Stefano Tallia: «Grave intimidazione a Novara, necessario difendere libertà di stampa»

Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte esprime solidarietà a La Voce dopo l'episodio di sabato mattina

«L’aggressione della quale è stato vittima un collega della Voce di Novara durante la manifestazione indetta dal “Comitato Remigrazione e riconquista”, giornalista al quale alcuni manifestanti hanno cercato di impedire di scattare foto e registrare filmati, rappresenta l’ennesimo grave tentativo di intimidazione nei confronti dei giornalisti. Un episodio che solo per l’intervento delle forze dell’ordine non ha avuto conseguenze più gravi e che però sarebbe sbagliato sottovalutare».

Lo ha detto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Stefano Tallia, in apertura del convegno sul diritto di cronaca che si è svolto questa mattina a Novara, nella sede di Confartigianato. Tallia ha anche rivolto un appello alle istituzioni pubbliche affinché vigilino sulla legittimità costituzionale dei promotori delle manifestazioni pubbliche, con particolare riferimento alle norme che vietano la ricostituzione del partito fascista.

Un episodio che si inserisce in un contesto nazionale sempre più preoccupante. Nel primo semestre del 2025, secondo il monitoraggio di Ossigeno per l’informazionesono stati registrati 361 casi di intimidazione ai danni di giornalisti, contro i 203 dello stesso periodo del 2024: un aumento del 78%. Dal 2006, l’osservatorio ha censito quasi 8.000 operatori dell’informazione colpiti per ragioni legate al loro lavoro.

LEGGI ANCHE Chi ha paura di essere raccontato? Novara e quel confine sottile tra opinione e propaganda

Le violazioni deliberate della libertà di informazione sono cresciute del 46%, e in quasi quattro casi su dieci le minacce provengono da esponenti pubblici, soprattutto di enti locali, che spesso ricorrono a querele pretestuose o insulti sui social. Lombardia, Lazio e Sicilia sono le regioni con il numero più alto di cronisti colpiti, mentre crescono anche le azioni legali temerarie (Slapp) e la reticenza a denunciare: nell’81% dei casi i giornalisti scelgono di non rivolgersi alla giustizia.

«Oltre alla solidarietà ai colleghi minacciati — ha concluso Tallia — occorre un impegno concreto delle istituzioni per garantire che chi esercita il diritto di cronaca possa farlo in sicurezza, senza pressioni né intimidazioni. Difendere la libertà di stampa significa difendere la democrazia stessa».

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Stefano Tallia: «Grave intimidazione a Novara, necessario difendere libertà di stampa»

Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte esprime solidarietà a La Voce dopo l’episodio di sabato mattina

«L’aggressione della quale è stato vittima un collega della Voce di Novara durante la manifestazione indetta dal “Comitato Remigrazione e riconquista”, giornalista al quale alcuni manifestanti hanno cercato di impedire di scattare foto e registrare filmati, rappresenta l’ennesimo grave tentativo di intimidazione nei confronti dei giornalisti. Un episodio che solo per l’intervento delle forze dell’ordine non ha avuto conseguenze più gravi e che però sarebbe sbagliato sottovalutare».

Lo ha detto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Stefano Tallia, in apertura del convegno sul diritto di cronaca che si è svolto questa mattina a Novara, nella sede di Confartigianato. Tallia ha anche rivolto un appello alle istituzioni pubbliche affinché vigilino sulla legittimità costituzionale dei promotori delle manifestazioni pubbliche, con particolare riferimento alle norme che vietano la ricostituzione del partito fascista.

Un episodio che si inserisce in un contesto nazionale sempre più preoccupante. Nel primo semestre del 2025, secondo il monitoraggio di Ossigeno per l’informazionesono stati registrati 361 casi di intimidazione ai danni di giornalisti, contro i 203 dello stesso periodo del 2024: un aumento del 78%. Dal 2006, l’osservatorio ha censito quasi 8.000 operatori dell’informazione colpiti per ragioni legate al loro lavoro.

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«Oltre alla solidarietà ai colleghi minacciati — ha concluso Tallia — occorre un impegno concreto delle istituzioni per garantire che chi esercita il diritto di cronaca possa farlo in sicurezza, senza pressioni né intimidazioni. Difendere la libertà di stampa significa difendere la democrazia stessa».

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