Da punizione a opportunità: a Novara nasce il progetto per reinserire gli studenti sospesi dalla scuola

Il progetto “In sospeso. Ritrovarsi per ripartire insieme”, promosso da Sbulloniamo Insieme APS con il sostegno della Fondazione BPN e della Fondazione Comoli Ferrari, coinvolge il Convitto Carlo Alberto e l’Istituto Montale Montalcini per trasformare la sospensione in un percorso di cittadinanza attiva e consapevolezza emotiva

Trasformare la sospensione scolastica da misura punitiva a occasione di crescita personale e sociale. È questo l’obiettivo del nuovo progetto pilota “In sospeso. Ritrovarsi per ripartire insieme”, promosso a Novara da Sbulloniamo Insieme, associazione impegnata da anni nella prevenzione e nel contrasto del disagio giovanile e del bullismo, con il sostegno della Fondazione Banca Popolare di Novara per il territorio e della Fondazione Comoli Ferrari.

L’iniziativa, in linea con le più recenti modifiche al DPR 249/1998, propone un nuovo modello di reintegro scolastico per gli studenti sospesi, coinvolgendo due scuole secondarie di primo grado della città: il Convitto Nazionale Carlo Alberto e l’istituto comprensivo Montale Montalcini. L’obiettivo è favorire il pieno reinserimento nella vita scolastica e sociale, trasformando la sospensione passiva in un percorso di cittadinanza solidale e consapevolezza emotiva.

Il cuore del progetto è un modello basato sulla sinergia tra Terapia Espressiva Integrata (TEI) e Cittadinanza Attiva, articolato in tre momenti di lavoro esperienziale. Tre le fasi: nel Laboratorio Creativo, i ragazzi sperimentano linguaggi come arte, danza, musica e teatro per esprimere le proprie emozioni e superare le resistenze verbali. Segue il Cerchio di Ascolto, in cui educatori e psicologi guidano il dialogo e aiutano a trasformare l’espressione creativa in consapevolezza emotiva, riconoscendo la possibilità di altri comportamenti e scelte. Infine, la fase di Cittadinanza Attiva, in cui le competenze acquisite si traducono in azioni concrete di community care e di servizio alla scuola, con l’obiettivo di reinserire pienamente gli studenti nel gruppo classe e nella comunità.

Una rete di professionisti e volontari

A gestire il progetto è un team multidisciplinare di professionisti — psicologi, arteterapeuti, educatori e mediatori familiari — affiancato da una rete di volontariato cittadino formata da dieci persone, provenienti da diverse realtà associative locali.
Tra le associazioni partner figurano Sbulloniamo Insieme APS, Art@lab, Coro Battistini e Humanity in the World.

Il progetto avrà una durata trimestrale e coinvolgerà gruppi di massimo dieci studenti individuati tra coloro che presentano fragilità o problemi comportamentali, sospesi o a rischio di sospensione. Le attività si terranno per quattro giorni consecutivi al mese, dalle 8 alle 13, presso il Convitto e la scuola Pajetta.
Per garantire coerenza metodologica e condivisione dei valori, è prevista una giornata di formazione per operatori e volontari già domenica 16 novembre.

«Mi sono sempre chiesto cosa facciano gli studenti sospesi e come tornino a scuola. Siamo sicuri che questo progetto funzionerà e ne daremo conto», ha commentato Franco Zanetta, presidente della Fondazione Bpn.

Sulla stessa linea Anastasia Ferrari, presidente di Fondazione Comoli Ferrari: «Cerchiamo di aiutare i giovani. I sospesi spesso non fanno nulla e non elaborano il motivo della sospensione. Questo progetto permette di trasformare un momento di stop in un’occasione di crescita. Organizzeremo un incontro per raccontare i risultati».

Per Michela Agnesina, presidente di Sbulloniamo Insieme, il progetto nasce «dall’ascolto di ragazzi e insegnanti. I sospesi sono fuori dal controllo della scuola, e abbiamo pensato di dare loro una possibilità. Noi adulti dobbiamo fare qualcosa per loro».

La coordinatrice Tiziana Napoli sottolinea il valore collettivo dell’esperienza: «Innovare non significa solo fare cose nuove, ma farle tutti insieme. Fare del bene agli altri porta benessere a tutti noi».

Dal mondo della scuola, Raffaella Zanardi, docente della Montalcini, parla di «un vero lavoro di inclusione», che aiuta i ragazzi «a essere consapevoli delle proprie fragilità e a trasformarle in potenzialità, anche attraverso l’educazione all’affettività».

Per Nicola Fonzo, dirigente del Convitto, «il progetto tiene i ragazzi a scuola, non li allontana: sono fuori dalla classe, ma restano dentro la scuola. Questo è l’aspetto davvero innovativo».

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Immagine di Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore