È scattato all’alba di ieri, con sei arresti e perquisizioni a tappeto in mezza Italia, il colpo dell’Arma dei Carabinieri contro un’associazione a delinquere ritenuta responsabile di almeno 30 furti in abitazione ai danni di persone anziane o fragili. L’operazione, denominata “Luma”, è il risultato di un’indagine avviata nel novembre 2024 dai militari del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Luino e coordinata dalla Procura della Repubblica di Varese.
Le ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite su disposizione del gip del tribunale di Varese, Marcello Maria Buffa, riguardano sei cittadini italiani di etnia sinti. Gli arrestati sono accusati di aver fatto parte di un sodalizio criminale ben organizzato e attivo in diverse province del nord Italia, con un modus operandi rodato e spietato: fingendosi carabinieri, tecnici del gas o funzionari pubblici, si introducevano nelle case degli anziani per derubarli.
L’operazione ha visto impiegati decine di carabinieri dei comandi provinciali di Varese, Novara, Biella, Vercelli, La Spezia e Torino, supportati da unità cinofile, da un elicottero del 1° Nucleo Elicotteri di Volpiano e da sofisticate tecnologie di videosorveglianza e intercettazione.
L’indagine è partita da alcuni episodi segnalati nel territorio di Luino e si è rapidamente allargata a una vasta area tra Lombardia e Piemonte. Uno dei primi elementi chiave per gli investigatori è stata l’individuazione di un’auto utilizzata dal gruppo, alla quale venivano applicate targhe clonate sempre diverse. Da lì, grazie a pedinamenti, intercettazioni e osservazioni, è stato possibile mappare la rete criminale.
Le truffe seguivano una precisa divisione dei ruoli: c’era chi guidava, chi faceva da palo, chi suonava al citofono fingendosi un pubblico ufficiale e chi teneva i contatti telefonici. Il veicolo usato per i colpi era nascosto in un box nel Novarese, protetto da sistemi di sorveglianza collegati in diretta agli smartphone degli indagati.
Secondo le prime stime, la banda avrebbe messo a segno almeno 30 colpi negli ultimi otto mesi per un valore di refurtiva superiore ai 500 mila euro. Sono in corso accertamenti su altri 20 episodi analoghi.
Durante le perquisizioni odierne – nove in tutto – sono stati sequestrati sei veicoli, oltre 14 mila euro in contanti, due orologi Rolex, 15 targhe clonate, spray urticanti, strumenti da scasso, un dispositivo per simulare guasti domestici e persino uno scanner per intercettare le comunicazioni delle forze dell’ordine. Uno dei soggetti perquisiti sarebbe un ricettatore abituale della banda.
L’inchiesta è tutt’altro che conclusa: gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire l’intera rete di complici, fiancheggiatori e ricettatori, e per attribuire agli indagati ulteriori episodi di furto e truffa commessi in diverse province del nord Italia. Gli arrestati sono stati condotti nelle carceri più vicine e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria.