Dopo le tensioni delle ultime settimane, Fisascat Cisl Piemonte Orientale ha depositato un ricorso contestando a Esselunga una condotta antisindacale per la mancata sottoscrizione di un accordo aziendale che era stato concordato al tavolo di trattativa lo scorso 12 giugno.
«Tale azione si è resa necessaria – spiega il segretario territoriale Mattia Rago – a fronte della mancata firma del verbale di accordo che, dopo essere stato condiviso tra tutte le parti presenti, era stato inviato alle organizzazioni sindacali per la sottoscrizione e la restituzione». Le tensioni, infatti, non si sono verificate solo tra sindacato e Esselunga ma anche tra sigle.
Secondo la Fisascat, l’azienda avrebbe motivato la mancata firma con l’assenza delle sigle Filcams Cgil e Uiltucs tra i firmatari. «Ricordiamo – prosegue Rago – che quell’accordo era frutto di un confronto tra tutte le parti presenti al tavolo, anche se Filcams e Uiltucs hanno deciso all’ultimo momento di non firmare. Per quanto ci riguarda, non esistono altre possibili formulazioni dell’intesa se non quelle già concordate da tutti il 12 giugno».
La mancata sottoscrizione, secondo il sindacato, ha già avuto conseguenze dirette per i lavoratori dello stabilimento di Biandrate: «Da due mesi hanno perso l’indennità economica prevista nell’accordo: è un danno retributivo concreto – denuncia Rago –. Riteniamo che i comportamenti messi in atto da Esselunga siano chiari e mirati a delegittimare la nostra attività sindacale».
La Fisascat annuncia inoltre di valutare azioni individuali per i dipendenti esclusi dai buoni pasto: «Esselunga, con una comunicazione unilaterale, ha dichiarato di fornirli solo ad una parte dei lavoratori, discriminando di fatto gli altri».
«Fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso – conclude Rago – attendiamo che quanto accaduto venga valutato dal Tribunale del lavoro competente e che questa situazione penalizzante per i lavoratori di Biandrate possa cessare al più presto».