A Novara l’erba alta fa bene: i primi dati sullo sfalcio differenziato

Il progetto Novara Città in Erba è promosso da Legambiente, Assa, Comune di Novara, Upo con il contributo di Fondazione Comunità Novarese

In un angolo di prato lasciato crescere un po’ di più, può nascondersi un intero ecosistema. A raccontarlo non è una favola ecologista, ma i primi risultati del monitoraggio condotto dall’Università del Piemonte Orientale nell’ambito del progetto “Novara Città in Erba”. L’idea è semplice quanto efficace: osservare cosa succede agli insetti impollinatori – api, farfalle, coleotteri, sirfidi – quando i prati urbani non vengono tagliati in modo uniforme.

Tra maggio e giugno 2025, i ricercatori hanno passato al setaccio dodici aree verdi della città, confrontando zone gestite con lo sfalcio “classico” – erba rasata – con le zone a sfalcio differenziato. I primi dati sono promettenti: in questi angoli più “selvatici”, la presenza di impollinatori è risultata decisamente maggiore. «Abbiamo raccolto circa 800 insetti in totale, e già dai primi dati si nota una differenza: la presenza totale di impollinatori risulta più alta nei punti gestiti con sfalcio differenziato», ha spiegato Luca Dessì, ricercatore UPO e coordinatore del monitoraggio.

Ovviamente bisognerà attendere la fine del monitoraggio e i test statistici per avere dati più precisi e confermare le prime osservazioni, ma quello che emerge per ora è «una differenza non trascurabile, che conferma quanto la diversificazione della gestione del verde possa influenzare positivamente la biodiversità urbana. Unica eccezione: le mosche impollinatrici, il cui numero totale e medio si è mantenuto simile tra i due tipi di gestione, suggerendo una differente sensibilità di questo gruppo agli interventi di manutenzione» ha aggiunto Dessì «il risultato più incoraggiante riguarda le api selvatiche, considerate un indicatore ecologico chiave per lo stato di salute degli ecosistemi urbani. La loro maggiore presenza nei punti in cui l’erba non è stata sfalciata suggerisce che anche in città sia possibile creare ambienti favorevoli alla loro sopravvivenza, semplicemente lasciando fiorire i prati e riducendo l’intervento umano».

«Anche in città si può fare vera ecologia, partendo da scelte semplici ma coraggiose. Con “Novara Città in Erba” volevamo dimostrare che un’altra gestione del verde è possibile, ed è anche più utile alla biodiversità e al benessere dei cittadini. Al termine del monitoraggio, grazie all’Università del Piemonte Orientale e al sostegno di Fondazione Comunità Novarese, potremo avere delle evidenze scientifiche» ha affermato il presidente del Circolo Il Pioppo Roberto Gazzola commentando i primi dati disponibili.

«Abbiamo sempre pensato che l’erba alta non fosse sinonimo di incuria, ma di attenzione. Dove il prato viene lasciato crescere, le api tornano, le farfalle volano, e il paesaggio cambia. Lo sfalcio differenziato è un modo intelligente per conciliare estetica urbana, necessità di manutenzione e salvaguardia della natura» ha continuato Gazzola che ha aggiunto «non è solo una questione ambientale, ma anche culturale: significa cambiare sguardo sul verde urbano, educare al rispetto del tempo della natura e costruire una città più accogliente per tutti, umani e non»

Il progetto si inserisce in un più ampio movimento europeo volto a ripensare la gestione degli spazi verdi urbani in chiave ecologica e sostenibile. Diverse città, infatti, stanno sperimentando pratiche di sfalcio ritardato o parziale per favorire la presenza di flora e fauna autoctona, con benefici anche per la qualità dell’aria e il benessere dei cittadini. “Novara Città in Erba” dimostra che anche piccoli cambiamenti nelle pratiche cittadine possono avere un impatto concreto sull’ambiente urbano. L’esperienza maturata dall’UPO, unita ai dati raccolti, potrà ora guidare scelte più consapevoli nella pianificazione del verde pubblico, facendo di Novara un modello replicabile a livello nazionale.

«L’obiettivo è che “Novara Città in Erba” non resti un’esperienza isolata, ma diventi una buona pratica permanente, da estendere e replicare. Se vogliamo città più vivibili e resilienti, dobbiamo partire proprio da qui: dal basso, dal prato, dai fiori e da chi li impollina ogni giorno» ha concluso Gazzola.

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A Novara l’erba alta fa bene: i primi dati sullo sfalcio differenziato

Il progetto Novara Città in Erba è promosso da Legambiente, Assa, Comune di Novara, Upo con il contributo di Fondazione Comunità Novarese

In un angolo di prato lasciato crescere un po’ di più, può nascondersi un intero ecosistema. A raccontarlo non è una favola ecologista, ma i primi risultati del monitoraggio condotto dall’Università del Piemonte Orientale nell’ambito del progetto “Novara Città in Erba”. L’idea è semplice quanto efficace: osservare cosa succede agli insetti impollinatori – api, farfalle, coleotteri, sirfidi – quando i prati urbani non vengono tagliati in modo uniforme.

Tra maggio e giugno 2025, i ricercatori hanno passato al setaccio dodici aree verdi della città, confrontando zone gestite con lo sfalcio “classico” – erba rasata – con le zone a sfalcio differenziato. I primi dati sono promettenti: in questi angoli più “selvatici”, la presenza di impollinatori è risultata decisamente maggiore. «Abbiamo raccolto circa 800 insetti in totale, e già dai primi dati si nota una differenza: la presenza totale di impollinatori risulta più alta nei punti gestiti con sfalcio differenziato», ha spiegato Luca Dessì, ricercatore UPO e coordinatore del monitoraggio.

Ovviamente bisognerà attendere la fine del monitoraggio e i test statistici per avere dati più precisi e confermare le prime osservazioni, ma quello che emerge per ora è «una differenza non trascurabile, che conferma quanto la diversificazione della gestione del verde possa influenzare positivamente la biodiversità urbana. Unica eccezione: le mosche impollinatrici, il cui numero totale e medio si è mantenuto simile tra i due tipi di gestione, suggerendo una differente sensibilità di questo gruppo agli interventi di manutenzione» ha aggiunto Dessì «il risultato più incoraggiante riguarda le api selvatiche, considerate un indicatore ecologico chiave per lo stato di salute degli ecosistemi urbani. La loro maggiore presenza nei punti in cui l’erba non è stata sfalciata suggerisce che anche in città sia possibile creare ambienti favorevoli alla loro sopravvivenza, semplicemente lasciando fiorire i prati e riducendo l’intervento umano».

«Anche in città si può fare vera ecologia, partendo da scelte semplici ma coraggiose. Con “Novara Città in Erba” volevamo dimostrare che un’altra gestione del verde è possibile, ed è anche più utile alla biodiversità e al benessere dei cittadini. Al termine del monitoraggio, grazie all’Università del Piemonte Orientale e al sostegno di Fondazione Comunità Novarese, potremo avere delle evidenze scientifiche» ha affermato il presidente del Circolo Il Pioppo Roberto Gazzola commentando i primi dati disponibili.

«Abbiamo sempre pensato che l’erba alta non fosse sinonimo di incuria, ma di attenzione. Dove il prato viene lasciato crescere, le api tornano, le farfalle volano, e il paesaggio cambia. Lo sfalcio differenziato è un modo intelligente per conciliare estetica urbana, necessità di manutenzione e salvaguardia della natura» ha continuato Gazzola che ha aggiunto «non è solo una questione ambientale, ma anche culturale: significa cambiare sguardo sul verde urbano, educare al rispetto del tempo della natura e costruire una città più accogliente per tutti, umani e non»

Il progetto si inserisce in un più ampio movimento europeo volto a ripensare la gestione degli spazi verdi urbani in chiave ecologica e sostenibile. Diverse città, infatti, stanno sperimentando pratiche di sfalcio ritardato o parziale per favorire la presenza di flora e fauna autoctona, con benefici anche per la qualità dell’aria e il benessere dei cittadini. “Novara Città in Erba” dimostra che anche piccoli cambiamenti nelle pratiche cittadine possono avere un impatto concreto sull’ambiente urbano. L’esperienza maturata dall’UPO, unita ai dati raccolti, potrà ora guidare scelte più consapevoli nella pianificazione del verde pubblico, facendo di Novara un modello replicabile a livello nazionale.

«L’obiettivo è che “Novara Città in Erba” non resti un’esperienza isolata, ma diventi una buona pratica permanente, da estendere e replicare. Se vogliamo città più vivibili e resilienti, dobbiamo partire proprio da qui: dal basso, dal prato, dai fiori e da chi li impollina ogni giorno» ha concluso Gazzola.

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