Nel dubbio tra un acuto di Violetta e un’anima fritta di calamaro, Sordevolo (comune in provincia di Biella) ha scelto. E ha deciso per il gusto. Non il gusto musicale – che pure aveva avuto il suo momento di gloria – ma quello più diretto e tangibile: il gusto del pesce. Fritto. In pentolone. È ufficiale: dal 4 al 6 luglio l’Anfiteatro Giovanni Paolo II non riecheggerà delle note di Verdi, ma del crepitio dell’olio bollente. Al posto di Traviata – opera programmata, traslata e poi riprogrammata dal Teatro Coccia di Novara – il cartellone estivo sordevolese offrirà la sagra del pesce di Camogli, evento che promette «profumo del mare, musica dal vivo, convivialità tipica delle feste d’estate». E una padella così grande da poterci friggere direttamente anche il libretto d’opera.
Ma andiamo con ordine. Nel 2023 la direttrice del Teatro Coccia, Corinne Baroni, aveva avuto un’idea un po’ visionaria: portare l’opera in trasferta, precisamente a Sordevolo, per fare squadra, creare rete, diffondere la lirica anche oltre i confini cittadini. Un progetto ambizioso, ma anche criticato. «Ma che ci va a fare il Coccia a Sordevolo?» si diceva tra un sopracciglio alzato e l’altro. Eppure, per due anni, il matrimonio ha funzionato prima con Nabucco (in foto) e poi con Aida. Tra un duetto e una cavatina, l’opera lirica era arrivata in mezzo ai monti e c’era anche chi applaudiva con sincerità.
Poi, le elezioni. Cambia l’amministrazione comunale e, come spesso accade, anche le priorità. La nuova giunta, appena insediata, ha fatto due conti e ha chiesto al Coccia un contributo per le spese. Niente di che, «una partecipazione simbolica» aveva dichiarato il sindaco. Il Coccia, però, ha ringraziato e declinato. E così, arrivederci Verdi, addio Violetta.
La Traviata è stata spostata e ricollocata nel cartellone novarese, prima a luglio poi a settembre quando fa meno caldo e in teatro non c’è bisogno dell’aria condizionata.
Intanto a Sordevolo si frigge. Letteralmente. La Pro Loco ha, infatti, annunciato con orgoglio il grande evento estivo: la sagra del pesce di Camogli. E se un tempo si celebrava la morte dell’amore sulle note struggenti del “Sempre libera”, oggi si celebra la frittura di totani sotto un cielo «che si accende di luci e colori», come recita il comunicato. Non c’è più Violetta, ma una padella gigante. E questo, evidentemente, basta.
Nessuna polemica, sia chiaro. I comuni sono liberi di scegliere cosa proporre ai propri cittadini e ai turisti. Ma viene da sorridere pensando che una produzione lirica oltremodo impegnativa sia stata messa da parte per lasciare spazio al profumo del merluzzo. Il palcoscenico si è trasformato in griglia, l’orchestra in cover band da festa di piazza, e l’unica aria rimasta è quella che profuma di olio e limone.
Forse è anche giusto così. In fondo, tra un “Addio del passato” e una frittura ben fatta, il pubblico moderno ha già deciso. E ha scelto la buona tavola.