Regione, Chiarelli perde Sport e Turismo. Ma il «buon governo» sa di resa dei conti in Fratelli d’Italia

Cirio parla di efficienza amministrativa, ma l’esclusione di Turismo e Sport per l’assessora novarese alimenta i sospetti di una questione tutta interna al partito ancora scottato dalla caduta di Binatti

Una riorganizzazione all’insegna dell’efficienza e del «buon governo». Così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha definito il rimpasto delle deleghe in giunta firmato questa mattina, 25 giugno. Un’operazione che, almeno nelle intenzioni ufficiali, punta a rendere più agile e funzionale la macchina regionale. Ma che nei fatti appare come un declassamento per l’assessora novarese di Fratelli d’Italia, Marina Chiarelli, che perde due deleghe di peso – Turismo e Sport – a favore del collega di partito Paolo Bongioanni, mantenendo Cultura, Pari opportunità e Politiche giovanili.

La diretta interessata ostenta serenità anche al telefono e non lascia trapelare nulla oltre alle dichiarazioni ufficiali: «Ringrazio il Presidente Cirio per la fiducia e per aver voluto rafforzare l’impegno della Giunta con una distribuzione delle deleghe che guarda alla concretezza e all’efficienza – dichiara Chiarelli –. Lavorare in questi mesi su più fronti è stato stimolante e proficuo, ma oggi poter concentrare tutte le energie sulla cultura rappresenta una sfida che accolgo con grande entusiasmo. Il comparto culturale è strategico per il Piemonte, sia dal punto di vista identitario che economico, e intendo lavorare per rafforzarlo ulteriormente, valorizzando tutte le sue espressioni, dal patrimonio storico-artistico alla creatività contemporanea».

L’assessora ha poi annunciato l’intenzione di incrementare progettualità e risorse nei prossimi anni, con particolare attenzione ai bandi triennali 2025-2027, che interesseranno numerosi ambiti: spettacoli dal vivo e cinema, attività espositive, divulgazione culturale, musica popolare, rievocazioni storiche, residenze artistiche e formazione nel settore culturale.

Ma dietro i toni istituzionali e la cornice di efficienza amministrativa, il nodo è tutto politico. Da mesi circolano indiscrezioni su malumori interni a Fratelli d’Italia, acuiti dal caso esploso a febbraio, quando Chiarelli è finita al centro dell’attenzione per un finanziamento elettorale irregolare ricevuto dalla cooperativa Silvabella di 3000 euro, in seguito assegnataria di un affidamento per la gestione della piscina di via Solferino. Un finanziamento che, oltre a violare una norma fortemente voluta e sottoscritta da Giorgia Meloni, ha sollevato più di un imbarazzo all’interno del partito. Le indagini della Procura sono in corso, così come l’istruttoria della giunta per le elezioni di Palazzo Lascaris, ma la questione ha già lasciato il segno.

Molti, dentro Fratelli d’Italia, hanno cominciato a storcere il naso di fronte a una presenza ritenuta “poco opportuna” sul piano politico e poco incisiva su quello amministrativo. E la ridistribuzione delle deleghe – spiegata da Cirio come normale verifica dopo un anno di mandato – appare in realtà come il risultato di un braccio di ferro tutto interno al partito, avallato dagli alti vertici romani.

A sottolinearlo è anche la minoranza, che va all’attacco per voce del consigliere del Pd Domenico Rossi: «È l’epilogo annunciato di una crisi interna a Fratelli d’Italia che nulla ha a che vedere con il bene del Piemonte. Il presidente Cirio prova a nascondere le reali motivazioni parlando di un’operazione di efficientamento amministrativo, ma allora perché sottoporre a verifica un solo assessorato? È evidente che, ancora una volta, la destra usa le istituzioni per risolvere i problemi interni ai partiti. In quest’occasione è FdI a regolare i conti interni e il Presidente accetta la richiesta, svelando di nuovo che non ha piena autonomia nella guida della Regione».

Se da un lato la ridistribuzione delle deleghe viene presentata come un aggiustamento tecnico, dall’altro il contesto politico in cui avviene lascia pochi dubbi sulla sua reale natura. La vicenda Chiarelli è il simbolo di una tensione latente che attraversa Fratelli d’Italia, a meno di due settimane di distanza dalle dimissioni della maggioranza dei consiglieri di Trecate che hanno fatto cadere il sindaco e presidente della Provincia Federico Binatti.

Ora Cirio, stretto tra esigenze di governo e pressioni di partito, ha scelto di disinnescare la situazione complessa con un compromesso. La mossa, però, rischia di apparire più come una toppa che come una visione: perché a forza di mediare tra equilibri interni e istanze amministrative, il pericolo è che a rimetterci sia proprio quel «buon governo» sbandierato dallo stesso governatore.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Regione, Chiarelli perde Sport e Turismo. Ma il «buon governo» sa di resa dei conti in Fratelli d’Italia

Cirio parla di efficienza amministrativa, ma l’esclusione di Turismo e Sport per l’assessora novarese alimenta i sospetti di una questione tutta interna al partito ancora scottato dalla caduta di Binatti

Una riorganizzazione all’insegna dell’efficienza e del «buon governo». Così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha definito il rimpasto delle deleghe in giunta firmato questa mattina, 25 giugno. Un’operazione che, almeno nelle intenzioni ufficiali, punta a rendere più agile e funzionale la macchina regionale. Ma che nei fatti appare come un declassamento per l’assessora novarese di Fratelli d’Italia, Marina Chiarelli, che perde due deleghe di peso – Turismo e Sport – a favore del collega di partito Paolo Bongioanni, mantenendo Cultura, Pari opportunità e Politiche giovanili.

La diretta interessata ostenta serenità anche al telefono e non lascia trapelare nulla oltre alle dichiarazioni ufficiali: «Ringrazio il Presidente Cirio per la fiducia e per aver voluto rafforzare l’impegno della Giunta con una distribuzione delle deleghe che guarda alla concretezza e all’efficienza – dichiara Chiarelli –. Lavorare in questi mesi su più fronti è stato stimolante e proficuo, ma oggi poter concentrare tutte le energie sulla cultura rappresenta una sfida che accolgo con grande entusiasmo. Il comparto culturale è strategico per il Piemonte, sia dal punto di vista identitario che economico, e intendo lavorare per rafforzarlo ulteriormente, valorizzando tutte le sue espressioni, dal patrimonio storico-artistico alla creatività contemporanea».

L’assessora ha poi annunciato l’intenzione di incrementare progettualità e risorse nei prossimi anni, con particolare attenzione ai bandi triennali 2025-2027, che interesseranno numerosi ambiti: spettacoli dal vivo e cinema, attività espositive, divulgazione culturale, musica popolare, rievocazioni storiche, residenze artistiche e formazione nel settore culturale.

Ma dietro i toni istituzionali e la cornice di efficienza amministrativa, il nodo è tutto politico. Da mesi circolano indiscrezioni su malumori interni a Fratelli d’Italia, acuiti dal caso esploso a febbraio, quando Chiarelli è finita al centro dell’attenzione per un finanziamento elettorale irregolare ricevuto dalla cooperativa Silvabella di 3000 euro, in seguito assegnataria di un affidamento per la gestione della piscina di via Solferino. Un finanziamento che, oltre a violare una norma fortemente voluta e sottoscritta da Giorgia Meloni, ha sollevato più di un imbarazzo all’interno del partito. Le indagini della Procura sono in corso, così come l’istruttoria della giunta per le elezioni di Palazzo Lascaris, ma la questione ha già lasciato il segno.

Molti, dentro Fratelli d’Italia, hanno cominciato a storcere il naso di fronte a una presenza ritenuta “poco opportuna” sul piano politico e poco incisiva su quello amministrativo. E la ridistribuzione delle deleghe – spiegata da Cirio come normale verifica dopo un anno di mandato – appare in realtà come il risultato di un braccio di ferro tutto interno al partito, avallato dagli alti vertici romani.

A sottolinearlo è anche la minoranza, che va all’attacco per voce del consigliere del Pd Domenico Rossi: «È l’epilogo annunciato di una crisi interna a Fratelli d’Italia che nulla ha a che vedere con il bene del Piemonte. Il presidente Cirio prova a nascondere le reali motivazioni parlando di un’operazione di efficientamento amministrativo, ma allora perché sottoporre a verifica un solo assessorato? È evidente che, ancora una volta, la destra usa le istituzioni per risolvere i problemi interni ai partiti. In quest’occasione è FdI a regolare i conti interni e il Presidente accetta la richiesta, svelando di nuovo che non ha piena autonomia nella guida della Regione».

Se da un lato la ridistribuzione delle deleghe viene presentata come un aggiustamento tecnico, dall’altro il contesto politico in cui avviene lascia pochi dubbi sulla sua reale natura. La vicenda Chiarelli è il simbolo di una tensione latente che attraversa Fratelli d’Italia, a meno di due settimane di distanza dalle dimissioni della maggioranza dei consiglieri di Trecate che hanno fatto cadere il sindaco e presidente della Provincia Federico Binatti.

Ora Cirio, stretto tra esigenze di governo e pressioni di partito, ha scelto di disinnescare la situazione complessa con un compromesso. La mossa, però, rischia di apparire più come una toppa che come una visione: perché a forza di mediare tra equilibri interni e istanze amministrative, il pericolo è che a rimetterci sia proprio quel «buon governo» sbandierato dallo stesso governatore.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore