Parco del Ticino, Bellan presidente nonostante il doppio no dei sindaci. Scoppia la polemica

La scelta del governatore Cirio, appoggiato da Fdi, ha fatto infuriare il Pd

La Regione Piemonte ha completato il quadro delle nomine degli organi di gestione delle aree protette e, per l’Ente di gestione delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, ha scelto Alessandro Antonio Bellan come nuovo presidente. La decisione, formalizzata dal governatore Alberto Cirio e confermata dall’assessore regionale competente Paolo Bongioanni, è subito diventata un caso politico.

Al centro delle critiche, il passaggio con la Comunità del Parco: due votazioni, entrambe con esito negativo nei confronti del candidato proposto dalla Giunta regionale. Una doppia bocciatura arrivata da un’assemblea composta in prevalenza da amministratori di centrodestra. Nonostante ciò, per la prima volta nella storia dell’Ente, l’esecutivo ha tirato dritto, nominando comunque il candidato indicato.

Bongioanni ha difeso la scelta parlando dell’avvio di «una nuova fase per i parchi piemontesi, che non devono essere considerati solo come strumento di pura conservazione ma come straordinaria opportunità di sviluppo». Al nuovo consiglio dell’Ente siederanno anche Cesare Bellotti, Edoardo Rovarini, Vincenzo Tribuzio, Massimiliano Zarattini, Davide Chiarletti, Alberto Actis e Roberto Gazzola in rappresentanza delle associazioni ambientaliste.

Durissima la reazione del consigliere regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi, che parla apertamente di «amichettismo di Fratelli d’Italia» e di «uno schiaffo ai territori». «Il candidato della Giunta è stato bocciato due volte e il premio è la nomina d’imperio. Con quale legittimità il nuovo presidente condurrà il Parco? A chi darà ascolto? Alla comunità del Parco che non lo ha sostenuto o all’assessore di Cuneo?» attacca il consigliere dem.

«Con gli slogan la destra si dice al fianco degli amministratori locali, ma nei fatti procede senza ascolto e con arroganza. È la dimostrazione di una maggioranza ostaggio dei propri accordi interni» conclude Rossi, secondo cui l’Ente viene «abbandonato alla logica della spartizione delle poltrone».

A difendere la scelta di Cirio intervengono invece i consiglieri di Fratelli d’Italia, Daniela Cameroni e Gianluca Godio: «Si tratta di una nomina che riconosce il valore del percorso compiuto da Bellan all’interno dell’Ente. Negli anni ha maturato un’esperienza profonda e diretta, ricoprendo il ruolo di vicepresidente e, prima ancora, quello di componente del Consiglio degli Enti di gestione. Un bagaglio che rappresenta una garanzia di continuità amministrativa, conoscenza del territorio e solidità istituzionale».

Secondo i due esponenti di FdI, Bellan è la figura più adatta a coniugare «tutela ambientale, sviluppo sostenibile e valorizzazione delle risorse locali». «Il Parco del Ticino – aggiungono – costituisce per il Novarese un presidio strategico non solo per la salvaguardia dell’ecosistema fluviale, ma anche per le ricadute positive su agricoltura, qualità della vita e attrattività territoriale. Una responsabilità che richiede una guida competente e consapevole, caratteristiche che Bellan ha dimostrato in modo costante nel suo percorso all’interno dell’Ente».

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