Sergio Bonfantini in mostra alla Fondazione Marazza

L'esposizione alla galleria BorgoArte

Sabato 10 maggio, alle 16, alla Fondazione Achille Marazza di Borgomanero, si terrà un doppio appuntamento dedicato all’arte e alla riflessione sulla creatività. Verrà infatti presentato il volume Scritti sull’inventiva di Massimo Bonfantini, filosofo del linguaggio e studioso della semiotica, da sempre impegnato a esplorare i meccanismi della creazione artistica e dell’immaginazione umana.

A seguire, sarà inaugurata la mostra dedicata a Sergio Bonfantini, pittore che fa del colore il cuore pulsante della sua ricerca visiva. Un percorso che proseguirà poi, dalle 17.30, alla Galleria Borgoarte, dove l’esposizione continuerà con un momento conviviale accompagnato da un rinfresco. La pittura di Bonfantini si fonda su un assunto chiaro e radicale: senza colore la pittura non sussiste. Il colore, nella sua opera, non è semplice elemento decorativo ma sostanza stessa dell’immagine, ciò che distingue la pittura da ogni altra forma visiva: dal disegno alla scultura, dalla fotografia all’installazione. In molte opere il colore si fa protagonista assoluto, si libera dalla forma, si espande, diventa spazio e sentimento.

Bonfantini lavora con una materia che è al tempo stesso terra e luce: i suoi pigmenti evocano la densità del suolo, l’umidità della vegetazione, ma anche la trasparenza dell’aria e i riflessi del cielo. Come scrisse Mario Soldati, nella sua pittura si percepisce una “pasta di luce” che unisce corporeità e spiritualità in un’unica vibrazione cromatica. Le sue tele riescono persino a oltrepassare i confini del visivo, attivando sinestesie inattese: in Serra in rosa, il colore sembra farsi profumo; in La cava o nei paesaggi delle Cinque Terre, invita a toccare la roccia o la terra; mentre nell’Omaggio a Chardin, le fragole diventano sapore e memoria gustativa.

L’iniziativa rappresenta non solo un’occasione per ammirare l’opera di un artista che ha fatto del colore la sua voce più profonda, ma anche un’opportunità per riflettere, grazie al contributo di Massimo Bonfantini, sul mistero stesso dell’inventiva e sull’intreccio tra arte, pensiero e sensibilità. Un incontro da non perdere per chi ama la pittura, la filosofia e il dialogo tra le forme del sapere e della bellezza.

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Sergio Bonfantini in mostra alla Fondazione Marazza

L’esposizione alla galleria BorgoArte

Sabato 10 maggio, alle 16, alla Fondazione Achille Marazza di Borgomanero, si terrà un doppio appuntamento dedicato all’arte e alla riflessione sulla creatività. Verrà infatti presentato il volume Scritti sull’inventiva di Massimo Bonfantini, filosofo del linguaggio e studioso della semiotica, da sempre impegnato a esplorare i meccanismi della creazione artistica e dell’immaginazione umana.

A seguire, sarà inaugurata la mostra dedicata a Sergio Bonfantini, pittore che fa del colore il cuore pulsante della sua ricerca visiva. Un percorso che proseguirà poi, dalle 17.30, alla Galleria Borgoarte, dove l’esposizione continuerà con un momento conviviale accompagnato da un rinfresco. La pittura di Bonfantini si fonda su un assunto chiaro e radicale: senza colore la pittura non sussiste. Il colore, nella sua opera, non è semplice elemento decorativo ma sostanza stessa dell’immagine, ciò che distingue la pittura da ogni altra forma visiva: dal disegno alla scultura, dalla fotografia all’installazione. In molte opere il colore si fa protagonista assoluto, si libera dalla forma, si espande, diventa spazio e sentimento.

Bonfantini lavora con una materia che è al tempo stesso terra e luce: i suoi pigmenti evocano la densità del suolo, l’umidità della vegetazione, ma anche la trasparenza dell’aria e i riflessi del cielo. Come scrisse Mario Soldati, nella sua pittura si percepisce una “pasta di luce” che unisce corporeità e spiritualità in un’unica vibrazione cromatica. Le sue tele riescono persino a oltrepassare i confini del visivo, attivando sinestesie inattese: in Serra in rosa, il colore sembra farsi profumo; in La cava o nei paesaggi delle Cinque Terre, invita a toccare la roccia o la terra; mentre nell’Omaggio a Chardin, le fragole diventano sapore e memoria gustativa.

L’iniziativa rappresenta non solo un’occasione per ammirare l’opera di un artista che ha fatto del colore la sua voce più profonda, ma anche un’opportunità per riflettere, grazie al contributo di Massimo Bonfantini, sul mistero stesso dell’inventiva e sull’intreccio tra arte, pensiero e sensibilità. Un incontro da non perdere per chi ama la pittura, la filosofia e il dialogo tra le forme del sapere e della bellezza.

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