La sua è una lettera lunga, amara e colma di delusione. Non una parola per la minoranza che ha contribuito alla sua caduta, ma parole durissime rivolte alla consigliera che con le sue dimissioni ha determinato la fine anticipata del suo secondo mandato. È lei, la nona firma che ha consegnato il Comune al commissariamento, la destinataria del comunicato con cui Federico Binatti, ormai ex sindaco di Trecate, ha affidato le sue riflessioni al giorno dopo la fine della giunta.
Binatti non la nomina mai, ma il riferimento è chiaramente rivolto a Michela Cigolini, esponente del suo stesso partito, Fratelli d’Italia, accusata di aver messo in crisi l’amministrazione non per divergenze politiche, ma per non essere riuscita a imporre il proprio candidato al congresso cittadino del partito.
Binatti era sindaco per il secondo mandato che sarebbe scaduto nel 2027. In questi quasi nove anni ha dato e tolto deleghe, nominato e messo alla porta più assessori lui di qualunque altra amministrazione, non solo a Trecate ma su tutto il territorio provinciale. Una gestione spesso discussa, che ora si chiude tra accuse reciproche e la certezza di una frattura politica tutta interna al partito.
Un mandato interrotto con amarezza
Con grande amarezza e profonda delusione, in data odierna, è venuto meno il mandato popolare che mi era stato conferito attraverso elezioni democratiche, a causa di un atto grave e irresponsabile compiuto da chi avrebbe dovuto, fino all’ultimo giorno, rappresentare con lealtà e coerenza il proprio ruolo istituzionale, facendo un regalo unico alla sinistra, che ormai da dieci anni perde sistematicamente ogni competizione elettorale e tradendo il mandato ricevuto dagli elettori.
Una sfiducia firmata da chi doveva essere alleata
Un consigliere di maggioranza ha scelto di firmare la sfiducia nei miei confronti, consegnando di fatto la guida del Comune nelle mani di un commissario, e deludendo non solo la fiducia della coalizione, ma soprattutto quella dei cittadini. Un gesto che mina profondamente il senso stesso delle istituzioni e il valore della rappresentanza democratica.
Ambizioni personali sopra l’interesse pubblico
La motivazione? Una rivalsa personale: non essere riuscita ad imporre il proprio candidato, Rossano Canetta, al prossimo congresso cittadino di Fratelli d’Italia, imposizione priva della legittimazione dei voti della maggioranza degli iscritti. Nessuna critica politica o amministrativa era mai stata manifestata, nessuna proposta costruttiva era mai giunta. Un comportamento che nulla ha a che vedere con il bene della comunità, e che rivela una pericolosa commistione tra ambizioni personali e funzione pubblica.
Un danno al progetto condiviso
Chi agisce per interesse personale, chi antepone il proprio ego alla responsabilità collettiva, chi danneggia un progetto politico solo perché non ne può controllare la direzione, ha svenduto il futuro della nostra Città e della nostra Provincia, spezzando un lavoro avviato con serietà, passione e pieno mandato popolare.
Lavoro fatto, ostacolato da dentro
In questi mesi difficili abbiamo lavorato con impegno per dare concretezza a un programma politico fatto di progetti e visione. Purtroppo chi si è schierato contro l’amministrazione è lo stesso che avrebbe dovuto, proprio nel ruolo assegnato, lavorare e rimboccarsi le maniche per migliorare sempre di più la nostra città, nelle proprie deleghe e nell’attività consiliare. Si è invece preferito il chiacchiericcio da corridoio, le voci da bar, le manovre oscure alla trasparenza, all’onestà e all’impegno, giocando a fare gli strateghi in piazza sulle spalle dei cittadini!
Una pagina triste per Trecate
Oggi siamo costretti ad assistere a una pagina triste, scritta da chi ha trasformato il dibattito politico in una guerra di potere personale, portando Trecate e i suoi cittadini nelle mani di un commissariamento anticipato e ingiustificato. Chi oggi festeggia, in realtà ha fallito nel compito che gli era stato affidato: non ha lavorato nelle deleghe assegnate, non ha avanzato proposte concrete, non ha contribuito al miglioramento della macchina amministrativa.
Fiducia nei cittadini, condanna per il tradimento
Ho comunque fiducia nella memoria e nella lucidità dei trecatesi e delle persone per bene. Saranno loro, ancora una volta, a giudicare chi ha lavorato con spirito di servizio e chi ha agito per interesse personale, chi ha costruito e chi ha solo distrutto, colpendo alle spalle senza mai aver avanzato alla luce del sole e nelle sedi opportune eventuali critiche o suggerimenti e che adesso vogliono utilizzare come giustificazione per mascherare la pochezza delle vere intenzioni alla base di questa scelta.
Io non mi piego
Questa vicenda manda un messaggio triste e pericoloso: se non ti pieghi al volere del singolo, vieni delegittimato. È il rovesciamento dei valori democratici e della dignità delle istituzioni che non può essere ammissibile. Io comunque non mi piego ai ricatti, e continuerò a credere e a lottare per una politica fatta di responsabilità, coerenza, verità e rispetto per i cittadini. Il bene del territorio e di una comunità vengono sempre prima delle ambizioni personali e chi non sa ascoltare e soprattutto dialogare apertamente e con lealtà, non potrà mai amministrare con serietà e fare suo l’interesse esclusivo e unico dei trecatesi.
Un messaggio che si accoda a quello lanciato poche ore prima dall’assessora Rosa Criscuolo, fedelissima di Binatti, che sui social aveva parlato di “tradimento interno” e “distruzione del lavoro di squadra”. Entrambi segnali di una crisi profonda, che ha poco a che fare con le dinamiche tra maggioranza e opposizione e molto con i rapporti interni a Fratelli d’Italia.