È stato assegnato a Mattia Coppola, studente della classe 5A del Liceo Scientifico “Antonelli” di Novara, il primo riconoscimento della Borsa di Studio intitolata al professor Franco Malvezzi. Un premio di 500 euro che non è solo un incentivo allo studio, ma un atto d’amore verso la cultura umanistica, quella che Malvezzi – preside indimenticato dell’Istituto, scomparso nel novembre 2023 – ha sempre promosso con passione e rigore.
La borsa è stata istituita dalla famiglia del professore, rappresentata dai figli Matilde e Matteo, tramite il Fondo Solidale “Liceo Antonelli” attivato nella Fondazione Comunità Novarese. Verrà assegnata per tre anni consecutivi (2024/2025, 2025/2026, 2026/2027) agli studenti delle classi quinte dell’indirizzo ordinamentale, con l’obiettivo di valorizzare gli studi umanistici e incoraggiare le iscrizioni alle relative facoltà universitarie.
«Il professor Malvezzi è stato un amico, un modello umano e professionale – ha ricordato con emozione la dirigente scolastica Silvana Romeo – La sua cultura era immensa, eppure sempre a servizio degli altri. È stato una guida, un esempio da seguire». Un pensiero condiviso dalla professoressa Anna Chiara Invernizzi, vicepresidente della Fondazione Comunità Novarese: «Era uno scienziato delle materie umanistiche e un uomo speciale, capace di accompagnare intere generazioni. Ringraziamo i suoi figli e il liceo che ha scelto di ricordarlo così, nella sua vera casa».
Il premio è stato assegnato al termine di una prova impegnativa: gli studenti hanno commentato un pensiero di Malvezzi ispirato alla lirica montaliana “Fine dell’infanzia” e alla più ampia concezione dell’infanzia e dell’età adulta in “Ossi di seppia”. Il compito richiedeva di esplorare, in modo critico, le relazioni tra le poetiche di Montale, Pascoli e Leopardi, con particolare attenzione al rapporto con la natura e alle trasformazioni dell’età.
«La selezione non è stata facile – ha spiegato la professoressa Chiara Bazzano – Le ragazze e i ragazzi hanno lavorato con serietà e profondità. Abbiamo svolto la prova in biblioteca, un luogo simbolico che Malvezzi amava, e dove oggi si trova una parte dei suoi libri, donati alla scuola e raccolti in un fondo a lui intitolato».
La commissione ha motivato così la scelta del lavoro di Mattia: «L’elaborato è ben organizzato e pienamente pertinente rispetto alla traccia fornita; l’esposizione è chiara e coerente, grazie a un lessico preciso e specialistico. Lo svolgimento dimostra un’ottima conoscenza dell’argomento e contiene riferimenti culturali esaurienti e ben strutturati. Ne risulta una rielaborazione critica approfondita e originale dell’impegnativa tematica proposta».
Sorpreso e felice, Mattia ha commentato: «Non me lo aspettavo. All’inizio dell’anno il mio autore preferito era Ungaretti, ma approfondendo Montale me ne sono innamorato. L’anno prossimo frequenterò Filosofia in Statale, per continuare a coltivare la mia passione per gli studi umanistici». Indossava una maglietta di Maradona con il numero 10, quasi un segno, un portafortuna, come lui stesso ha detto sorridendo.
Emozionati i figli di Malvezzi: «Le parole che sentiamo oggi su nostro padre ci riempiono di orgoglio. Era vicino ai giovani, anche nei momenti più difficili, come durante le contestazioni degli anni Settanta. Siamo certi che questa mattina, da qualche parte, anche lui abbia sorriso».