La Commissione consiliare chiamata a discutere il Piano di valorizzazione della Fondazione castello di Novara ha offerto, ieri pomeriggio, un quadro ampio delle attività in corso e delle linee future della Fondazione. A illustrarle è stata la presidente Maurizia Rebola, accompagnata da una delle due dipendenti su cui può contare la Fondazione, Valeria Francese. Un passaggio molto atteso, anche alla luce delle risorse impiegate negli ultimi mesi e delle collaborazioni avviate.
La presidente ha esordito sottolineando la necessità di mantenere «un equilibrio tra gli eventi privati e l’offerta culturale vera e propria», ricordando che gli incassi derivanti dalle iniziative ospitate permettono alla Fondazione di sostenere progettualità più strutturate. Sul fronte degli spazi, Rebola ha confermato che «stanno per terminare i lavori di ristrutturazione dei bastioni» e che la Rocchetta – ex sede del Museo del Risorgimento, oggi trasferito alla Barriera Albertina – «sarà utilizzata a pieno regime dal 2026. Il Natale al castello rappresenta l’incipit delle iniziative dedicate alle famiglie nella Rocchetta», mentre il nuovo Museo archeologico «sarà un contenitore per lavorare sempre di più con il pubblico e con le scuole», anche attraverso laboratori in collaborazione con il museo Egizio di Torino.
Proprio sul museo archeologico, il dirigente del settore Cultura, Davide Zanino, ha sottolineato che «entro il 27 febbraio 2026 dovrebbe essere terminato l’allestimento
Parte dell’intervento è stato dedicato alle collaborazioni attive. Rebola ha citato quella con Mets – associazione che organizza le esposizioni sull’Ottocento – grazie alla quale il castello ha deciso di investire 80 mila euro per la riqualificazione degli spazi destinati alle mostre. Quanto ai contributi, sono arrivati: 52 mila euro dalla Regione Piemonte, 3 mila dalla Camera di Commercio, 60 mila da Fondazione Crt per attività specifiche, 30 mila dalla Fondazione Comoli Ferrari.
Francese ha inoltre annunciato un ulteriore finanziamento: 30 mila euro della Fondazione Comunità Novarese, destinati alle attività didattiche che verranno affidate all’associazione I Creattivi.
Rebola ha confermato che anche nel 2026 tornerà al castello la rassegna de Il Post, mentre sono in corso interlocuzioni «in fase di finalizzazione» con Cora Media e Will per costruire nuove proposte culturali rivolte soprattutto ai pubblici più giovani.
Uno sguardo è stato rivolto anche ai sotterranei, un ambito che la Fondazione intende valorizzare ulteriormente: «Vorremmo chiedere un contributo alla Compagnia di San Paolo – ha spiegato Rebola – ma serve un progetto specifico su cui stiamo lavorando».
Francese ha aggiunto che l’obiettivo è trasformare la Rocchetta «nell’hub della didattica del castello, non solo dedicata alla storia del complesso monumentale ma anche collegata alle mostre e a laboratori sviluppati insieme alle realtà cittadine.
La seconda parte della Commissione ha assunto un tono politico più marcato. La consigliera dem Sara Paladini, rivolgendosi all’assessore alla Cultura Luca Piantanida, ha rilevato «una mancanza di pianificazione da parte del Comune, uno dei punti che la Fondazione sta chiedendo con insistenza». Secondo Paladini, il Piano appare incompleto «nel momento in cui la Fondazione è molto più di un semplice contenitore» e per questo «chiediamo di rivederlo e di tornare in Commissione entro tre mesi».
Sulla stessa linea il capogruppo dem Nicola Fonzo, che ha posto una condizione chiara in vista del consiglio del 10 dicembre: «Voteremo il Piano solo se l’assessore, in apertura di seduta, riconoscerà che ci sono delle mancanze e che il documento potrà essere modificato».
Alle sollecitazioni dell’opposizione, Piantanida non ha dato una risposta netta. L’assessore ha definito il Piano «scritto bene» e «indicativo di una progettualità», aggiungendo però che «se preferite che si evidenzi quanto avete detto, si vedrà». Una posizione interlocutoria che rimanda al confronto politico della prossima settimana.







