Una pietra tombale sul progetto più divisivo della recente vita politica trecatese. Il commissario prefettizio Diego Dalla Verde, nominato dopo la caduta della giunta Federico Binatti, ha ufficialmente chiuso l’iter per la realizzazione della nuova piscina coperta: un investimento da 6 milioni di euro che aveva spaccato la maggioranza e paralizzato a lungo l’attività amministrativa.
Il progetto, pensato per consegnare alla città un impianto natatorio completamente rinnovato entro l’autunno del 2026, era diventato il fulcro delle tensioni interne tra Lega e Fratelli d’Italia. Una frattura che si è aperta nel 2024, quando Mauro Bricco, allora assessore leghista ai Lavori pubblici, si era apertamente dissociato dal piano, definendolo insostenibile. Le sue dimissioni e il voto in dissenso con la maggioranza avevano dato il via a una lunga serie di scontri, rimpasti, passaggi di gruppo e sedute di consiglio ad alta tensione.
Anche il consigliere Paolo Manzini, eletto con Fratelli d’Italia, aveva lasciato il partito per approdare al Gruppo misto. Le variazioni di bilancio legate alla piscina saltavano sistematicamente, mentre le sedute straordinarie convocate dalle minoranze trasformavano il consiglio comunale in un’arena politica permanente. La maggioranza, ormai ridotta a soli nove consiglieri, resisteva a fatica.
Il 26 febbraio 2025, durante l’ennesimo consiglio straordinario sulla piscina, si è consumato il punto di rottura definitivo. Il 13 giugno, le dimissioni contestuali di nove consiglieri hanno decretato la fine dell’amministrazione Binatti e l’arrivo del commissario prefettizio.
Ora la parola fine arriva con l’atto firmato da Dalla Verde, che ha revocato la dichiarazione di pubblico interesse e annullato tutti gli atti connessi all’affidamento ventennale dell’impianto. Il commissario ha inoltre incaricato gli uffici di aggiornare la programmazione triennale dei lavori pubblici, archiviando formalmente l’intero progetto.
Resta attiva solo la piscina scoperta, per l’apertura stagionale. Il futuro dell’impianto coperto sarà nelle mani della prossima amministrazione. Rimane da capire se il Comune dovrà pagare i 77.333 euro previsti per la sola presentazione della proposta progettuale. Nella proposta di partenariato pubblico privato presentata dalla società InTarget si leggeva, infatti, «qualora il proponente venga riconosciuto promotore, ove, in sede di gara, non risulti aggiudicatario e non eserciti la prelazione ha diritto al pagamento, a carico dell’aggiudicatario, dell’importo delle spese per la predisposizione della proposta nei limiti del 2,5% del valore dell’investimento».