica di tensione e colpi ben assestati, quella andata in scena sabato sera al PalaIgor. La novarese Martina Bernile, portabandiera del pugilato femminile italiano, ha affrontato la sudcoreana Hye Soo Park in un duello accesissimo per la cintura mondiale WBA dei pesi mosca. Ma dopo dieci round, il verdetto ha lasciato l’amaro in bocca: nessuna delle due atlete ha prevalso, e il titolo resta non assegnato.
I tre giudici hanno espresso pareri divergenti: uno ha assegnato la vittoria alla sfidante asiatica, un altro ha premiato la padrona di casa, mentre il terzo ha visto equilibrio totale. Risultato: pareggio. Il regolamento, in questi casi, parla chiaro — senza una netta vincitrice, la cintura non viene assegnata.
Nel corso del match, le due pugili si sono affrontate a viso aperto, alternando fasi di attacco serrato a momenti di difesa tattica. Park ha impostato una strategia veloce e pressante, mentre Bernile ha risposto con esperienza e colpi ben calibrati dalla corta distanza. Per Bernile, già campionessa europea, si trattava della seconda chance mondiale in carriera. Nonostante l’esito incerto, la prestazione dimostra ancora una volta la sua statura tecnica e mentale, alimentando le speranze di una nuova opportunità.
Il pubblico di casa ha sostenuto con calore ogni istante della sfida, riempiendo il palazzetto e dimostrando quanto la boxe femminile stia conquistando sempre più attenzione e rispetto. Ora lo sguardo si rivolge al futuro: sarà tempo di rivincita? La federazione dovrà decidere se concedere una nuova occasione alle due protagoniste o se aprire la strada a nuove sfidanti. Una cosa è certa: Martina Bernile ha dimostrato, ancora una volta, di meritare il palcoscenico mondiale.