Dare la carica, giocando sull’onda dell’entusiasmo, proprio come quando si era ragazzi. Questo è il mantra di Britt Herbots, schiacciatrice belga classe ’99della Igor Volley Novara, tornata in azzurro quest’estate e jolly di coach Bernardi in questo primo mese di campionato. Dall’avvio di stagione alla vita fuori dal campo: Britt si racconta con quell’entusiasmo che tutti abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare, e che le ha permesso di entrare nel cuore dei tifosi azzurri.
Si parte parlando dell’avvio di stagione, con le azzurre che, nelle ultime uscite, hanno faticato parecchio rispetto alle prime gare dell’anno. Anche se, contro Valelfoglia, le azzurre sono riuscite a tornare al successo: «Contro Vallefoglia è arrivata una vittoria molto importante, che spero possa servirci anche per il morale. Siamo in un periodo un po’ più difficile, dove non stiamo esprimendo la nostra miglior pallavolo, ma è pur vero che stiamo giocando senza l’opposto titolare, e in Italia è una cosa che si sente. Ovviamente non deve essere una scusa: dobbiamo lavorare e trovare qualche soluzione in allenamento».
Una Igor che, al netto delle ultime prestazioni, rimane una squadra di altissimo livello. «Credo che questa squadra si possa togliere delle grandi soddisfazioni: ne dobbiamo uscire il prima possibile, ma lo possiamo fare solo lavorando. Non dobbiamo tanto focalizzarci sul venir fuori dalle situazioni difficili, che rimane importantissimo, quanto sul prevederle: nei primi set andiamo fortissimo, poi quando l’altra squadra fa qualche punto in più sembra che da noi si spenga la luce». Insomma, tanto lavoro da fare per Herbots e compagne: «Dobbiamo capire bene cosa succede e come possiamo affrontarlo. Vedremo cosa riusciremo a tirar fuori nelle prossime partite».
Una serie di partite in cui la squadra è andata in difficoltà, ma Britt ha sempre messo in campo la sua grinta e la sua energia, anche nei momenti più difficili: «È una cosa che mi viene abbastanza naturale. Mi piace molto giocare a pallavolo, e credo che si veda anche da fuori. Questo campo per me è la mia casa, e cerco sempre di mettere in campo quella grinta e quell’entusiasmo che ho fin da quando ero una ragazzina. Io non considero nemmeno ciò che faccio un lavoro, e mi considero molto fortunata per poter dire questa cosa. Per questo quando serve cerco sempre di dare un po’ di carica in più, anche al pubblico, perché questo è un palazzetto molto caldo ed è molto bello giocarvi. Anche durante gli ultimi set della sfida contro Vallefoglia ci sono sempre stati vicino.»
Prima di Vallefoglia, però, l’ultima sfida al Pala Igor è stata quella contro la Savino Del Bene Scandicci, squadra che Herbots conosce molto bene. «Scandicci è una squadra che per me è stata molto importante e che mi è rimasta nel cuore. È una società che ringrazio tantissimo, perché ha creduto veramente in me. Lì ho passato due anni bellissimi, il secondo da capitano, giocando anche una finale di Champions League e togliendoci tante soddisfazioni, tra mille difficoltà. Molte giocatrici sono rimaste, e rivederle dall’altro lato della rete è stato bellissimo».
Sfida sentita, però, non solo in campo: «Poi c’è un extra, il fatto di avere mio marito che è rimasto a Scandicci. A casa questa sfida la sentivamo da un paio di giorni! Peccato per il risultato, più che altro per il modo in cui è arrivata la sconfitta. Stavamo per vincere tre punti importantissimi, loro sono state bravissime a uscirne, e credo che da lì sia un po’ iniziato il nostro calo».
Ora le azzurre sono attese da un altro big match, quello contro Numia Vero Volley Milano, davanti a un Forum di Assago in cui saranno presenti oltre 12 mila persone. «Penso che per qualsiasi atleta giocare in un palazzetto così sia un qualcosa di spettacolare. Giocare una partita del genere davanti a questo pubblico deve darci ulteriore carica, per far vedere che squadra siamo veramente. Davanti c’è una squadra fortissima, è vero, però dopo le ultime partite in cui siamo andate in difficoltà vorrei che facessimo vedere la carica, la grinta e la forza mentale che sappiamo di avere. Poi è chiaro, giocare in un palazzetto così ti deve venire naturale. Un po’ te lo devi godere, ma senza avere paura».
L’infortunio di Tolok ha sicuramente condizionato i piani di coach Bernardi, anche per quanto riguarda l’uttilizoz di Britt. Che nelle ultime giornate è tornata a fare, di tanto in tanto, l’opposto, come già aveva fatto a inizio carriera: «C’è da dire che erano tanti anni fa, anche se sono ancora molto giovane! Però sì, io ho iniziato come opposto. Io nelle giovanili facevo un po’ di tutto: opposto, schiacciatrice, palleggiatrice. Poi verso i 16 anni mi hanno chiesto di scegliere, e io volevo fare l’opposto, mi piaceva attaccare. Ma non essendo altissima mi hanno suggerito di provare banda, ed oggi è quello il mio ruolo in campo. Chiaramente però mi sono messa a completa disposizione della squadra, anche se ammetto che non è semplice. Però, quando c’è bisogno, entro e mi metto a tirare!»
Per Britt, questa è la seconda esperienza con la casacca azzurra. La giocatrice, infatti, aveva già militato a Novara dal 2020 al 2022. Ma com’è stato tornare a difendere i colori della Igor? «Ti trovi sempre in una società molto bella e molto seria, che lavora sempre bene, e questo non è cambiato. Così come la città: le passeggiate che faccio con il cane sono sempre le stesse, ritroviamo gli stessi cani all’area cani, quindi per me è stato molto bello ritornare. Questa società poi per me è stata molto importante, in quei due anni sono stata davvero bene, e sinceramente l’idea di tornare qui mi dava anche un po’ di serenità. Tornare a giocare in questo palazzetto, con i tifosi sempre dalla nostra parte, in una società così seria… Sono stata molto contenta quando mi hanno richiamato».
Giocare a pallavolo a questi livelli, chiaramente, condiziona altri aspetti della vita di tutti i giorni. «Purtroppo non abbiamo molto tempo per dedicarci ad altre cose. Cerco sempre di riposare, poi ho un cane a casa, e ovviamente anche a lui bisogna dedicare parecchio tempo, anche se per me è bellissimo. Tra tutti gli allenamenti, le partite e gli impegni, uscire a fare una passeggiata con il cane, staccare la testa e stare in mezzo alla natura aiuta tantissimo. Poi, ovviamente, quando ho tempo, cerco di vedere mio marito. Non è semplice vista la distanza, ma sta andando molto bene».
E proprio sul cane, Max, Britt ha un aneddoto da raccontare: «Io volevo tantissimo prendere un cane, ma mia mamma non è mai stata molto d’accordo, soprattutto per i peli che lasciano in giro. Fatto sta che dopo il primo anno a Busto, d’estate, mi metto a cercare online, e vedo che in una fattoria vicino a casa c’è stata una cucciolata di Shiba Inu, razza che a me piace tantissimo. Ho pensato: “Vado solo a vedere”. Poi, però, arrivo davanti a questi cuccioli, e mentre tutti scappano uno viene verso di me! Non potevo lasciarlo lì. Allora l’ho preso, e visto che era la festa della mamma ho fatto finta, una volta a casa, di volerlo regalare a mia madre. All’inizio ho preso tante parole, poi dopo dieci minuti erano lì a coccolarlo!»
Tanti anche gli obiettivi futuri di Herbots, soprattutto sul piano sportivo: «Sono tanti anni che gioco in Italia e che gioco finali contro Conegliano, e ancora non sono riuscita a strappare qualche vittoria. Quello sarebbe il grande sogno e obiettivo di quest’anno, quello di riuscire a portare a casa qualcosa di bello. Poi un altro sogno è quello di andare alle Olimpiadi con la nazionale belga: sarebbe davvero un bel risultato per tutto quello che abbiamo dato come squadra nel corso negli anni.»




