Si terrà al Broletto, domenica 28 settembre alle ore 16, la proiezione di “Dialoghi con Mr. Parkinson”, il primo documentario che racconta da vicino la complessità della malattia e che racconta le storie di coraggio di alcuni pazienti e caregiver.. L’ingresso è libero e l’appuntamento si annuncia come un momento di sensibilizzazione importante per il territorio, visto che nella nostra provincia oltre mille persone convivono con questa patologia.
L’opera, promossa dalla Confederazione Parkinson Italia con il supporto non condizionante di Zambon, porta sullo schermo la personificazione del “nemico invisibile” che entra nella vita dei pazienti con oltre 40 sintomi diversi. Non solo tremore – che in più della metà dei malati piemontesi è assente o raro – ma anche lentezza nei movimenti, rigidità muscolare, difficoltà nella scrittura, disturbi del sonno e dell’umore.
Nel documentario, Mister Parkinson riceve anche una lettera speciale dal giornalista Vincenzo Mollica e dialoga con tre pazienti, un medico e una caregiver. Ne emergono storie di coraggio, amore e professionalità, come quella di Rossana accanto al marito Alberto o l’impegno del professor Paolo Calabresi del Policlinico Gemelli.
Dopo la proiezione, la Sala dell’Arengo diventerà spazio di confronto con esperti e associazioni. Interverranno il professor Cristoforo Comi, direttore della Neurologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità e docente dell’Università del Piemonte Orientale, Tommaso Vitarelli, presidente dell’Associazione Parkinson Insubria Novara ODV, e Giangi Milesi, presidente della Confederazione Parkinson Italia.
«Siamo molto felici che il documentario arrivi a Novara – sottolinea Vitarelli – perché mostra i tanti volti del Parkinson, anche quelli meno conosciuti, offrendo storie che possono dare forza ai pazienti e alle loro famiglie».
Il Parkinson incide profondamente sulla vita quotidiana: tre malati su cinque dichiarano di avere un forte rallentamento dei ritmi e una riduzione delle attività di tempo libero. Le conseguenze si riflettono anche sulla vita sociale: il 60% dei pazienti segnala difficoltà nello svolgere attività fuori casa, il 38% nel mantenere rapporti di amicizia.