Il regime detentivo speciale, stabilizzato nel nostro ordinamento con l’articolo 41-bis della legge 354 del 1975, continua a suscitare un acceso dibattito. Le posizioni in merito sono radicalmente contrapposte: c’è chi lo considera un’esigenza imprescindibile per la sicurezza, chi lo ritiene un vulnus insanabile ai principi costituzionali, chi lo vede come un modello organizzativo apprezzato anche all’estero e chi, infine, lo definisce una vera e propria “tortura democratica”.
In Piemonte, le sezioni 41-bis si trovano a Novara (70 posti, con 68 detenuti) e a Cuneo (92 posti, con attualmente 46 detenuti). A livello nazionale, sono 749 i detenuti sottoposti a questo regime altamente restrittivo, tra cui 13 donne, distribuiti in 12 sezioni detentive situate nei penitenziari del centro-nord. Ma quale senso assume la pena in un sistema caratterizzato da prescrizioni così rigide?
Se ne discuterà nell’incontro di oggi, giovedì 3 aprile, alle 17 nella sala del consiglio di Palazzo Natta. Intervengono: Federico Celano, presidente della Camera Penale di Novara; Nathalie Pisano, garante delle persone detenute della Città di Novara, Angela Della Bella, professoressa ordinaria di Diritto Penale, Università degli Studi di Milano; Mauro Palma, presidente del Centro di ricerca “European Penological Center”, Università Roma Tre, già presidente del Collegio del Garante nazionale; Marta Criscuolo, magistrato di sorveglianza di Novara; Alessandro Brustia, avvocato penalista. Introduce e modera Bruno Mellano, garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte.