I giornalisti novaresi scendono in piazza lunedì 16 giugno alle 18 in piazza delle Erbe per difendere il diritto all’informazione e denunciare il silenzio imposto sulla Striscia di Gaza. La manifestazione è organizzata in memoria dei giornalisti palestinesi uccisi durante il conflitto e per chiedere con forza la fine del blocco imposto da Israele, che da mesi vieta ai reporter internazionali l’accesso indipendente alla Striscia.
«Non possiamo accettare che, nel 2025, l’informazione venga oscurata nei teatri di guerra – spiegano gli organizzatori –. Il diritto dei cittadini a essere informati è un principio fondamentale della democrazia. Se non possiamo vedere cosa accade, se non possiamo raccontarlo, allora viene meno ogni forma di controllo, di trasparenza, di verità».
L’appello lanciato da Novara si unisce alle mobilitazioni già promosse in molte città italiane ed europee dall’Ordine nazionale dei giornalisti e da diverse redazioni. Insieme, si chiede alla comunità internazionale di garantire accesso libero, sicuro e indipendente alla stampa, in un territorio dove la popolazione vive da mesi sotto assedio, tra bombardamenti, fame e isolamento informativo.
La manifestazione sarà aperta alla cittadinanza, con letture, testimonianze e interventi pubblici. «Non si tratta di scegliere una parte – ribadiscono i promotori – ma di difendere un principio universale: senza giornalismo libero, non c’è verità. E senza verità, non c’è giustizia».
Sullo sfondo, la nuova escalation Israele-Iran
La mobilitazione per Gaza si inserisce in un contesto globale sempre più instabile. Negli ultimi giorni, il conflitto tra Israele e Iran ha raggiunto livelli drammatici: un attacco aereo israeliano su larga scala ha colpito impianti militari e nucleari iraniani, provocando una risposta immediata da Teheran con il lancio di oltre 150 missili balistici e 100 droni contro città israeliane.
In questo scenario, l’informazione indipendente è ancora più a rischio. Israele ha intensificato i controlli, e il blackout informativo a Gaza si accompagna a una gestione sempre più rigida della comunicazione anche sul fronte interno. Secondo gli analisti, la guerra dell’informazione è ormai parte integrante del conflitto.
Novara chiama, l’informazione risponde
Con la manifestazione di lunedì, anche i giornalisti novaresi fanno sentire la propria voce. Un segnale chiaro: la libertà di stampa non è una questione regionale, ma un diritto globale. E Gaza, oggi, è il punto più buio di questo diritto. Chiunque creda nella trasparenza e nella giustizia è invitato a partecipare. Perché «se non possiamo raccontarlo, non possiamo cambiarlo».