Momo, «Quel semaforo è una trappola». Cittadini e Patto per il Nord: «Photored usato come bancomat»

Sotto accusa i tempi del giallo che sarebbero ridotti a tre secondi

Il semaforo installato all’incrocio tra via Magistrini e via Boniperti nel comune di Momo, dotato di sistema Photored, è finito al centro di proteste e segnalazioni da parte degli automobilisti. Il motivo? A detta loro, supportati dal movimento politico Patto per il Nord, un tempo di giallo ridotto all’osso – appena tre secondi –
«troppo poco per una frenata sicura, troppo veloce per non rischiare una multa, anche per chi guida con prudenza».

Il semaforo, dicono i cittadini, sembra più un bancomat che uno strumento per la sicurezza. E a nulla sono valse le richieste di confronto con l’amministrazione comunale, accusata di non voler ascoltare né dialogare.

«L’amministrazione comunale di Momo – sostengono – continua a ignorare ogni richiesta di confronto, ogni proposta di buon senso, ogni appello alla sicurezza vera. Il tempo del giallo è inspiegabilmente ridotto a 3 secondi rispetto ai 4-5 normalmente consigliati, troppo poco per una frenata sicura, troppo veloce per non rischiare una multa, anche per chi guida con prudenza. E invece di dialogare, di ascoltare, di migliorare, il Comune preferisce fare cassa sulle spalle dei cittadini. Ci risulta che a nulla sia servita la petizione lanciata su Change.org, che chiedeva l’installazione di un conto alla rovescia visibile sul semaforo: una proposta semplice, concreta e soprattutto “logica” applicata già in tante città, capace di migliorare la sicurezza stradale e ridurre il numero di infrazioni. Se il Comune avesse davvero voluto tutelare la sicurezza, avrebbe ascoltato invece di tacere, invece di incassare. Questo non è un sistema per proteggere la cittadinanza, quindi il sospetto è che serva più a “fare cassa” che a garantire la sicurezza».

Le richieste del movimento Patto per il Nord sono chiare: «L’immediata revisione del tempo di durata del semaforo giallo, adeguandolo alle normative e alla velocità media di percorrenza della strada; l’installazione di un countdown visivo che permetta agli automobilisti di anticipare con maggiore consapevolezza il cambio del semaforo; totale trasparenza da parte del Comune sui dati: quanti verbali sono stati emessi da questo impianto e quale somma è stata incassata fino a oggi».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Momo, «Quel semaforo è una trappola». Cittadini e Patto per il Nord: «Photored usato come bancomat»

Sotto accusa i tempi del giallo che sarebbero ridotti a tre secondi

Il semaforo installato all’incrocio tra via Magistrini e via Boniperti nel comune di Momo, dotato di sistema Photored, è finito al centro di proteste e segnalazioni da parte degli automobilisti. Il motivo? A detta loro, supportati dal movimento politico Patto per il Nord, un tempo di giallo ridotto all’osso – appena tre secondi –
«troppo poco per una frenata sicura, troppo veloce per non rischiare una multa, anche per chi guida con prudenza».

Il semaforo, dicono i cittadini, sembra più un bancomat che uno strumento per la sicurezza. E a nulla sono valse le richieste di confronto con l’amministrazione comunale, accusata di non voler ascoltare né dialogare.

«L’amministrazione comunale di Momo – sostengono – continua a ignorare ogni richiesta di confronto, ogni proposta di buon senso, ogni appello alla sicurezza vera. Il tempo del giallo è inspiegabilmente ridotto a 3 secondi rispetto ai 4-5 normalmente consigliati, troppo poco per una frenata sicura, troppo veloce per non rischiare una multa, anche per chi guida con prudenza. E invece di dialogare, di ascoltare, di migliorare, il Comune preferisce fare cassa sulle spalle dei cittadini. Ci risulta che a nulla sia servita la petizione lanciata su Change.org, che chiedeva l’installazione di un conto alla rovescia visibile sul semaforo: una proposta semplice, concreta e soprattutto “logica” applicata già in tante città, capace di migliorare la sicurezza stradale e ridurre il numero di infrazioni. Se il Comune avesse davvero voluto tutelare la sicurezza, avrebbe ascoltato invece di tacere, invece di incassare. Questo non è un sistema per proteggere la cittadinanza, quindi il sospetto è che serva più a “fare cassa” che a garantire la sicurezza».

Le richieste del movimento Patto per il Nord sono chiare: «L’immediata revisione del tempo di durata del semaforo giallo, adeguandolo alle normative e alla velocità media di percorrenza della strada; l’installazione di un countdown visivo che permetta agli automobilisti di anticipare con maggiore consapevolezza il cambio del semaforo; totale trasparenza da parte del Comune sui dati: quanti verbali sono stati emessi da questo impianto e quale somma è stata incassata fino a oggi».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore