Coccia, la Regione va in scena all’improvviso: 500 mila euro nel bel mezzo della commissione

L'ente conferma il contributo per il 2025 mentre a Palazzo Cabrino è in corso una seduta dai toni accessi sull'andamento del Teatro e dopo la dura presa di posizione del presidente della Fondazione Ravanelli

Con un tempismo degno di una regia teatrale, il comunicato ufficiale della Regione Piemonte che annunciava lo stanziamento di 500 mila euro per il Teatro Coccia è arrivato ieri mattina, proprio mentre a Palazzo Cabrino era in corso la commissione consiliare dedicata – con toni decisamente accesi – alla situazione economico-finanziaria del teatro. Una coincidenza? Forse.

La notizia, firmata dall’assessora regionale alla Cultura Marina Chiarelli, arriva a una settimana esatta dalle dichiarazioni al vetriolo del presidente della Fondazione Coccia, Fabio Ravanelli, che aveva definito «indecoroso» il mancato contributo da parte della Regione. Ieri Ravanelli ha chiarito di non aver voluto attaccare direttamente l’assessora, ma piuttosto l’ente per i «ritardi inaccettabili» confermando il termine «indecoroso». Una precisazione che, infatti, non è suonata come una marcia indietro.

Accuse a cui Chiarelli non ha mai voluto replicare. Fino a ieri mattina, quando è arrivata la comunicazione ufficiale: «A seguito di un confronto sereno e positivo», così si leggeva nel testo, tra l’assessora, Ravanelli e l’assessore comunale alla Cultura Luca Piantanida, la Regione confermava lo stanziamento.

«La Regione Piemonte sostiene il teatro dal 2016 con una convenzione di importo rilevante –ha affermato Chiarelli – che nell’ultimo periodo si è assestata attorno ai 500 mila euro l’anno. Il nuovo piano triennale della cultura 2025-2027 vedrà il Coccia ancora protagonista, in quanto unico Teatro di Tradizione piemontese. Inoltre, grazie allo strumento del Rafforza Cultura, il rendiconto 2025 potrà essere gestito in maniera più rapida e diretta».

Ma la cifra fresca di annuncio non è bastata a raffreddare gli animi della seduta, la seconda in meno di due settimane e già ne è stata convocata una terza per martedì 29 luglio. A guidare l’offensiva è stata la consigliera del Partito Democratico Sara Paladini, che – forte di una serie di accessi agli atti – ha messo in dubbio la narrazione di un bilancio positivo.

«Gli incassi da biglietteria sono in costante calo nonostante l’aumento degli spettacoli» ha dichiarato snocciolando i numeri: 374 mila euro nel 2022, 315 mila nel 2023, 295 mila nel 2024. Ha inoltre contestato che il disavanzo del 2024 venga attribuito unicamente agli oneri finanziari, «quando le spese per le utenze sono diminuite del 50% e la Regione ha versato 250 mila euro in più rispetto all’anno precedente». La domanda rivolta a Ravanelli è stata tagliente: «Com’è possibile, presidente, che ci venga a parlare di bilancio positivo?».

Il tempo a disposizione per rispondere, però, era finito. E Paladini non ha risparmiato critiche anche alla gestione politica della commissione: il presidente Mauro Gigantino – che aveva fissato la seduta su propria disponibilità – era assente, scatenando la reazione della consigliera: «Se non riesce a conciliare gli impegni, non può pretendere di condizionare l’agenda degli altri. Chiedo al presidente del consiglio comunale Edoardo Brustia di riportare ordine: l’ottava commissione ha un problema».

Nel mirino anche la vicepresidente Maria Luisa Astolfi, in evidente difficoltà a gestire il dibattito, e la direttrice del teatro Corinne Baroni, collegata da Napoli: «Quando avete fissato la data, nessuno mi ha interpellata – ha detto – avevo già un impegno».

Nonostante l’attacco serrato, Ravanelli ha difeso i conti del Coccia: «Non sono qui per le mie competenze artistiche – ha detto – ma come imprenditore. Con il mio lavoro ho imparato a leggere i bilanci e se dico che i numeri del teatro sono positivi non credo di fare un’affermazione temeraria ma equilibrata mettendoci la faccia. Il MOL (Margine Operativo Lordo) è positivo per 170 mila euro, ed è un buon dato anche se ci sono dei debiti. Corte dei conti ha ragione quando scrive «accertiamo che il 2022 e 2023 hanno avuto elementi di debolezza nella parte finanziaria: vero c’è un fardello che però poco alla volta stiamo cercando di ridurre nonostante chi finora doveva darci contributi. Fardello che origina da passato lontano pieno di superficialità gestionali: non c’è la bacchetta magica ma serve tempo».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Coccia, la Regione va in scena all’improvviso: 500 mila euro nel bel mezzo della commissione

L’ente conferma il contributo per il 2025 mentre a Palazzo Cabrino è in corso una seduta dai toni accessi sull’andamento del Teatro e dopo la dura presa di posizione del presidente della Fondazione Ravanelli

Con un tempismo degno di una regia teatrale, il comunicato ufficiale della Regione Piemonte che annunciava lo stanziamento di 500 mila euro per il Teatro Coccia è arrivato ieri mattina, proprio mentre a Palazzo Cabrino era in corso la commissione consiliare dedicata – con toni decisamente accesi – alla situazione economico-finanziaria del teatro. Una coincidenza? Forse.

La notizia, firmata dall’assessora regionale alla Cultura Marina Chiarelli, arriva a una settimana esatta dalle dichiarazioni al vetriolo del presidente della Fondazione Coccia, Fabio Ravanelli, che aveva definito «indecoroso» il mancato contributo da parte della Regione. Ieri Ravanelli ha chiarito di non aver voluto attaccare direttamente l’assessora, ma piuttosto l’ente per i «ritardi inaccettabili» confermando il termine «indecoroso». Una precisazione che, infatti, non è suonata come una marcia indietro.

Accuse a cui Chiarelli non ha mai voluto replicare. Fino a ieri mattina, quando è arrivata la comunicazione ufficiale: «A seguito di un confronto sereno e positivo», così si leggeva nel testo, tra l’assessora, Ravanelli e l’assessore comunale alla Cultura Luca Piantanida, la Regione confermava lo stanziamento.

«La Regione Piemonte sostiene il teatro dal 2016 con una convenzione di importo rilevante –ha affermato Chiarelli – che nell’ultimo periodo si è assestata attorno ai 500 mila euro l’anno. Il nuovo piano triennale della cultura 2025-2027 vedrà il Coccia ancora protagonista, in quanto unico Teatro di Tradizione piemontese. Inoltre, grazie allo strumento del Rafforza Cultura, il rendiconto 2025 potrà essere gestito in maniera più rapida e diretta».

Ma la cifra fresca di annuncio non è bastata a raffreddare gli animi della seduta, la seconda in meno di due settimane e già ne è stata convocata una terza per martedì 29 luglio. A guidare l’offensiva è stata la consigliera del Partito Democratico Sara Paladini, che – forte di una serie di accessi agli atti – ha messo in dubbio la narrazione di un bilancio positivo.

«Gli incassi da biglietteria sono in costante calo nonostante l’aumento degli spettacoli» ha dichiarato snocciolando i numeri: 374 mila euro nel 2022, 315 mila nel 2023, 295 mila nel 2024. Ha inoltre contestato che il disavanzo del 2024 venga attribuito unicamente agli oneri finanziari, «quando le spese per le utenze sono diminuite del 50% e la Regione ha versato 250 mila euro in più rispetto all’anno precedente». La domanda rivolta a Ravanelli è stata tagliente: «Com’è possibile, presidente, che ci venga a parlare di bilancio positivo?».

Il tempo a disposizione per rispondere, però, era finito. E Paladini non ha risparmiato critiche anche alla gestione politica della commissione: il presidente Mauro Gigantino – che aveva fissato la seduta su propria disponibilità – era assente, scatenando la reazione della consigliera: «Se non riesce a conciliare gli impegni, non può pretendere di condizionare l’agenda degli altri. Chiedo al presidente del consiglio comunale Edoardo Brustia di riportare ordine: l’ottava commissione ha un problema».

Nel mirino anche la vicepresidente Maria Luisa Astolfi, in evidente difficoltà a gestire il dibattito, e la direttrice del teatro Corinne Baroni, collegata da Napoli: «Quando avete fissato la data, nessuno mi ha interpellata – ha detto – avevo già un impegno».

Nonostante l’attacco serrato, Ravanelli ha difeso i conti del Coccia: «Non sono qui per le mie competenze artistiche – ha detto – ma come imprenditore. Con il mio lavoro ho imparato a leggere i bilanci e se dico che i numeri del teatro sono positivi non credo di fare un’affermazione temeraria ma equilibrata mettendoci la faccia. Il MOL (Margine Operativo Lordo) è positivo per 170 mila euro, ed è un buon dato anche se ci sono dei debiti. Corte dei conti ha ragione quando scrive «accertiamo che il 2022 e 2023 hanno avuto elementi di debolezza nella parte finanziaria: vero c’è un fardello che però poco alla volta stiamo cercando di ridurre nonostante chi finora doveva darci contributi. Fardello che origina da passato lontano pieno di superficialità gestionali: non c’è la bacchetta magica ma serve tempo».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore