Crisi climatica, siccità, eventi meteorici estremi e nuove strategie di gestione dell’acqua: sono stati questi i temi al centro del Tavolo tecnico-istituzionale dedicato alla risicoltura, ospitato a Novara nella sede di Est Sesia, il maggiore consorzio di irrigazione italiano. L’incontro è stato organizzato dall’Autorità di bacino bistrettuale del fiume Po e ha riunito tutti gli stakeholder delle Terre del Riso.
Al tavolo erano presenti, tra gli altri, Francesco Tornatore, responsabile della gestione delle risorse idriche dell’Autorità di Bacino del Po, ed Ettore Fanfani, commissario straordinario di Est Sesia, insieme a Paolo Mancin, vicedirettore della Direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte, ai rappresentanti della Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia, a Marco Romani per l’Ente Nazionale Risi, ai consorzi irrigui Ovest Sesia, Baraggia Biellese e Vercellese ed Est Ticino Villoresi, ad ANBI Piemonte e alle associazioni di categoria CIA, Coldiretti e Confagricoltura.
Il Distretto del Po ospita la più grande area agricola d’Italia e una delle più produttive d’Europa. In questo contesto la risicoltura rappresenta una coltura strategica, con circa 200mila ettari concentrati soprattutto tra le province di Vercelli, Novara e Pavia. Un areale che costituisce un vero “unicum” non solo dal punto di vista produttivo, ma anche ambientale, paesaggistico, idrogeologico e storico-culturale.
Proprio questo patrimonio è oggi messo a rischio dai cambiamenti climatici. L’alterazione del ciclo idrologico – con inverni sempre meno nevosi ed estati più calde e siccitose – sta già producendo effetti rilevanti sull’intero bacino del Po. I modelli climatici più accreditati indicano per l’area un aumento delle temperature tra i 2 e i 3 gradi, un incremento delle notti tropicali pari a circa un mese in più all’anno e una diminuzione dei giorni di pioggia, a fronte di precipitazioni complessive più intense e concentrate. Scenari che impongono un ripensamento profondo della pianificazione e della gestione delle risorse idriche, in particolare per il comparto risicolo.
Durante l’incontro sono stati affrontati diversi nodi strategici: dalla gestione del Lago Maggiore, con l’ipotesi di innalzare il livello del bacino regolato, alla possibilità di migliorare la disponibilità di acqua irrigua nei mesi invernali; dalla condivisione dei dati già disponibili tra i vari enti alla realizzazione di nuovi studi in collaborazione con l’Università di Milano e il Politecnico di Torino. Ampio spazio è stato dedicato anche alla normativa europea, in particolare al tema del Deflusso Ecologico, e alle ricadute delle regole comunitarie sulla legislazione nazionale e locale, così come ai cambiamenti nelle tecniche di coltivazione del riso, dal passaggio dalla semina in sommersione a quella in asciutta.
«Ci sono tre elementi fondamentali su cui lavorare, con urgenza, perché la programmazione della stagione irrigua comincia già dopo il periodo natalizio», ha sottolineato Ettore Fanfani, commissario straordinario di Est Sesia. «Il primo riguarda l’acqua invernale: nel nostro comprensorio, ad esempio, il canale Regina Elena non dispone di risorsa nei mesi freddi, una lacuna che va colmata se vogliamo raggiungere gli obiettivi stagionali. Il secondo tema è quello degli incentivi: se vogliamo migliorare davvero la distribuzione idrica su scala più ampia, occorre sostenere le aziende agricole che adottano metodi tradizionali rispetto alla semina in asciutta, più costosa e impegnativa in termini di lavoro. Infine c’è il nodo del deflusso ecologico, che va affrontato in modo compatibile con le esigenze di tutti, considerando i benefici che la sommersione può garantire non solo ai territori risicoli ma all’intero bacino del Po».
Il tavolo tecnico promosso dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po rappresenta l’avvio di un percorso strutturato. L’obiettivo è arrivare entro il 2026 alla definizione di un piano integrato che raccolga le esigenze e le proposte di tutti gli attori delle Terre del Riso, da sottoporre alle istituzioni. I lavori proseguiranno con nuovi incontri e tavoli di confronto, per costruire una strategia comune capace di migliorare la disponibilità e la gestione della risorsa idrica nel più importante territorio risicolo d’Europa.







