Una scelta che riaccende la polemica sulle nomine fatte dalla Regione Piemonte e, in particolare, sul loro coinvolgimento politico. Nella seduta di ieri, 22 luglio, il consiglio regionale ha infatti eletto la nuova garante per i diritti delle persone private della libertà personale: è Monica Formaiano, avvocata di Alessandria, già assessora comunale e candidata alle scorse regionali con Fratelli d’Italia. Una nomina che, come molte altre deliberate in queste ore dalla nuova maggioranza, è finita al centro di un acceso confronto politico.
A far discutere non è solo la vicinanza politica della nuova garante – e di altri nominati in queste ore per incarichi di rilievo – al partito della premier Meloni, ma anche la totale assenza di confronto con le opposizioni e la mancata risposta a un appello pubblico firmato da tutti i garanti cittadini del Piemonte. Un documento, quello sottoscritto anche dalla garante novarese Nathalie Pisano, che invitava la Regione a designare una figura competente e con esperienza specifica nel mondo penitenziario, in continuità con l’operato del garante uscente Bruno Mellano.
«Le scelte le fa la politica – afferma oggi Pisano – noi ci occupiamo della quotidianità, che è sempre più complessa. Spero di incontrare presto la nuova garante regionale. Intanto faccio gli auguri a Mellano, candidato per il ruolo a Torino». Mellano, a sua volta, ha salutato con stile e sobrietà la nuova titolare dell’incarico, confermando anche nel congedo quella cifra galante e istituzionale che lo ha sempre contraddistinto.
Ma sul piano politico lo scontro si fa più acceso. Il centrosinistra in consiglio regionale ha accusato apertamente la giunta guidata a Alberto Cirio di aver agito con un «approccio proprietario» alle istituzioni: «Chi vince prende tutto, anche i ruoli di garanzia, senza alcun confronto. È accaduto con il garante dei detenuti – per cui servirebbe una maggioranza qualificata alla prima votazione – ed è accaduto con l’ORECOL, organo di controllo per cui la legge chiede criteri stringenti di indipendenza e competenza. La maggioranza non ha nemmeno provato a cercare figure condivise. Qui l’unico merito sembra essere la vicinanza a Fratelli d’Italia».
I consiglieri d’opposizione hanno ricordato come nella scorsa legislatura, sempre a guida centrodestra ma con prevalenza leghista, si fosse invece trovato un accordo su figure riconosciute trasversalmente, come Mellano stesso e l’ex presidente dell’ORECOL Arturo Soprano. «Oggi – denunciano – anche chi aveva presentato la ricandidatura non è stato confermato, senza alcuna spiegazione. Forse era troppo indipendente? Dispiace che la maggioranza abbia ignorato del tutto l’appello firmato dai garanti comunali, che chiedevano competenza e sensibilità autentica verso i diritti delle persone detenute».
Da Novara è arrivata anche la presa di posizione dei Giovani Democratici, che nei giorni scorsi avevano visitato la casa circondariale di via Sforzesca. «La tutela dei detenuti è una battaglia culturale – dichiarano il segretario Filippo Garbassi e il consigliere comunale Mattia Colli Vignarelli –. Serve chi conosce davvero il carcere, non chi è scelto per fedeltà di partito. La prossima volta invitiamo Cirio a venire con noi: forse capirà perché la decisione di oggi è non solo arrogante, ma dannosa».
Ora a Monica Formaiano spetta il compito di dimostrare, con il lavoro quotidiano e sul campo, di essere davvero all’altezza di un ruolo che richiede competenza, indipendenza e autorevolezza. Ma per l’opposizione il segnale politico è già stato lanciato.