Il comunicato diffuso nei giorni scorsi dal centrodestra trecatese – firmato dai tre segretari provinciali di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia insieme al candidato sindaco civico Roberto Minera – segna l’avvio ufficiale dei lavori per una candidatura unitaria. Almeno da quello che si legge. Un passaggio atteso, soprattutto dopo la burrasca che ha accompagnato la caduta della giunta guidata da Federico Binatti, ma che apre contemporaneamente diverse questioni politiche ancora irrisolte.
La prima, evidente, riguarda proprio la firma di Minera. Da mesi impegnato a ritagliarsi un profilo di civico di area ma non organico ai partiti, la sua presenza sotto lo stesso comunicato dei segretari apre più interrogativi che risposte: è un’investitura implicita? Una semplice fotografia di un tavolo? O il segnale che i partiti lo stanno puntando come possibile candidato sindaco? Domande che restano sospese, anche perché Minera – contattato – si è rifiutato di commentare.
La coalizione di centrodestra tenta ora di ricompattarsi anche per rispondere a un centrosinistra che si è presentato strutturato e con un campo largo. Ma l’unità, per funzionare, deve accompagnarsi alla discontinuità, parola pronunciata molte volte e mai davvero definita nei fatti. Il problema, infatti, è che guardando ai protagonisti della riunione, è proprio la discontinuità che fatica a emergere: i nomi e i volti sono sempre gli stessi, quelli che nel bene o nel male hanno attraversato le diverse stagioni della politica trecatese. Più che di cambio di passo, parlano infatti i veti posti dai segretari: un “no” netto al ritorno di Binatti e della sua cerchia.
In questo quadro, però, il vero dramma politico si consuma distintamente dentro Fratelli d’Italia: il partito non ha preso una posizione chiara né prima né dopo la caduta della giunta, lasciando uno spazio vuoto che oggi si traduce in imbarazzo e incertezza. La sensazione, condivisa da più osservatori, è che FdI continui a muoversi con prudenza per timore di rompere definitivamente con il duo Binatti-Criscuolo.
Eppure, silurare Binatti non basta a garantire una reale taglio con il passato: diversi dei presenti al tavolo hanno avuto ruoli chiave nelle sue giunte o sono stati politicamente legati a lui. Lo stesso Minera è stato assessore della giunta Binatti in quota FdI. Il confine, dunque, resta sfumato. A ben guardare, l’unica vera forza unificante del centrodestra trecatese, almeno in questa fase, è il fatto che i protagonisti hanno tutti – per ragioni diverse – rotto con l’ex primo cittadino o ne sono stati politicamente allontanati. Un collante fragile, più identitario che programmatico, che rischia di trasformare la ricerca dell’unità in un regolamento di conti. Il rischio politico è infatti quello di costruire la coalizione attorno alla “vendetta” contro Binatti piuttosto che a temi condivisi.
A complicare ulteriormente il quadro, la presenza di Rosa Criscuolo alla riunione del tavolo di centrodestra. Una partecipazione che ha lasciato perplessi molti osservatori: rappresentava FdI? Se stessa? Il nuovo marchio “Trecate che vogliamo” con cui appare sui social? Non è chiaro. Di certo, continua ad apparire politicamente fedelissima a Binatti, con cui continua a tornare in piazza sotto il simbolo di FdI. Ma che non risponde al telefono e non chiarisce la sua collocazione.
Dall’altra parte, si muove Rossano Canetta: aspirante candidato sindaco, segretario deposto di FdI che, come accade puntualmente a ogni vigilia elettorale, si riscopre civico. Un percorso speculare e inverso a quello dei “civici” puri – Minera in primis – che sembrano invece sempre più attratti dai partiti.
Mentre il comunicato parla di metodo, serietà e responsabilità, resta il fatto che il centrodestra trecatese si trova in una fase politica delicatissima. Alle elezioni manca ancora tempo e questo tempo potrà essere utilizzato per trovare una sintesi vera o, al contrario, per logorarsi ulteriormente.
Per ora il percorso appare aperto a entrambe le possibilità. La volontà dichiarata è quella di arrivare a una candidatura unica e autorevole. Ma la partita – fatta di equilibri instabili, veti incrociati e rapporti personali ancora irrisolti – è solo all’inizio.




