Fondazione Novara Sviluppo, chiusa l’era degli scontri: statuto modificato e voto unanime in consiglio provinciale

Dopo oltre un anno di scontri e querele incrociate, via libera alle modifiche che ridisegnano la governance dell’ente

Il consiglio provinciale ha messo la parola fine a una vicenda lunga oltre un anno e segnata da tensioni, querele incrociate e rapporti istituzionali logorati. Questa mattina, infatti, l’aula di Palazzo Natta ha approvato all’unanimità le modifiche allo statuto di Fondazione Novara Sviluppo, l’ente l’ente nato su iniziativa della Provincia e chiamato a sostenere start up, innovazione e sviluppo del territorio. Un voto compatto che chiude una stagione conflittuale e apre ufficialmente una nuova fase sotto la guida del presidente della Provincia Marco Caccia.

La revisione dello statuto rappresenta uno degli ultimi atti lasciati in sospeso dalla precedente amministrazione guidata da Federico Binatti, decaduto a giugno sia da sindaco sia da presidente della Provincia, e arriva dopo mesi di scontri durissimi tra Fondazione e Palazzo Natta, culminati anche in azioni legali reciproche. Una vicenda che aveva finito per oscurare il ruolo stesso dell’ente e la sua missione originaria.

La “nuova era” inaugurata da Caccia ha rimesso il tema al centro dell’agenda politica, portando a compimento un percorso che, come è stato sottolineato in aula, non era mai stato realmente interrotto e che si è concretizzato anche grazie al lavoro dei consiglieri provinciali. Le modifiche erano già state approvate dal consiglio di amministrazione della Fondazione, ma per diventare operative necessitavano del passaggio in consiglio provinciale, arrivato oggi senza voti contrari.

A illustrare nel dettaglio le novità è stato lo stesso presidente Caccia. Le modifiche entreranno in vigore alla scadenza dell’attuale cda, tra due anni, e ridisegnano in modo significativo governance e rapporti con l’ente pubblico. La durata del consiglio di amministrazione passa da sette a quattro anni; tutti i componenti del cda saranno nominati dalla Provincia (mentre in precedenza una parte era indicata dal cda uscente); il presidente resta di nomina provinciale, mentre vicepresidente, direttore e segretario saranno scelti dal cda. Aumenta anche l’operatività formale dell’ente: le sedute minime annuali passano da due a sei. Viene inoltre confermato che le modifiche statutarie possano essere proposte dal cda, ma restano comunque subordinate all’approvazione della Provincia. Infine, un punto centrale: in caso di estinzione della Fondazione, l’intero patrimonio – immobiliare e non – rientrerà completamente in capo alla Provincia.

Dalle opposizioni è arrivato un giudizio favorevole ma attento. La consigliera di minoranza Sara Paladini ha parlato di una «trasformazione importantissima», ricordando come negli ultimi anni si sia assistito a una gestione «confusa e inaccettabile», anche per errori legati a questioni personali. «Spero – ha aggiunto – che tutto questo non abbia ripercussioni sulla Fondazione stessa». Paladini ha ribadito la necessità di riportare l’ente alla sua vocazione originaria: «La Fondazione non è un agente immobiliare: deve dare slancio, promuovere, trasformare e mettere in rete. Ora serve capire, dati alla mano, se oltre allo statuto anche i contenuti saranno all’altezza». Da qui la richiesta, rinnovata, di una commissione in sede e dell’accesso a documenti e informazioni: «Abbiamo rimesso ordine e posto le basi per il futuro, ma la vera sfida sarà sui contenuti. Non possiamo abbassare la guardia».

Sulla stessa linea il vicepresidente della Provincia Andrea Crivelli, che ha rivendicato il lavoro svolto come risultato dell’intero ente: «È un percorso durato un anno. Già nel 2021 avevamo chiesto una modifica statutaria che allora non si era concretizzata. Oggi finalmente ci arriviamo».

Con il voto unanime di questa mattina, Fondazione Novara Sviluppo e Provincia archiviano una delle fasi più controverse della sua storia recente. Ora, come emerso chiaramente dal dibattito, l’attenzione si sposta dal contenitore alle politiche: dalla governance alla capacità reale dell’ente di essere motore di sviluppo, innovazione e rete per il territorio novarese.

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Immagine di Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore